Usciva lo scorso anno la raccolta "40 Years at War - The Greatest Hell of Sodom" in cui la storica band tedesca ri-registrava con la nuova formazione un brano da ciascun album (sedici in tutto!) per celebrare i suoi quarant'anni di vita (la primo demo "Witching Metal" era uscita nel 1982). Ad anticipare l'operazione il brano inedito "1982" che mi fece esclamare "ma quanto sono ancora cazzuti i Sodom!".
Mi balenò dunque l'idea di scrivere qualcosa sulla band, ma poi, cadendomi l'occhio per puro caso sulla data di nascita di Tom Angelripper, ho preferito rimandare queste mie riflessioni in data odierna, sessantesimo compleanno del Nostro...
Tommaso SquartaAngeli, all'anagrafe Thomas Such, nasceva infatti il 19 febbraio del 1963 a Gelsenkirchen, città della Renania Settentrionale nota per i giacimenti di carbone ed acciaio e per la produzione delle armi durante il periodo nazista. Già questo aspetto spiegherebbe tante cose sul personaggio, ma non vogliamo fare un'agiografia quanto tentare un bilancio di una carriera. Sessanta anni è infatti una età importante per chi suona metal estremo, tanto più per chi può vantare quattro decenni di carriera ed uno status di culto fra gli addetti ai lavori.
Mi lega un fatto personale a Tom Angelripper. Al termine di un fantastico concerto che vedeva sul palco avvicendarsi la sacra triade del thrash teutonico, ossia Sodom, Kreator e Destruction, ebbi modo di salutare di persona Angelripper e di stringergli la mano. Ricordo ancora la mano moscia di Angelripper, dettaglio che, a scapito del personaggio che possiamo immaginarci, rientrava con coerenza nell'idea di bonaccione un po' alticcio che mi dette il cantante/bassista nell'aggirarsi fra la gente dopo l'esibizione.
Angelripper si definisce un bevitore da competizione, ma chiarisce anche che è importante sapersi moderare per meglio dosare le energie (del resto è pur sempre a lavoro). Ha il vizio del fumo ma non si è mai drogato, e questo spiegherebbe la sua longevità (del resto i più semplici di spirito ma con salde convinzioni sono quelli che campano di più - Lemmy docet). Ama la caccia perché ama la natura (un ragionamento che fa qualche piega) e non ha mai visto lo streaming come una minaccia (in fondo - si consola - i suoi pochi fan probabilmente continuerebbero a comprare i dischi, e in questo potrebbe avere anche ragione). Per lui non c'è niente di strano nel fare sesso con bambole gonfiabili e si stupisce se glielo chiedi (almeno stando alla reazione stupita in una intervista quando gli è stato chiesto di spiegare come mai nelle foto di "Get What You Deserve" i componenti della band si erano fatti ritrarre in atteggiamenti amorosi con una bambola gonfiabile). Angelripper, più in generale, è uno di quelli che passa sulle mode con la potenza schiacciante di un cingolato. Egli è stato in grado di attraversare illeso la tempesta perché non l'ha riconosciuta, ma anche perché è un personaggio tosto: l'acqua lo bagna, il sole lo asciuga.
La coerenza è senz'altro una qualità di Tom Angelripper ed è anche il fulcro della sua visione artistica: aspetto, questo, che può piacere a molti ma lasciare indifferenti od addirittura urtare la sensibilità di altri. Se è vero che un orologio fermo ha ragione almeno due volte al giorno, Tom Angelripper ha avuto ragione almeno due volte nella sua quarantennale carriera. Una volta all'inizio del suo percorso, quando, nei primi anni ottanta, i Sodom si sono inseriti nell'alveo di quelle band che sarebbero divenute seminali per death e black metal, contribuendo a forgiare il profilo del metal estremo. Una seconda volta quando, all'alba del nuovo millennio, avremmo assistito ad una sorta di thrash revival (un'ondata di giovani band che, senza innovare, intendevano rinverdire la stagione del thrash classico): in questa fase i Sodom avrebbero raccolto i frutti della loro immobilità artistica, costituendo un punto fermo ed un esempio di attitudine da seguire. Ad aggiungere lustro al nome della band contribuì inoltre il fatto che sarebbe stata indicata fra i precursori di certe sonorità black metal emerse negli anni novanta e poi consolidatesi nei decenni a venire.
