29 nov 2024
BARONESS + GRAVEYARD + PALLBEARER - LIVE IN LONDON (20/11/2024)
24 nov 2024
VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: TOTALSELFHATRED
19 nov 2024
I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - WOLVES IN THE THRONE ROOM: "DIADEM OF 12 STARS" (2006)
Introducendo gli Agalloch si diceva che l’atmospheric black metal può essere inteso in una duplice accezione: si può avere di esso una visione più riduttiva intendendolo semplicemente come un sotto-genere del black metal, oppure, in senso più ampio e dal punto di vista della storia del genere, potrebbe essere considerato come un moto di rigenerazione del black metal stesso. Questo perché, da un certo punto in poi, il black metal per sopravvivere non ha potuto fare a meno dell’elemento atmosferico che permettesse a quel linguaggio di evolversi, emanciparsi, articolarsi in brani lunghi, dimensioni avvincenti, esprimersi in diversi umori e calcare differenti scenari.
Se ci sono stati dei musicisti importanti per la rigenerazione del black metal nel terzo millennio, quelli sono stati proprio i fratelli Nathan e Aaron Weaver, operanti sotto la prestigiosa insegna dei Wolves in the Throne Room.
14 nov 2024
VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: I'M IN A COFFIN
Trentottesima puntata: I'm in a Coffin - "One Last Action" (2008)
Chi ha detto che il depressive black metal deve essere necessariamente un molesto pugno nello stomaco? Avevamo utilizzato questa domanda per introdurre un approccio soft al depressive black metal qual è quello professato da Georg Börner alias ColdWorld, una delle entità più note del depressive di seconda generazione. Oggi invece potremmo utilizzare la stessa identica domanda per iniziare a parlare di una band che, di contro, appartiene proprio al filone “tosto” del DMB, quello più atroce e privo di compromessi: gli I’m in a Coffin.
9 nov 2024
KRAFTWERK: GUIDA PRATICA PER METALLARI
Fa un effetto strano riproporre una immagine in bianco e nero di artisti che, in modo iconico, si sono affermati nell’immaginario collettivo attraverso una variopinta estetica Bauhaus (palese nel look, nelle copertine degli album, nelle immagini proiettate durante le esibizioni dal vivo). Dovevamo del resto rispettare un cliché delle nostre Guide Rapide per Metellari, rigorosamente introdotte da una foto o un disegno in bianco e nero dell’artista di volta in volta trattato. Come se le tonalità che vanno dal bianco al nero, passando per il grigio, volessero rivelare un’anima oscura di artisti molto popolari, attirando così l’attenzione del metallaro, in genere attratto dal lato "oscuro" delle cose.
Con i Kraftwerk il gioco riesce peggio del solito, anche perché le connessioni dirette con il metal sono pressoché inesistenti. Non staremo pertanto a ricercare con il lanternino tracce dirette della loro influenza su artisti metal. Parliamo dei Kraftwerk semplicemente perché è impossibile non farlo, considerata la loro importanza per la musica popolare del novecento & beyond... La loro musica, del resto, porta con sé un carattere universale che non potrà lasciare indifferente nessuno, nemmeno il metallaro che sia disposto a prendere armi e bagagli, scavalcare il recinto e passare nel territorio del “nemico”: l’elettronica.