18 gen 2020

GUIDE RAPIDE PER CHI VA DI FRETTA - I CRISIS (Parte I)


Ci sono un americano, un taiwanese, un afgano e, loro leader, una graziosa donzella dalle bionde treccine. I quattro decidono di mettere su una metal band…

No, non è l’incipit di una barzelletta, ma la storia di uno dei gruppi più sottovalutati e poco conosciuti del panorama metallico: i Crisis (nulla a che vedere con la punk band inglese di fine settanta). Il che è alquanto inspiegabile, posto che il multietnico combo newyorkese, capitanato come detto dalla carismatica Karyn Krol (a.k.a Karyn Crisis), al pari dei superblasonati Korn, Machine Head e Deftones, può a diritto essere annoverato come uno dei padrini di un certo modo di fare nü metal (e per certi versi in modo decisamente più vario e convincente delle icone sopracitate). 
E per dirlo io che non amo queste sonorità…

Se ai nostri lettori i Crisis, ad oggi sciolti, fossero sfuggiti, non c’è da preoccuparsi: c’è Metal Mirror che, attraverso una delle sue “Guide rapide per chi va di fretta”, fa un po' di ordine, rendendo il giusto merito ai Nostri.

Come sempre, partiamo dall’inizio. Partiamo con:

8 Convulsions” (1994)

Il debut dei Crisis dura appena 33’, ma è una mezz’ora di un’intensità pazzesca. Karyn mette in mostra immediatamente le sue doti canore che farebbero invidia a molti frontman di ben più blasonate death metal band (c’è chi l’ha paragonata persino a Jeff Walker!). Sbraita, urla, impreca. I suoi strepiti sembrano provenire da un essere umano messo sotto tortura (“Drilling me”). Ma poi, quando meno te lo aspetti, si placa…strappandoti persino, per la sua dolcezza, qualche lacrima (come nella sensazionale “Gemini”). La musica partorita è figlia dei tempi, di quegli anni ’90 culla della commistione spinta tra sottogeneri diversi. Thrash in stile east-coast, groove panteroso, rallentamenti doomici (come nella malsana opener “There goes my soul”, uno degli highlight del disco), funk, scorie noise e a tratti persino grunge. Insomma, lontano anni luce da un qualcosa di prevedibile o monotono. Nervoso, spezzato, incoerente, epidermico: il metal dei Crisis, seppur ancora acerbo, mette in mostra idee e personalità. E una sensazione di disagio non costruita, reale, con dei testi ricchi di pathos oscuro che rivelano una profondità lessicale non comune (“So lend me your crown and I’ll bear your pain […] Fill me up with your negativity/Your wrath is just for me”, da “Smash to pieces”).

Decisamente non male come esordio…

Voto: 7

Deathshead Extermination” (1996)

I Crisis bruciano le tappe e già alla seconda prova in studio fanno il crack. "Deathshead Extermination" (ma che bel titolo! E che cazzo  di copertina da paura!) è un fottutissimo quasi-capolavoro. “Caricato” a bordo il bassista taiwanese Gia Chuan Wang, e acquisita maggior consapevolezza nei propri mezzi, i Nostri mettono le carte in tavolo già con la splendida intro “Onslaught” che ci immette nella vera opener  “Working out the graves”, 7’ di terremotante groove metal dove la chitarra di Afzaal Nasiruddeen (l’afghano dell’incipit) dimostra un’inventiva fuori dal comune. A farla da padrone per tutta la durata del platter, l’eclettica voce di Karyn che, all’interno della stessa strofa (ma a volte anche della stessa…parola!) cambia timbro vocale cimentandosi in growling cavernoso, screaming lancinante quando la rabbia esistenziale tracima, e un pulito sofferto nei momenti più “pacati” (aggettivo da prendere con le molle). L’incredibile “Wretched” è una lampante riprova di tutto questo. 

I Crisis risultano convincenti, e paurosi, sia sui tempi più sostenuti, quando si spingono in territori death/post thrash (come in alcuni momenti di “Nowhere but lost”), che quando rallentano (“Methodology”). Mentre il drumming tellurico di Fred Waring crea dei pericolosissimi vortici sonori. Ma non giriamoci attorno: è sempre la voce di Karyn, capace di cambiare tono e registro nel giro di centesimi di secondo, a guidare le danze. E i calci, dolorosissimi, nello stomaco dell’ascoltatore.

Per chi pensa che il nu metal dica sempre le stesse cose…

Voto: 8

A cura di Morningrise

(continua e finisce domani)