I Gwar sono stati il mio primo impatto con il metal parodistico. Esaltati a priori dalle testate giornalistiche di allora come geniacci soltanto perché parodiavano il metal. Il motivo: uno dei grandi complessi del metal, ossia quello di dover ironizzare su di sé per sentirsi a posto con la coscienza. Corollario di questo complesso: è geniale chiunque la butti sul comico e parodistico, deplorevole chi si prende sul serio o addirittura parla di spiritualità all'interno del metal. Già all'epoca non mi era chiaro il confine tra il parossismo serio, tipo gli australiani Sadistik Exekution, i quali buttano a volte sul caricaturale qualcosa di fondamentalmente serio, e i gruppi-parodia, che costruiscono con serietà qualcosa di fondamentalmente scherzoso.
Comunque sia, questi Gwar erano presentati come il massimo dello shock-rock a livello di allestimenti scenici, mentre sul piano musicale non si riusciva a capire esattamente a cosa questo potesse corrispondere: grindcore, hardcore-punk di (s)pregevole fattura o magari invece metal-pop di grana grossa?