30 ott 2022

VIAGGIO NEL FUNERAL DOOM: FUNERAL TEARS

 


Ventisettesima puntata: Funeral Tears - "Your Life My Death" (2010) 

Come già detto per i Remembrance, giunti a questo punto della rassegna non è facile parlare di funeral doom ed evidenziare adeguatamente le specificità di certi artisti: mi riferisco, in particolare, a coloro che sono portatori di un suono ortodosso ed aderente in pieno agli standard del genere. 

Ciò ovviamente non significa che suddetti artisti non siano meritevoli di essere approcciati, anzi, come si diceva, se abbiamo deciso di includerli nella nostra rassegna il motivo è proprio perché ne vale la pena. E pazienza se non sappiamo cosa scrivere al riguardo! Del resto, quando le dita arrancano lungo la tastiera del pc alla ricerca di parole o anche concetti che restituiscano freschezza al lettore dopo avere trattato una venticinquina di altri album dello stesso genere, la cosa più semplice da fare è lasciar “parlare” la musica, ascoltare il disco e farsi un’idea propria. Ma il nostro problema rimane tale: come approcciarsi per iscritto ai Funeral Tears?

25 ott 2022

ANTHRAX - 40TH ANNIVERSARY TOUR - LIVE AT O2 ACADEMY BRIXTON (08/10/2022)


Non lo avrei mai detto, ma alla fine ci sono cascato: anche io sono andato ad un concerto degli Anthrax. E, cosa ancora più strana, ci sono andato con la gioia nel cuore. 

Io che, appena cinque anni fa, mi indignavo per l'"Among the Living Tour", io che in anni recenti ho privilegiato concerti di artisti di nicchia, in locali relativamente piccoli, proprio perché in quella dimensione ho ritrovato maggiori benefici, sia per la  convinzione e la credibilità dei musicisti mostrate sul palco che per la fruizione dello spettacolo come spettatore. Ma i tempi cambiano, le persone cambiano, soprattutto il mondo cambia e l'atmosfera da guerra fredda che respiriamo in questi giorni - ammettiamolo - un po' ci rimette voglia di trovare conforto nei lati positivi degli anni ottanta, come per esempio l'esplosione del thrash metal: una stagione in cui gli Anthrax furono indubbiamente dei protagonisti... 

20 ott 2022

VIAGGIO NEL FUNERAL DOOM: REMEMBRANCE

 


Ventiseiesima puntata – Remembrance: “Fall, Obsidian Night” (2010) 

Abbiamo parlato in modo sistematico di più di una ventina di album di funeral doom, e non penso che questo sia mai stato fatto prima nella storia del metal, almeno in lingua italiana. In fondo descrivere i primi dieci è stato semplice, perché erano quelli che abbiamo considerato gli “essenziali”, quindi con caratteristiche ben precise che andavano a descrivere o la genesi di un certo sound o le diverse sfaccettature di quello stesso sound offerte da quella specifica band. Tutto sommato il gioco è stato semplice anche con i secondi dieci, che abbiamo selezionato proprio perché offrivano ulteriori versioni o peculiarità di quello stesso suono. Con questa terza decina, invece, iniziamo a faticare a mettere le parole in fila, perché il rischio di ripetere cose già dette si fa sempre più pressante. Se parliamo di questi album, significa che li riteniamo valevoli di essere considerati, ma in certi frangenti francamente diventa difficile costruire una specifica narrazione che possa calzare a pennello al singolo album. 

Prendiamo i francesi Remembrance: eleganti, spudoratamente gotici, sulla scia degli Shape of Despair e dei Colosseum. Bravissimi, fantasiosi, intensi, tutto quello che volete, ma irrimediabilmente funeral doom. Cosa dire su di loro che non sia già stato detto sul conto di altri? Perdonatemi pertanto se una volta tanto sarò sintetico. 

15 ott 2022

CONSIDERAZIONI SUI MAIDEN DOPO LA VISIONE DEL "ROCK IN RIO" (02/09/2022)

 


Lo ha scritto bene il nostro Mementomori in occasioni della carrellata sui festival estivi 2022: le nostre bestemmie echeggiano ancora nel cielo di Bologna, altezza Parco Nord, Arena Joe Strummer.

