"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

6 mar 2017

GENESI DI UNA GAFFE: I MEGADETH AI GRAMMY AWARDS




Si può naturalmente raccontare la Storia come si vuole. Non c'è in fondo materia più opinabile, aveva ragione Erodoto a ritenerla poco più di un racconto fantastico. Nel 2017 si parla però ancora della diatriba Megadeth e Metallica addirittura ai Grammy Awards, ma siamo in realtà a celebrare un funerale con i fiocchi. Anzi più di uno.

Partiamo dai fatti: i Megadeth sono stati premiati col primo Grammy della loro carriera nella categoria “Best Metal Performance“ allo Staples Center di Los Angeles per “Dystopia”, title track dell’omonimo album uscito nel 2016.
In mezzo ad una platea ingessata e peraltro neanche così numerosa, l'attesa per la nomina non sembra spasmodica, ma tra Korn, Baroness, Gojira e Periphery la spunta proprio la truppa di Mustaine.

Sul palco giace però una band assoldata dal baraccone statunitense dei Grammy che, chissà a quale cifra, è tenuta a realizzare uno stacchetto musicale per accogliere gli artisti e colmare quel vuoto temporale dato dalle congratulazioni di rito e l'arrivo fisico sul palco dei premiati. Questa fantomatica orchestrina accoglie i Megadeth sulle note di "Master of Puppets" dei Metallica e pagherei per sapere, sotto la folta chioma, cosa ha pensato MegaDave.

In quel momento imbarazzante si celebravano numerosi funerali: in primo luogo quello della competenza, ma anche quello dei Megadeth e dei Metallica nel starbusiness. Capisco lo sforzo di mettere il metal nel jet set, o meglio non lo capisco, ma ormai l'ho accettato per determinate band, però almeno...documentatevi un minimo!

Se avessero suonato un pezzo di Lady Gaga al posto di uno di Rihanna, sarebbe stato uno choc planetario e avremmo visto molte unghie rosse davanti a labbra piene di rossetto. Invece così ci raccontiamo di questa gaffe tra noi, sorridendo amaramente perché non ci interessano i Grammy però questi momemnti ci amareggiano comunque.

Vedere le folte chiome in giacca scendere allo Staples Center è comunque uno spettacolo buffo, vedere gente glamour fargli le corna in segno di rispetto è ridicolo, ma al contempo quelle note di "Master of Puppets" erano anche il funerale dei Metallica. Proprio loro che si sentono ben riconosciuti adesso dai media, proprio ora che Ulrich si sente un personaggio pubblico, invece sono ancora confusi con i Megadeth o con la musica metal in generale.

Come quando incontri un giocatore di calcio del Carpi e gli chiedi di salutarti Buffon; come quando raccogli autografi di Scamarcio e, prima di farlo andar via, ti viene il dubbio: "Ma chi cazzo è?"; o come quando vedi Renzi e pensi a Berlusconi...insomma il calciatore, l'attore e il politico ti salutano pensando di averti fatto un favore, pensando di avercela fatta, ma in fondo non sono nessuno per te se non marionette di uno show non richiesto.

"In the future everyone will be world-famous for 15 minutes" diceva profeticamente Andy Warhol e così Mustaine avrà digrignato i denti in camerino, ritirato il premio con il sorriso, avrà subito dopo fatto uso di stupefacenti; erano anni che non lo faceva, ne era uscito, ma ascoltare "Master of Puppets" ed essere ancora confusi con i Metallica è troppo, le droghe sono necessarie ancora e forse gioveranno per avere un miglior nuovo disco in futuro.