Innanzitutto dovete essere pronti
alla presa di coscienza che nelle cavità più recondite della nostra marcia
società crescono ancora personaggi come loro: le figlie del disagio. Senza
questo presupposto, potete fermarvi qui nella lettura di questa non recensione
dell'album experimental doom più curioso del momento: "Gas Lit" del duo australiano Divide and Dissolve.
La Grassa e la Magra. La Nera e la Bianca. Le Improbabili. La Coppia che scoppia.
E potrei continuare per ore a trovare definizioni per Takiaya Reed (sassofono, chitarra) e Sylvie Nehill (batteria, live effects) che sono portatrici, per quanto mi riguarda, delle prime emozioni del 2021.
Veicolano un'identità
rivoluzionaria, lo fanno in modo diverso da Earth, Sunn O))) o Melvins perché hanno un DNA innovativo che non ha le radici nella musica metal. Seppur
in maniera latente, questo si fa percepire e si aprono scenari diversi nelle
loro note; si capisce cioè che il wall of sound non è un doom portato allo
stremo o provocatorio, come nei gruppi succitati (che, comunque, restano le pietre miliari
di paragone), ma ha un annichilimento diverso, senza remore o preconcetti. Un
doom asociale. Un doom profondo che sotto sotto però ti prende in giro. Una
cavità che ribolle senza esprimersi.
Questo duo di Melbourne stordisce sia per l'immagine che rendono sia per la loro bruttezza disinibita, per la loro ostentazione di diversità.
Direi quindi che è un doom figlio della nostra
società: non c’è il tizio misantropo con barba lunga che professa elettricità,
ma due donne senza un background metallaro che ci parlano (pur non dicendo
niente) di discriminazione, colonizzazione, schiavitù, amicizie impossibili e
razzismo.
Sono loro due le ragazze espulse dalla scuola perché decisero di baciarsi in classe; sono loro due le ragazze che i professori giudicavano preoccupanti e asociali; ma sono sempre loro due le ragazze che si trovavano negli scantinati sporchi di Melbourne e stimolavano empatia elettrica.
Non so se sono lesbiche ma
la sensualità che trasudano va oltre le comuni categorie. Sono gli estremi di
ciò che un uomo vorrebbe avere, spingono e rallentano come se evocassero
forze primordiali e disturbi della mente.
La società rifiuta questo annichilimento, le persone hanno bisogno di rivalsa e trasformazione; anche nel doom cerchiamo di sentirci coccolati dalla lentezza o abbracciati dalle funeree braccia della morte. Qui invece siamo spogliati di fronte a queste due streghe che ci spaventano e mettono a nudo il nostro spirito elitario.
Da seguire senza dubbi o pregiudizi.
Voto: 8
Dati: 8 canzoni, 34 minuti
Etichetta: Invada
Anno: 2021