31 mar 2023

DALLO SPIRITO ALLA CARNE E RITORNO: IGORRR & AMENRA LIVE IN LONDON (11/03/2023)




L'unione fa la forza. Credo sia questo il motto che ha ispirato questo strano tour che vede sullo stesso palco ben quattro nomi, tutti di nicchia, a spalleggiarsi a vicenda nel tentativo di riempire locali di media grandezza in tempi post-pandemici. Esclusi gli opener della serata, i francesi Hangman's Chair, ognuno dei tre gruppi successivi porterà in dote la sua fetta di pubblico. Si registrerà comprensibilmente una netta prevalenza di chi, stasera, è venuto per gli headliner ufficiali: gli Igorrr. Del resto questo è il loro Spirituality and Distortion Tour...

Ci sono delle intersezioni nel pubblico, ovviamente, ma resta il fatto che le sonorità che si materializzeranno sul palco saranno alquanto diverse: c'è il black metal impetuoso dei Der Weg Einer Freiheit, il post-hardcore spirituale degli Amenra e quel miscuglio indefinibile messo a punto da Gautier Serre, ideatore e fautore di un bislacco mix di metal estremo, elettronica, opera, musica etnica, folclore e chi più ne ha più ne metta. Con i primi si guarda alle stelle, con i secondi si scruta dentro noi stessi, con gli Igorrr si balla. Con che spirito, dunque, sarà possibile approcciarsi ad una serata del genere? 

26 mar 2023

PRIMA DEL FUNERAL DOOM: PARADISE LOST



Meno dieci: Paradise Lost - "Lost Paradise" (1990)

La rassegna sul funeral doom è appena terminata ed ecco che subito ritorniamo sul luogo del delitto, arma fumante, corpo del cadavere ancora caldo. Lo avevamo detto, del resto, che il rischio era che non vi fosse una fine a questa rassegna...

La saga continua, dunque, ma sotto forma di prequel, nel senso che, attraverso un simbolico countdown, riavvolgiamo il nastro e torniamo alle origini del fenomeno, trattando una ulteriore decina di titoli che ci riportano al periodo 1990-1993 quando le mostruose fattezze del doom estremo hanno attecchito e preso forma in una perversa commistione fra lentezze e lungaggini doomiche e l'efferatezza del neonato death metal. Prima tappa: Halifax! 

21 mar 2023

IL METAL NON RIDE - II. TOSSIC, TRA GHIOZZI E CINGHIALI

 


L'umorismo dei Tossic ha un tema che affonda le radici nella filosofia presocratica, quello dei fluidi: il principio generatore delle cose sarà l'aria, l'acqua, il calore? Non esattamente, ma ci siamo quasi: si tratta dei fluidi corporei. Basta prenderli sul serio e siamo in ambito death, mentre qui sono declinati in versione comica e quindi anche prevalentemente escretoria. Non solo dagli orifizi maggiori, e non solo in direzione retro-anterograda, ma anche antero-retrograda: aria dalla bocca, catarri, secrezioni mucose più o meno rapprese che interessano il naso, fino a ciò che trasuda dai pori, o in generale il prodotto del disfacimento di alcune zone cutaneo-mucose.

16 mar 2023

A SCUOLA DI BELLEZZA CON I CYNIC

 


Con colpevole ritardo mi ritrovo a parlare oggi dei Cynic. Non mi riferisco al ritardo di quasi un anno e mezzo rispetto all’uscita dell’ultimo nato in casa Cynic “Ascension Codes”, edito nel novembre del 2021. Mi riferisco ad un lasso di tempo ben maggiore, ossia ai tre lustri che ci separano dal ritorno sulle scene della band con “Traced in Air” nel 2008: quindici anni in cui mi sono fidato di qualche tiepida recensione in rete, rifiutandomi di conseguenza di ascoltare qualsiasi cosa uscisse a nome Cynic, probabilmente per non intaccare la perfezione del ricordo della band che portavo grazie al mitico “Focus”. 

Bene, l’abbiamo menzionato una volta, ma adesso basta, voltiamo pagina, ma non perché il debutto dei Cynic sia qualcosa di insuperabile (anche se in questo caso il 10 e lode è davvero a portata di mano), semmai perché quello che è venuto dopo è stata un’altra storia. E mi rendo sempre più conto grazie alla vecchiaia che continuare a giudicare le cose e le persone per il loro passato (in questo caso remoto) è sbagliato come approccio ed anche ingiusto: ingiusto, in questo caso, nei confronti di una band troppo geniale per poter essere liquidata con leggerezza. 

