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2 set 2018

VIAGGIO NEL METAL ASIATICO - METAL SULLA VETTA DEL MONDO, PARTE II: BHUTAN, ENTROPIA DI UNA SCENA



In Bhutan, il secondo dei tre paesi himalayani che andiamo a esaminare, siamo già messi meglio che in Tibet. In Tibet si sogna l'esistenza di una scena, in Bhutan abbiamo per lo meno le foto dei gruppi. Per la musica purtroppo è un altro discorso. 

Le premesse ci sono. Anzitutto un gruppo Facebook “Metal Bhutan”, più un altro gruppo che in generale raccoglie contributi da ogni realtà musicale bhutanese. Apprendiamo addirittura di un evento nazionale, il Painkiller 1.4 del 2016, la cui data e sede sono tenuti gelosamente nascosti. Il tutto però a fronte di una produzione che propone a malapena qualche spezzone live, di cui uno dei Forsaken che suonano "Sad but True" dei Metallica... 

Su Metal Bhutan si legge ad un certo punto l'annuncio della cancellazione del festival Painkiller 1.4, per cause non meglio precisabili. Qualche sospetto ce l'abbiamo. L'anno dopo, parte l'annuncio per inviare materiale e iscrizioni al Painkiller festival 1.5, di cui non si sono più avute notizie ad oggi (le iscrizioni sono scadute già a Dicembre scorso). Di questo passo un giorno ci racconteranno che stanno organizzando la quindicesima edizione del Painkiller, come se tutto ciò fosse davvero esistito… In un'intervista ad uno dei pochi che può saperlo, l'organizzatore, si apprende che di festival in Bhutan ce ne sono stati "almeno due": un Painkiller e uno Sky Iron

La “first buthanese metal band” Metal Visage ci tiene a lasciare come unica testimonianza della propria esistenza un video live del 2011 in cui suonano una cover di "Cowboys from Hell" dei Pantera. I Who's your daddy? puntano sul colpo di sonno proponendo una cover live di "Fear of the Dark" degli Iron Maiden. Il resto sono foto. 

Un esempio? I Dark Regent: sulla pagina Facebook non se ne hanno notizie dal 2015 ed è un peccato perché nel 2014 hanno lavorato alacremente. Addirittura abbiamo tracce sul diario di un assolo e di una intro per un nuovo brano (i riff sono in lavorazione, si specifica). I Vociferous invece sono al limite della non-esistenza assoluta, nel senso che Google trova un risultato (1) inserendo le parole vociferous e bhutan

Mancando materiale, purtroppo, ci dobbiamo accanire sull'unica band che ha un certo spessore di esistenza, i già citati Forsaken. Essi si formano dalle ceneri di tre band, secondo un fenomeno di entropia che sta uccidendo il metal bhutanese appena nato: muoiono tre band, se ne forma una, e così fino all'estinzione che è evidentemente in atto. Ci tengono a far sapere che hanno vinto la “Battle of the bands” nel 2013 e che si esibiscono prevalentemente in locali del luogo tipo pub, ma talvolta anche all'aperto, come nella piazza della Torre dell'Orologio (basta ridere!), lo stadio e il centro culturale (in Bhutan i centri culturali sono per definizione all'aperto). 

Sul sito di Globalmetalapocalypse che riporta questa bio si dovrebbe poter acquistare anche il loro album in versione digitale, ma sappiate che i nostri sono per lo più una cover band “dei loro gruppi preferiti”. Stanno in parallelo lavorando su un EP intitolato “Broken Delusions” e hanno una manciata di brani originali nel loro repertorio. La cosa è interessante, perché sono ben due cose diverse: brani originali da tenere nascosti e brani ancora non composti che riempiranno un EP. Ciliegina sulla torta: con questa caratura non potevano che essere loro i padrini del famoso festival Painkiller, “che si tiene ogni anno a Thimphu (finalmente sappiamo almeno dove in teoria dovrebbe aver luogo, visto che sulla locandina non è riportato). 

Approfondiamo e scopriamo altri succulenti dettagli: il festival ha una durata preventivata di 45 minuti e si tiene proprio nella famosa piazza della Torre dell'Orologio, in pieno inverno (almeno questo nel 2015, perché l'aggiornamento sul sito ufficiale è fermo lì). Pace, ma almeno su questo sito c'è il famoso materiale repertoriale dei The Forsaken, che include qualche minuto di musiche non meglio definibili, forse arrangiamenti in attesa di vocals, forse lavori in corso, che vanno già bene però come colonne sonore per videogiochi. 

D'altronde la strategia dei Forsaken è sulla lunga distanza. Poiché in Bhutan la gente si stupisce a sentir suonare metal, allora loro hanno avuto un'idea geniale, ovvero inserire nel loro repertorio (che praticamente non c'è) brani rock famosi, così da conquistarsi il favore del pubblico. Certo, non è facile da capire, ma secondo me è geniale: per suonare metal e strappare degli applausi in Bhutan bisogna non suonare metal. E così si spiega perché la scena si è così sviluppata e perché il massimo della produzione siano delle cover

Peccato, è stato un po' come partire per le vacanze in camper senza benzina e con quattro gomme forate. Evidentemente c'è Himalaya e Himalaya, perché non molto distante, nel Nepal, la scena c'è ed è anche di un certo livello…

A cura del Dottore