Quel 07 luglio, la redazione di Metal Mirror (quasi) al completo si era mossa per festeggiare Dickinson & co. E con noi, altre 30000 persone circa (tra cui un papà albanese che aveva attraversato l’Adriatico con la figlia per assistere all’evento). Come finì quella sera, tra vento, fulmini e tempesta (tempesta che in precedenza aveva però risparmiato i gruppi di supporto, Lord of the Lost e Airbourne), tutti lo sanno.

Dopo giorni di sconforto, ritornati con le pive nel sacco a casa, abbiamo continuato a seguire l’andamento del tour dei Nostri, fino alla chiusura della parte europea del 31/07 a Lisbona: venues tutte sold out, stadi e palazzetti gremiti e funzionali. Unica data cancellata quella italiana. Molto bene.

10 ott 2022

VIAGGIO NEL FUNERAL DOOM: ABSTRACT SPIRIT


Venticinquesima puntata – Abstract Spirit: “Tragedy and Weeds” (2009) 

Ci siamo presi una bella boccata d’aria fresca immergendo il nostro sguardo nei poetici paesaggi dell’anima ritratti dai francesi Ataraxie e dai canadesi Longing for Dawn, nel mezzo ci siamo concessi un aperitivo con i Doom:VS, ma il funeral doom, quello più annichilente, è dietro l'angolo pronto per azzannarci senza pietà. Torniamo in Russia, a Mosca per l’esattezza, a farci due fanghi alle terme, come suggerito dalla copertina di "Tragedy and Weeds". Devo tuttavia ammettere che, considerate le premesse e visto il soggetto di copertina, ci poteva andare peggio, molto peggio... 

La discografia degli oramai defunti Abstract Spirit conta quattro album, fra i quali sono da segnalare il secondo “Tragedy and Weeds” del 2009, di cui parleremo oggi, e il successivo “Horror Vacui” del 2011. Partiamo asserendo che quando si parla degli Abstract Spirit è difficile non citare almeno i connazionali Comatose Vigil, visto che entrambe le formazioni vedevano la presenza della voce e della batteria di A.K. iEzor - ed anche questo dato non è molto rassicurante per chi conosce e non digerisce i Comatose Vigil, non certo gli alfieri del versante più soft del funeral doom, ma ripeto, poteva andare molto, molto peggio. Da un punto di vista delle sonorità esplorate, infatti, le due band presentano delle importanti differenze, cosa che peraltro rende gli Abstract Spirit - non ci crederete - ben più godibili dei cugini maggiori….

5 ott 2022

DEAFHEAVEN - LIVE AT EARTH (Evolutionary ARTs Hackney) - 23/09/2022


Mi suscita sempre una grande fatica mentale recarmi ad Hackney, un po' perché è distante da dove vivo, un po' perché non ci arriva la metropolitana, ma quando ho comprato il biglietto per il concerto dei Deafheaven all’EartH (Evolutionary Arts Hackney, appunto) era ancora estate ed io mi trovavo immerso - confortato oserei dire - nel ricordo ovattato di vagoncini color pastello (la linea dell’overground) diretti allegramente ad East London come se fosse il gaio trenino della Loacker che transita placidamente fra il rosso rosato di dolci tramonti e paesaggi incantati (vedi Hampstead Heath e Gospel Oak). 

Oggi invece è praticamente inverno, fuori da questo mesto treno regna l'oscurità, dai finestrini non si vede nulla e le facce dei passeggeri mi sembrano corrucciate e smarrite in pensieri oscuri, sebbene sia venerdì sera e tecnicamente dovremmo essere tutti più felici. Scendiamo dall'overground e il mood cambia di colpo, l'accogliente dimensione di Hackney, brulicante di gente e locali, ci ben dispone nei confronti della serata. L'EartH è un'ottima venue per chi ama le sonorità alternative: non vi passano spesso gruppi metal, ma per dei fighissimi Deafheaven l'eccezione si può fare.