Anni fa mi imbattei in un
libro di Nikki Sixx sulla sua esperienza di tossicodipendenza (che
poi che ne so, mica gliel'ho diagnosticata) o, insomma, il suo problema
con l'eroina. "The Heroin Diaries" mi pare, che non ho letto, anche
perché con i Motley ho una questione in sospeso. Questi tizi incarnavano in maniera imbarazzante (in positivo) quella zona grigia
che giustificava l'apparentamento del glam rock con il metal. Nati
come gruppo rock, tentano la carta dell'exploitation e se la giocano
bene: parrucconi, vestiti da carnevale, manifesti ribellistici che
inneggiano alla gioventù satanica trombante, e naturalmente il
minimo sindacale della trasgressione: la droga.
La cornice era la città metropolitana di Los Angeles, e la sua costellazione di club, di localacci di strip-tease. In quegli anni i rischi più totali sembravano alla portata di tutti, e l'autodistruzione delle giovani generazioni era finanziata e organizzata in maniera scoppiettante. I genitori della classe media, nel terrore che i loro figli frequentassero cattive compagnie, mettevano loro in tasca banconote perché si rovinassero con quelle buone.
La cornice era la città metropolitana di Los Angeles, e la sua costellazione di club, di localacci di strip-tease. In quegli anni i rischi più totali sembravano alla portata di tutti, e l'autodistruzione delle giovani generazioni era finanziata e organizzata in maniera scoppiettante. I genitori della classe media, nel terrore che i loro figli frequentassero cattive compagnie, mettevano loro in tasca banconote perché si rovinassero con quelle buone.