Nella terra delle cinque stagioni – Erang, “Within the Land of My Imagination I am the Only God” (2014)
Sono affezionato a “Within the Land of My Imagination I am the Only God”. Questo album fu il primo “flash” di dungeon synth moderno ad entrarmi nel campo visivo. E pensare che all'epoca ero fermamente convinto che il dungeon synth fosse un genere futile e velleitario, un'inutile propagazione di ideucce da quattro soldi di qualche black metallaro degli anni novanta...
Si era nel pieno della pandemia, in quel periodo stavo scrivendo molto sull’atmospheric black metal e ad un certo punto, per via degli algoritmi di YouTube, partì la riproduzione automatica di suddetto album. Oltre ad una copertina fantasy molto naive, a colpirmi fu il titolo, altrettanto naive: nel regno della mia immaginazione io sono l’unico Dio.
Quanto suonava Mortiis questa cosa! Il Mortiis paroliere di “Cosmic Keys of Time and Creation” e di “I am the Black Wizards”, il Mortiis fantasioso creatore di mondi immaginari con i suoi album solisti. E ho pensato, scuotendo la testa e con un sorriso di sufficienza sulle labbra, quanto nel corso degli anni il dungeon synth fosse rimasto uguale a se stesso e come niente fosse cambiato dagli anni novanta al 2014, anno di pubblicazione dell’album in questione.
Dicevo questo conoscendo poco o niente del dungeon synth, ignorando che l’autore di quell’album fosse uno dei più importanti esponenti contemporanei di questo genere. E dunque, giunto il fatidico momento di parlare dell'imprescindibile Erang, sebbene vi siano molti lavori eccellenti nella sua nutrita discografia (e i primi di essi abbiano anche un valore storico maggiore), ho deciso di tributare quel lontano incontro fortuito (forse la ragione per cui alla fine mi sono messo a scrivere questa rassegna!) eleggendo proprio “Within the Land of My Imagination I am the Only God” come opera per rappresentare l’estro di questo artista così determinante per le sorti del dungeon synth recente.