18 mar 2020

IL METAL AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: "COSMIC PANDEMIA" (MONSTROSITY)


Sono seduto sul divano di casa, la televisione rilancia con insistenza le notizie sul virus e diventano quotidiane parole come epidemia, pandemia, virus e contagio. Coloro che ci governano assumono decisioni drastiche per abbassare il numero degli infettati, per limitare la diffusione della malattia che tanto spaventa il mondo, e chiudono scuole, attività commerciali e sportive.

Si diffonde l'idea della quarantena tra la popolazione, si moltiplicano messaggi e inviti a restare a casa, ma Metal Mirror non vi lascia mai soli. Ci sono canzoni che analizzate singolarmente contengono la sostanza di tutti i messaggi legati al coronavirus, tracce che contengono suoni che sapevano, immaginavano, prevedevano, forse temevano e quindi esorcizzavano il contagio.

La nostra rassegna inizia non troppo lontano. Nel settembre del 2018 i Monstrosity compongono "Cosmic Pandemia" e le liriche suonano profetiche alle nostre orecchie di oggi:

"Warning comes but this fate has sealed
Embracing the end
A toxic filled empyrean
Infinite, Omniverse of atrophy
Motionless, the silencing of infinity
The pain and what it now brings
A witness to this dying world
Cosmic Pandemia
Cosmic Pandemia"

I Monstrosity inseriscono questo primo brano nel discreto "The Passage of Existence", fotografando questo nostro momento: l'apertura del disco, infatti, è un passaggio nelle nostre attuali esistenze con note incosapevolmente profetiche.

Ci sono alcune cose che mi fanno iniziare questa rassegna con "Cosmic Pandemia" e che accompagneranno molte canzoni che analizzeremo nelle prossime settimane su questo tema: il senso della perdita.

Inutile negarlo che i Monstrosity sono diventati celebri, di riflesso, proprio per un distacco: quello da George Corpsegrinder Fisher, che decise di lasciare la band nel 1996 per andare a cantare nei Cannibal Corpse. Fino a quel momento vivevano in una serena ombra, in un rassicurante silenzio brutale. Dopo l'addio e la perdita del loro cantante, toccherà prima a Jason Avery e poi a Mike Hrubovak proseguire il progetto mostruoso, ma la loro definizione si delinea da questa perdita.

Adesso noi stiamo definendo le nostre vite con le perdite di quelle degli altri e i bollettini giornalieri della Protezione Civile che aggiornano defunti, contagiati e ricoverati in terapia intensiva ne sono il simbolo. I Monstrosity hanno tracciato la loro personalità dalla perdita di George: scomparso lui, le (poche) persone interessate si sono iniziate a chiedere dove avesse cantato Corpsegrinder prima e dunque hanno scoperto i Monstrosity.

Oltre alla perdita, il secondo punto che mi ha spinto ad iniziare la rassegna con "Cosmic Pandemia" è la poca consapevolezza del gruppo rispetto alla malattia. In sintesi ho la sensazione che per loro parlare di pandemia o stupri o violenze di altro genere non comporti una grande differenza: c'è solo la volontà di dare un contorno lirico aggressivo alla propria musica.

Corretto in linea di principio, ma oggi più che mai sento forte lo stacco, lo iato, la frattura tra quello che loro componevano nel loro studio e quello che il mondo sta vivendo oggi. La pandemia adesso è parte delle nostre vite, è interna alle abitudini e si rafforza come uno spartiacque delle nostre esigenze, mentre per i Monstrosity era uno dei vari argomenti da trattare in un disco death metal.

Non è colpa loro, ma questa lontananza tra concetto astratto e reale la sento molto, come quando leggi brani di Primo Levi dedicati ai campi di sterminio e li paragoni ad un documentario. Da una parte percepisci le ferite e il dolore di chi ha vissuto certe esperienze in prima persona, dall'altro soltanto informazioni. Così accade per i testi dei Monstrosity e il coronavirus ai giorni nostri.

Una finale riflessione musicale è che nessuna delle canzoni che andremo ad analizzare probabilmente riprenderà i suoni che nel mio mondo riflettono la pandemia. Passeremo in rassegna vari generi, dal death al power metal, ma nessuna traccia mi trasmetterà la sensazione endemica del virus.

Per me il suono di questa epidemia è un brusio leggero, soffuso come un gas, una vibrazione di zanzare, un pulviscolo ovattato, impalpabile; mentre le canzoni che formano questa playlist, e che analizzeremo. sono delle compagne di viaggio, sono zattere che ci accompagnano in questo aere dantesco, sperando che non si tratti di zattere della Medusa.

Resto della Rassegna:

- "Pandemic" - Accept

- I Pandemia

- "Patient zero" - HammerFall

- "The Pestilence" - Kreator

- "Virus" - Iron Maiden

- "Epidemic of violence" - Demolition Hammer

- "Epidemic" - Slayer

- "Virus" - Luca Turilli's Dreamquest

- "Virus" - Heavenly

- "Chronic Infection" - Pestilence