Insomma, ad essere cattivi, potremmo dire che all'inizio i Sodom furono sospinti dal nascente movimento thrash metal (di cui sono stati esponenti di seconda fascia) e poi dal successo del black metal (a cui sono stati ricollegati in modo opinabile). In verità i Sodom non hanno mai suonato black metal in senso stretto, ed anche nelle forme rozzissime degli esordi dell'EP "In the Sign of Evil" (1985) e dell'LP di debutto "Obsessed by Cruelty" (1986) sembravano piuttosto una versione estremizzata di Motorhead e Venom. Più punk e speed-metal che thrash, i Sodom degli inizi offrivano velocità, impatto e suoni mal equalizzati. Aiutava un approccio pragmatico squisitamente teutonico che raddrizzava quel che nasceva storto e che rendeva il tutto indubbiamente efficace.
Ovunque la si guardi, questa è la visione artistica di Tom Angelripper: una visione primitiva del metal, incapace di voli pindarici, ma capace di esprimere una forte personalità e marchiata da una voce divenuta con il tempo inconfondibile. Se i Sodom hanno fatto qualcosa di virtuoso, il merito è di altri, non di Angelripper. La fase più creativa della band, quella che ha condotto alle sonorità del thrash metal, è infatti attribuibile principalmente all'operato del chitarrista Frank Blackfire che guarda caso era in organico in occasione dei due capolavori della band, "Persecution Mania" (1987) ed "Agent Orange" (1988). Con quegli album il sound dei Sodom diveniva massiccissimo, l'esecuzione più professionale, il messaggio si svincolava dalle puerilità sataniche degli esordi e si andava a focalizzare su suggestioni belliche per paradossalmente piegarle ad un messaggio pacifista (aspetto di indubbio pregio). Emergeva, infine, un inedito (per il contesto) senso dell"humour, non difettando la band quanto ad auto-ironia e ad una misurata goliardia.
Questa in soldoni sarebbe rimasta fino ai giorni nostri la cifra stilistica di Angelripper, succube del suo mito di sempre Lemmy Kilmister: un'ossatura basso/voce/attitudine intorno al quale tutto sarebbe ruotato senza troppi salamelecchi. Un percorso senza pressioni sul collo ed anzi, da un certo punto in poi, sospinto dal supporto incondizionato di uno zoccolo durissimo di fan nel contesto più ampio di una opinione pubblica stra-favorevole. Impossibile sbagliare.
Oggi Angelripper sostiene con fierezza di non essere mai cambiato laddove altri lo hanno fatto per compiacere le esigenze del mercato (con ovvie frecciate ai colleghi Kreator e Destruction che nel corso degli anni novanta hanno cercato di modernizzare la propria proposta). Non è del tutto vero: anche i Sodom hanno avuto il loro sbandamento negli anni novanta. "Better Off Dead" (1990) presentava un sound più morbido e hard-rock oriented, in linea con l'ammorbidimento collettivo che il thrash viveva all'epoca; "Tapping the Vein" (1992), invece, recuperava terreno cercando di allinearsi ai canoni dei death metal che era divenuto nel frattempo l'avamposto più estremo del metal; "Get What You Deserve" (1994), infine, mandava tutto a puttane con un approccio scanzonato, brani brevi e sempliciotti che disconoscevano tutto ad un tratto le geometrie rigorose del thrash metal. Dopo un paio di lavori interlocutori come "Masquerade in Blood" (1995) e "'Til Death Do Us Unite" (1997), i Nostri tornavano a convincere con "Code Red" (1999): da lì in poi i Sodom sarebbero divenuti "i Sodom che suonano i Sodom".
I molti musicisti che successivamente si sono susseguiti nella formazione, stando a quanto dice lo stesso Angelripper, si sono uniformati a quel Sodom-sound che nel frattempo era divenuto Storia: la replicazione di una formula vincente che si era affermata all'insegna della semplicità, ma che non si è saputa evolvere nel momento in cui questo veniva richiesto e che quindi ha tentennato per qualche tempo per poi consolidarsi nuovamente all'insegna della coerenza, dell'attitudine e della genuinità. Se nel metal, del resto, hai una storicità e ti trovi nelle condizioni di non dover cambiare senza che nessuno ti rompa il cazzo, è fatta: sei blindato a vita e hai un posto più sicuro di un impiegato in Comune. Ai Sodom, entrando in studio, basterà fare l'album leggermente più lento, quello un po' più thrash, quello un po' più punk (che poi sono le tre uniche dimensioni che Angelripper conosce) e buttare in copertina la solita mascotte con elmetto e maschera antigas.
Non si fraintenda: i Sodom sono un grande gruppo che, come una cometa, ha sorvolato per quarant'anni sul cielo del metal estremo, e che continuerà a farlo per molti altri anni ancora. Tom Angelripper andrà avanti fino in fondo, come il suo maestro di vita Lemmy...