"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

19 nov 2024

I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - WOLVES IN THE THRONE ROOM: "DIADEM OF 12 STARS" (2006)

Introducendo gli Agalloch si diceva che l’atmospheric black metal può essere inteso in una duplice accezione: si può avere di esso una visione più riduttiva intendendolo semplicemente come un sotto-genere del black metal, oppure, in senso più ampio e dal punto di vista della storia del genere, potrebbe essere considerato come un moto di rigenerazione del black metal stesso. Questo perché, da un certo punto in poi, il black metal per sopravvivere non ha potuto fare a meno dell’elemento atmosferico che permettesse a quel linguaggio di evolversi, emanciparsi, articolarsi in brani lunghi, dimensioni avvincenti, esprimersi in diversi umori e calcare differenti scenari.  

Se ci sono stati dei musicisti importanti per la rigenerazione del black metal nel terzo millennio, quelli sono stati proprio i fratelli Nathan e Aaron Weaver, operanti sotto la prestigiosa insegna dei Wolves in the Throne Room

14 nov 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: I'M IN A COFFIN

 

Trentottesima puntata: I'm in a Coffin - "One Last Action" (2008) 

Chi ha detto che il depressive black metal deve essere necessariamente un molesto pugno nello stomaco? Avevamo utilizzato questa domanda per introdurre un approccio soft al depressive black metal qual è quello professato da Georg Börner alias ColdWorld, una delle entità più note del depressive di seconda generazione. Oggi invece potremmo utilizzare la stessa identica domanda per iniziare a parlare di una band che, di contro, appartiene proprio al filone “tosto” del DMB, quello più atroce e privo di compromessi: gli I’m in a Coffin

9 nov 2024

KRAFTWERK: GUIDA PRATICA PER METALLARI

 


Fa un effetto strano riproporre una immagine in bianco e nero di artisti che, in modo iconico, si sono affermati nell’immaginario collettivo attraverso una variopinta estetica Bauhaus (palese nel look, nelle copertine degli album, nelle immagini proiettate durante le esibizioni dal vivo). Dovevamo del resto rispettare un cliché delle nostre Guide Rapide per Metellari, rigorosamente introdotte da una foto o un disegno in bianco e nero dell’artista di volta in volta trattato. Come se le tonalità che vanno dal bianco al nero, passando per il grigio, volessero rivelare un’anima oscura di artisti molto popolari, attirando così l’attenzione del metallaro, in genere attratto dal lato "oscuro" delle cose. 

Con i Kraftwerk il gioco riesce peggio del solito, anche perché le connessioni dirette con il metal sono pressoché inesistenti. Non staremo pertanto a ricercare con il lanternino tracce dirette della loro influenza su artisti metal. Parliamo dei Kraftwerk semplicemente perché è impossibile non farlo, considerata la loro importanza per la musica popolare del novecento & beyond... La loro musica, del resto, porta con sé un carattere universale che non potrà lasciare indifferente nessuno, nemmeno il metallaro che sia disposto a prendere armi e bagagli, scavalcare il recinto e passare nel territorio del “nemico”: l’elettronica

7 nov 2024

COME IL METAL ITALIANO E' DIVENTATO SE STESSO - 50 dischi per conoscere il metal italiano (new edition available!)


Cari Lettori di Metal Mirror,
nel ricordarvi che, da inizio febbraio '23, è disponibile la nuova edizione riveduta e corretta del libro in oggetto, linkiamo qui di seguito gli ultimi riscontri avuti da Truemetal.it e da Universorockandmetal.com:

https://www.truemetal.it/articoli/recensione-libro-come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso

https://universorockandmetal.com/2023/02/25/come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso/

La Redazione
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Finalmente è uscito! Ci riferiamo a "Come il metal italiano è diventato se stesso: 50 dischi per conoscere il metal italiano": il primo libro realizzato dalla redazione di Metal Mirror! Grazie a questa opera l'approccio "metalmirroriano" che avete imparato a conoscere (e, chissà!, ad amare) sulle pagine di questo blog, trova finalmente spazio su carta!

