Sir Luttinen, o Kimmo, o uno dei nomi che si sono dati via via, ad un certo punto venne preso da parte dalla vecchia nonna che gli ha detto: “Senti Kimmo, ma queste cose che suonate ultimamente, sono un po’ tristi, bestemmie, porno all’ingrosso….o dove sono quelle belle canzoni d’amore che avevate iniziato a comporre un tempo…? Perché non ne fate altre!?”. Fu così che, seppur per breve tempo, uno dei due Luttinen provò a sviluppare l’anima romantica degli Impaled Nazarene, con un progetto collaterale denominato Legenda, di scarso seguito.
Quale
anima romantica? Potreste aver ragione, in effetti. Si tratta di quella emersa
in maniera puntiforme in "Suomi Finland Perkele" (1994), secondo brano “Blood is thicker than water”, di cui
abbiamo già trattato a proposito delle “più atroci canzoni d’amore del metal”.
Sinceramente, a parte la resa in sede live, la svolta punk o speed-core -o come la si voglia chiamare- ad impronta non mi ha per niente entusiasmato. Le cose più interessanti degli Impaled Nazarene dopo quel disco sono stati i titoli, talvolta le copertine.
D’altronde,
le provocazioni a suon di peni a motore e vagine d’acciaio, a livello
d’immagine, sono derivate dal mondo di HR Giger – e quindi già viste. Dal punto
di vista lirico, niente di niente: in tema di porno sadomaso, sono già
stucchevoli quegli zozzoni dei Carpathian Forest, che hanno gli stessi momenti
morti di creatività, ma almeno non pretendono che tu ci rida.
Niente
porno-assalti sonori quindi, solo sbadigli. L’elemento pornografico funzionava meglio,
ai tempi di “God/ la simmetria del pene” e “Dog/ l’arte della vagina” ("Tol
cormpt Norz Norz Norz", 1992), quando era solo uno dei tanti elementi di suggestione
di un mondo estremo e oscuro.
Tornando
a noi, da un’idea di nonna Luttinen nacquero così i Legenda, come un
ripensamento stilistico degli Impaled, ma furono un buco nell’acqua,
commercialmente e come impatto. Praticamente una one-mand band di Kimmo
Luttinen, pubblicarono due album nella seconda metà degli anni ’90: "Autumnal" ed "Eclipse". Quando comprai "Autumnal" (1997), presi al balzo la palla che speravo mi tirassero, e cioè la
prosecuzione dello spirito di “Blood is thicker than water”. Un po’ di humour
nero, anzi più che umorismo già sarcasmo. Musicalmente soprattutto, un riffing
profondo, spesso, lento e cadenzato, tastierato quando serve. Insomma, una cosa
che nessuno aveva mai fatto: un black epico-melanconico con una forma canzone.
"Autumnal" è quasi tutta una variazione sul tema dell’amore interrotto, rovinato, reciso
prematuramente rispetto al suo naturale svolgimento. Gli indizi sono i
seguenti: a) di lei si parla al passato, in maniera irreversibile; b) lei deve
aver fatto qualcosa di estremamente offensivo nei confronti di lui e del loro
amore; c) scorrono fiumi di sangue. Tutte le questure finlandesi sono
allertate. Cosa di preciso abbia fatto lei non è chiaro, ma il protagonista non
l’ha digerito: parrebbe quindi essere un problema di corna.
"Blood Red Sunset" è una nuovo episodio
della serie di "Blood is thicker than
water", stessa storia e stessa conclusione:
Tramonto rosso sangue era
la notte che ci incontrammo sulla spiaggia
dell’oceano
lo stiletto rosso sangue era quello
con cui trapassai il tuo cuore, e perché poi
?!...
Tramonto rosso sangue era
La notte che ho ucciso quella maledetta
troia
Mentre il suo sangue macchiava il mio
giaccone rosso sangue
Io non ne avevo mai abbastanza
Tramonto rosso sangue era
Quella notte che ho stuprato quella brutta
grassa troia
Rosso sangue era il principio morale
che mi fece scattare e infierire ancora e
ancora
Tramonto rosso sangue era
la notte che mi feci saltare le cervella
Tramonto rosso sangue era
La notte che la mia vita scolò via dentro le
fogne.
E un
ispirato Luttinen galoppa per immagini
Il buio che senti è
Il buio che sono
Il freddo sulla tua gola
È la mia mano
…
E tutta la tua pelle
È erba tra le mie mani
E tutta la tua pelle si disfa
Come erba d’Autunno
L’identificazione
con la natura prosegue, dal clima a chi anima il paesaggio. Quando lui andava
con la sua bella a passeggio per boschi infestati da lupi (si usa così in
Finlandia, altrimenti resti a casa che è meglio), i lupi stessi seguivano la
coppia in segno di rispetto alla debita distanza. I due passeggiano sotto la
pioggia (si va sempre a far due passi nel bosco quando piove in Finlandia), e i
lupi ululano senza attaccare, perché l’amore accende gli occhi degli amanti e
li rende meravigliosi e minacciosi ai loro occhi.
