Meno uno: Katatonia - "Dance of the December Souls" (1993)
Si conclude l'ennesimo giro di giostra nel meraviglioso parco-giochi del funeral doom. Dopo aver passato in rassegna i lavori più significati della oramai quasi trentennale storia del genere, abbiamo qualche mese fa deciso di esplorare più approfonditamente il periodo 1990-1993 in cui è possibile rinvenire quegli esperimenti che avrebbero condotto alle sonorità tanto lente quanto estreme del funeral doom.
Non tutti e dieci i titoli che abbiamo contemplato, in verità, sono collegabili direttamente all’universo del funeral. Fra questi indicherei solamente quattro veri precursori del movimento: i Paradise Lost (i primi a coniugare in modo esplicito doom e death metal), i Winter (campioni indiscussi nell’abbinare pesantezza e lentezza in tempi ancora non sospetti), i Cathedral (ma solo quelli del loro esordio “Forest of Equilibrium”, monumento alla lentezza più sfiancante) e gli Unholy (che esasperarono ulteriormente i toni, spingendo definitivamente il doom nel baratro del metal estremo). Ma l'intero panorama dell'epoca avrebbe fornito utili spunti, e per questo abbiamo voluto trattare anche gruppi provenienti dal death metal (Asphyx ed Autopsy) ed ulteriori nomi dall’universo gothic/doom (My Dying Bride, Anathema, Paramaecium) in quanto espressione di quel calderone di influenze che ha ribollito all’inizio degli anni novanta e che ha fornito importanti suggestioni a chiunque in quegli anni fosse interessato a sviluppare un suono lento ed estremo.
Di questo gruppo di nomi seminali fanno parte anche i Katatonia con il loro lacerante debutto “Dance of December Souls”.