11 mar 2023

GOJIRA AT ALEXANDRA PALACE (LONDON, 22/02/2023)

 

Mentre il bus percorre i tornanti che conducono in cima alla collina su cui si erge il maestoso Alexandra Palace, rifletto sul senso che per me può avere l’evento a cui sto per assistere. Non sono un fan dei Gojira, per certi aspetti non li ho mai capiti, trovando i loro brani a volte inconcludenti, altre incompleti, come se mancasse loro qualcosa, ma colgo nella loro musica anche una certa genialità compositiva che mi porta a voler approfondire la band, saggiare di persona se per davvero si tratta di una entità superiore del metal contemporaneo (uno dei migliori gruppi degli anni dieci, come li apostrofa certa critica) o un fenomeno sopravvalutato. 
 
Attorno a me, sul bus, noto ragazzi con i capelli colorati, nerd occhialuti che sembrano appena usciti da un laboratorio di ricerca universitario, qualche personaggio più attempato dalla lunga barba e il cranio rasato, persino delle ragazze. Il campione è abbastanza rappresentativo del pubblico trasversale che la band francese ha saputo negli ultimi anni accattivarsi grazie ad un paio di lavori controversi (“Magma” e “Fortitude”) che li ha traghettati dal death metal dalle tinte progressive dei primi album ad un sound più ampio ed indulgente nei confronti di sonorità easy-listening. I Gojira, dunque, non sono più la band di nicchia che in pochi ma attenti ascoltatori hanno scoperto e stimato fino a pochi anni fa, ma un fenomeno di massa che riesce ad intercettare tanto gli appassionati di metal estremo quando gli amanti di un rock contemporaneo che, in modo cannibalico, sta ampliando i confini in tutte le direzioni. E proprio una location prestigiosa come l’Alexandra Palace, in genere non prestata a concerti di vil metallo, odora di consacrazione per la formazione francese. 
 

8 mar 2023

"ANNEKE 50" - MA PUO' PASSARE IL TEMPO PER UNA DEA?

 


Celebrare un compleanno di una Dea è, evidentemente, impossibile: le divinità non hanno età.

Fittiziamente, quindi, Anna Maria van Giersbergen, per tutti soltanto “Anneke”, oggi compirebbe 50 anni. Uso il condizionale perchè sappiamo che non è così. Del resto, se un Essere Superiore di natura femminile doveva scegliersi una data da far risultare all’anagrafe, non poteva che optare per il giorno della Festa della Donna.

5 mar 2023

A EVENING WITH...KATATONIA & SOLSTAFIR (LONDON, 10/02/2023)




"Evidence", 4 minuti e 36 secondi. Chi l'avrebbe mai detto che tutto sarebbe ruotato intorno a questi 4 minuti e 36 secondi. Chi l'avrebbe detto, soprattutto, nel lontano 2003, quando questo brano un po' scompariva fra i vari gioielli che erano contenuti nell'allora ultimo parto discografico dei Katatonia: quel "Viva Emptiness" che avrebbe rappresentato un importante punto di snodo nel cammino della band svedese, aggiornandone la cifra stilistica secondo i canoni di un modern sound che osava tingersi del prog à la Tool
 
Insomma, "Evidence" non costituiva certo il mio brano preferito dei Katatonia, ma gli anni passano, le aspettative si abbassano, e soprattutto c'è stata la pandemia. Andai a vedere i Katatonia nel 2019, ma quello era il tour che vedeva la riproposizione completa dell'album "Night is the New Day". Non mi ero evidentemente tolto la voglia di Katatonia, desiderando un concerto più classico, un greatest hits per assaporare dal vivo le tante perle disseminate nella discografia, anche recente, della band. 

1 mar 2023

VIAGGIO NEL FUNERAL DOOM: UNTIL DEATH OVERTAKES ME


Trentacinquesima puntata: Until Death Overtakes Me – “Collapse of Light” (2022) 

Basta, è ufficiale: non ce la facciamo più: finalmente siamo giunti alla fine del nostro viaggio nel funeral doom, iniziato più di un anno fa. Quando scrissi l’introduzione, scosso da spasmi di insicurezza innanzi a cotanta impresa, volli mettere le mani avanti ed azzardare l’idea di una rassegna infinita, un qualcosa di aperto ad ogni possibile sviluppo, ma mi resi presto conto che non avrei mai potuto convivere con l’idea di non aver chiuso definitivamente i conti con il funeral doom. 

Eccoci dunque a scrivere la parola fine con le ultime gocce del nostro sangue. E come degna chiusura non potevamo accontentarci di un nome qualsiasi, dovevamo spingerci entro lo stadio terminale del funeral doom, forse dell'esistenza stessa. Gli Until Death Overtakes Me fanno indubbiamente al caso nostro...