Ma
dopo il tradimento, saranno i lupi a vendicarlo, quali sacerdoti dell’amore
ferito che si sentono personalmente offesi.
“E’ di nuovo il momento di
una serena passeggiata sotto la pioggia di
Ottobre
Una goccia di sangue richiama i cacciatori
E tu sei la preda
Ricordi le notti in cui camminavamo in
questi campi meravigliosi
Dove crescono le rose morte
Qui dove piove sangue
In questa valle di misteriose cascate rosse
L’unico rumore che si può udire è
il verso del lupo che rompe il silenzio
Ogni notte, ogni giorno, ogni luna piena
venivamo qui
Ogni notte, ogni giorno, a vivere il nostro
sogno
Una serena passeggiata sotto la pioggia di
Ottobre volge al suo termine
Nessuna caccia, mai più; nessun vento
soffierà;
gli occhi dei lupi non sono più accesi.
Quindi
se Luttinen ti invita a fare una passeggiata nel bosco quando piove che Dio la
manda, e si sentono da lontano i lupi ululare, già uno non ci doveva andare. Ma
se poi quello è l’ultimo appuntamento per chiarirsi, per non lasciarsi così con
rancore, allora non dite che non vi
avevo avvisato.
Insomma
Luttinen sta parlando di quel concetto alla base di molti femminicidi, per il
quale un amore rovinato, piuttosto che evolvere in qualcosa di diverso o finire
lì, è meglio che prosegua con l’annientamento. Nell’annientamento non si
recupera certo il sentimento, ma si riprendono in mano le sorti di una storia
che si sente esclusivamente propria, e fatalmente nelle proprie mani, pena il disonore, la
mortificazione. Un destino condiviso come quello di un amore vissuto in modo
totalizzante non prevede, per Luttinen, una fine dissociata. Io qui e tu chissà
dove, con un altro magari. L’amore si
compie ugualmente nel connubio così come nell’annientamento. Un tema
universale, perché al di là dell’adattamento Finlandese che già da solo fa
molto “humour nero”, tutto il mondo è paese in tema di delitto passionale.
A Poggioreale ce steva n'ammico, se chiamma Ciro / Diceve, sempe ca ereno ddoje 'è mumente ca n'omme pò sta felice cu 'na femmena: quanno s' 'a sposa e quanno l'accide!
A Poggioreale ce steva n'ammico, se chiamma Ciro / Diceve, sempe ca ereno ddoje 'è mumente ca n'omme pò sta felice cu 'na femmena: quanno s' 'a sposa e quanno l'accide!
(“Lelluccio” Magliocca in Gomorra, serie
II, alla donna che lo ha tradito).
Non
vendetta, o non solo: ma proprio senso di possesso frustrato e quindi
rilanciato nella sua forma distruttiva.
Perché
con tutto questo materiale poetico e una vena stilistica abbastanza ben
definita, i Legenda non decollarono? Il
successore di "Atumnal", che riprese l’idea del colore dominante per la copertina
(stavolta blu anziché rosso) e del titolo a parola unica, ma poi
stilisticamente e liricamente si perse in spunti di vario tipo, decisamente
meno personali. La
voce di Luttinen era efficace solo in certi passaggi, poco definita, un
gracchiare non sufficientemente potente né profondo.
L’alternanza
tra il gotico cadenzato, e il black più tirato, era ormai cosa arcinota
all’epoca, per cui "Eclipse", anziché una evoluzione, fu un regresso verso
soluzioni pescate dal grande calderone del black comune.
Mentre
gli Impaled cazzeggiavano con dischi sempre meno memorabili, l’idea di Nonna
Luttinen rimaneva sostanzialmente incompiuta quanto geniale: belle canzoni
d’amore in salsa black, di quelle che entrano a titolo nel repertorio della
canzone popolare.
Un
capitolo ancora aperto, che è sfuggito completamente al filone black ‘n' roll
(cazzeggiante e cacofonista), così come al black sinfonico (che accetta solo
temi di livello cosmico), a quello erotizzato a forza colla pompa degli ultimi Cradle of Filth (solo donne
vampire che te le vogliono dare, delirio puro), e anche al depressive (che se
mai tratta della negazione del sentimento).
Non nascondo quindi la speranza di vedere Luttinen alla riscossa del proprio destino artistico con una ripresa in extremis di questo progetto, a ringhiare di donne, lupi e dolore, come un Max Pezzali del black.
A cura del Dottore