4 nov 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: VEIL

 
Trentasettesima puntata: Veil - "Sombre" (2008) 

Chissà cosa si nasconde dietro questa copertina stranamente colorata. Una copertina insolita per un album di depressive black metal, ritraente (per chi ha gli occhi aguzzi) un lupo stilizzato il cui contorno si confonde con quello dei rami rinsecchiti di un imponente albero su sfondo di cielo increspato: un soggetto semmai più tipico di certo atmospheric black metal, specialmente americano, che va a mettere insieme devozione per Natura e Tradizione, misticismo e paganesimo, come potrebbero fare benissimo Agalloch e Wolves in the Throne Room.  
 
Dietro a questa copertina, in verità, si cela una delle tante realtà del depressive black metal che hanno vissuto giusto il tempo per rilasciare un solo album per poi dissolversi nel pulviscolo della galassia del metal estremo. Come si è visto, queste meteore sono solite seminare dietro di sé, se non capolavori, degli ottimi lavori. E’ questo è anche il caso di “Sombre", l’unico full-lenght pubblicato dal progetto americano Veil, attivo dal 2003 al 2012.  

30 ott 2024

I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - DRUDKH: "AUTUMN AURORA" (2004)

 

Definire i Drudkh una band dedita al black metal atmosferico non è del tutto corretto. La loro musica potrebbe essere descritta come un black metal passionale, tinto di natura, folclore, storia e cultura ucraine. Tuttavia, su un album in particolare, il secondo "Autumn Aurora", l'appellativo di atmospheric black metal ci sta, eccome. 

Erano anni, del resto, a cui si assisteva un po' ovunque ad un rigoglioso rifiorire del black metal sotto nuovi auspici. Le premesse erano sempre le stesse: quel black metal che si era venuto a modellare durante gli anni novanta entro la penisola scandinava. Ma questa volta si notava nelle band della generazione successiva un piglio diverso: le lezioni dei maestri erano state finemente metabolizzate e venivano rielaborate in forme estremamente personali e con forti connotazioni territoriali: approccio, questo, che spesso di concretizzava in un black metal maggiormente meditativo, melodico, introspettivo. E questo era ovviamente il caso dei Drudkh.  

26 ott 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: SELVHAT

Trentaseiesima puntata: Selvhat - "Jgennom Moerket Famlende" (2008) 

Si è visto che la Norvegia è stata la culla del depressive black metal. Realtà come Burzum, Forgotten Woods, Manes e Strid sono stati determinanti affinché il filone attecchisse e potesse acquisire una sua autonomia (quella che, più volte, abbiamo definito come la deviazione dalla strada maestra). Il verbo del depressive, soprattutto a partire dagli anni zero, sarebbe poi proliferato un po' ovunque e la Norvegia, paradossalmente, sarebbe uscita dai radar per quanto riguarda questo sotto-genere. 

Pone in parte un rimedio il progetto Selvhat, chiamato a tenere alta la bandiera della Norvegia anche in ambito depressive. Non vi preoccupate se non ne avete mai sentito parlare, i Selvhat hanno dato alla luce solo un full-lenght e questo è uscito originariamente in cassetta per poi essere ristampato un paio di volte su vinile, mi immagino non in grandi tirature. Questo il motivo per cui il vostro negoziante di fiducia non ve lo ha proposto nel 2008, quando è stato realizzato. L'utilità della rete si palesa proprio in questi casi: quando ti permette di riscoprire gioielli altrimenti irrecuperabili come questo... 

23 ott 2024

UN COCCODRILLO PER PAUL DI'ANNO - LA CHIAVE NEL PUGNO


Il coccodrillo per Paul è doveroso, ma non perché lo sia a prescindere. 

E, anzi, l'ultimo dei motivi è che sia stato il cantante dei Maiden. Non c'era già più quando i nostri componevano “Die With Your Boots On”.

Ma lui è morto così, “con gli stivali”, da uomo che non dismette i suoi panni.