L'uomo dai mille progetti, colui che ha dato un'anima progressiva al Death metal svedese, l'artista che ha anticipato ed influenzato gli Opeth, il commesso Dan Swanö (lo sapevate che ancora oggi lavora in un negozio di musica?) è il protagonista con gli Edge Of Sanity della nona posizione della nostra classifica dei migliori Concept Metal Albums di tutti i tempi.
9° POSTO: EDGE OF SANITY "CRIMSON"
Nel 1996 Dan Swanö fa una precisa scelta: non dividere le canzoni, ma realizzare una lunga unica traccia di 40 minuti in "Crimson". Idea semplice, ma che risulterà geniale anche nella pratica.
Lo immagino nel negozio di dischi, mentre a lavoro gli arriva l'intuizione:
- "Giovanotto mi scusi vorrei regalare una compilation di Mariah Carey a mio nipote. Cosa mi consiglia?"
- "Aspetta aspetta sì una canzone sola, che idea! Un disco - una canzone - un concept mai visto prima..."
- "Ma come una canzone sola di Mariah Carey?! Mi scusi che compilation è?"
- "Non capisce signora che novità sarebbe! Capo! Capo!!! Prendo una settimana di ferie devo correre in studio!"
Chi vive vicino a Dan non deve avere una esistenza facile, perché sono sempre tante le idee e i suoi progetti, anche se leggenda vuole che faccia fatica a sostenere il suo growl dal vivo e sia così costretto a pochi show, compensati però da tanti dischi e progetti paralleli.
La Storia di "Crimson" è degna di una letteratura contemporanea a metà tra socio-politica e spunti futuribili in stile Asimov. Swanö ambienta infatti la trama in un futuro non precisato dove nessuno può avere figli, ma solo il re e la regina di questo desolato mondo riescono a far nascere dalla loro unione una bambina. La madre però muore durante il parto e il re ne risente sia a livello umano, sia a livello sociale, anche perché il malessere psicologico della popolazione è crescente e il pianeta subisce numerose rivolte. In una di queste cade il suo regno, ma la figlia del re diventa anch'essa protagonista di una caccia al potere in alleanza con un cupo personaggio diabolico.
Sete di potere, frustrazione, paura del domani, solitudine e cattiveria dell'umanità sono i temi che corrono nella storia e si riflettono nella musica.
Un Death progressivo che ci assale dal primo secondo in poi, ma sempre con quel gusto melodico svedese. Akerfeldt e i suoi Opeth copieranno tutto da questo disco e, approfondendo alcune tematiche progressive, costruiranno la loro carriera sulla lezione imparata da "Crimson". Non a caso Mikael suona la chitarra e registra alcune parti vocali in questo album, come Giotto aiuta Cimabue nel completare alcune opere, così l'allievo Akerfeldt contribuisce a questo lavoro prima di superare il maestro Swanö.
La trama si conclude con la figlia che prende il potere, ma anch'essa tradisce il popolo andando contro gli anziani per annullare la Saggezza (ma perché? nda). Il popolo ribelle catturerà la nuova regina e la rinchiuderà in prigione, lasciando aperto comunque il destino di questo strano sterile mondo.
Il disco è un capolavoro concettualmente, ma anche musicalmente. La varietà con cui gli Edge Of Sanity suonano Death non si era mai sentita e, tratto da non sottovalutare, non temono la sperimentazione e l'unione tra momenti doom o parti più melodiche sempre legate alla storia. Qui c'è un Concept Album rigoroso dove la musica segue la storia, la interpreta e la vive come una influenza reciproca.
Dopo di questo non ci sarà mai più un concept Death metal così coeso, proveranno gli Opeth con album strepitosi come "My Arms Your Hearse" o "Morningrise" ma non avranno lo stesso amalgama con la storia narrata. Forse solo il dimenticato "The Key" dei Nocturnus può avvicinare gli Edge Of Sanity come coerenza complessiva di una storia in ambito Death metal, ma Dan Swanö lascia al mondo musicale estremo una chicca che a distanza di venti anni resta insuperata per genialità e qualità.
Risulta davvero umiliante leggere le recensioni sparse nella rete di questo album, con i poveri scrittori che sembrano trasformarsi in cronisti sportivi: al 12° minuto c'è uno spunto doom, al 23° minuto una bella apertura melodica, al 40° minuto l'arbitro fischia la fine e manda tutti sotto la doccia!?
Risulta davvero umiliante leggere le recensioni sparse nella rete di questo album, con i poveri scrittori che sembrano trasformarsi in cronisti sportivi: al 12° minuto c'è uno spunto doom, al 23° minuto una bella apertura melodica, al 40° minuto l'arbitro fischia la fine e manda tutti sotto la doccia!?
La vera raison d'être di questo disco è il flusso, lo scorrere panteistico di growl e clean vocals, le sfuriate death e le pause melodiche, ma soprattutto quel meraviglioso e fragile equilibrio. Un equilibrio che altri dischi non riescono a mantenere, una sfida vinta dentro un genere che si presta meno di altri al cosiddetto stream of consciousness.
Il flusso di coscienza è tipico del romanzo modernista novecentesco e si avvicina al monologo interiore che "Crimson" in realtà non è, ma sul piano stilistico ci sono punti di contatto perché in questo genere letterario si usa una sintassi non regolare e si abolisce la punteggiatura, così come gli Edge Of Sanity non si fermano mai e annullano il frazionamento tramite canzoni.
La tecnica del flusso di coscienza è caratteristica di un numero ristretto di opere e non so se, accanto ai lavori di Arthur Schnitzler, a "Mrs. Dalloway" di Virginia Woolf o al celebre Ulysses di James Joyce, ci possa stare anche "Crimson", ma il meccanismo che porta ai vertici della sua sperimentazione è il medesimo di quei capolavori e noi siamo fieri di te Dan!
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