"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

16 giu 2025

VIAGGIO NEL DUNGEON SYNTH: SECRET STAIRWAYS



Giù per le segrete scale: Secret Stairways, "Enchantment of the Ring" (1997)

Abbiamo aperto la nostra rassegna evocando la storia a lieto fine del compositore inglese Jim Kirkwood che, attivo fin dallo scorcio finale degli anni ottanta e dopo aver operato moltissimi anni nel quasi anonimato, un giorno del 2012, navigando per internet, apprese per caso di essere divenuto una autentica Leggenda per gli appassionati del dungeon synth (genere a lui fino ad allora sconosciuto), i quali lo avevano riconosciuto come precursore e padrino del genere. 

Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa di Matthew Daves, poli-strumentista americano che nella seconda metà degli anni novanta ha dato alla luce due lavori chiave e tutt'oggi grandemente celebrati negli ambienti del dungeon synth, ma che sarebbe morto suicida nel 2011, proprio un soffio prima che il genere venisse riscoperto e vivesse il suo rinnovato momento di popolarità. Questi due lavori, pubblicati rigorosamente in cassetta, rispondono ai nomi di “Enchantment of the Ring” (1997) e “Turning Point” (1999). Il primo in particolare verrà indicato come uno dei lavori più belli di sempre dell'epopea del dungeon synth e per questo il progetto dietro cui operava Daves, i Secret Stairways, diverrà un nome imprescindibile per la storia dell'intero genere. 

11 giu 2025

VIAGGIO NEL METAL TOLKIENIANO - SKALD OF MORGOTH_LA NICHILISTICA VOLONTA' DI POTENZA DEL "MALE"

 



Viaggio nel metal 'tolkieniano' - 5) SKALD OF MORGOTH - "The Siege of Angband" (2017)

E Melkor costruì una rocca e un arsenale […] per resistere a ogni assalto che venisse da Aman. A comandare quel luogo forte era Sauron, luogotenente di Melkor; ed esso era detto Angband” (da “Il Silmarillion”, cap. III)

Chi conosce Tolkien, e/o chi ha seguito la nostra Rassegna, si sarà reso conto come i personaggi inventati dalla fervida mente del Professore non sono mai “tagliati con l’accetta” ma, al contrario, presentano tutti una personalità fortemente problematica e sfaccettata. Che, in base agli accadimenti che li coinvolgono, muta, si evolve. Spesso facendoli diventare “altro” rispetto a come si erano presentati inizialmente al lettore.

Detto questo, va anche specificato che i classici “cattivi”, quelli malvagi tout court, nel Legendarium non mancano.

Tenendo fede alla nostra metodologia, che vorrebbe dare una panoramica a 360° dell’universo tolkieniano, oggi ci piace soffermarci su una band che, sin dal monicker, pare programmaticamente voler celebrare questo lato del mondo secondario inventato dal filologo inglese.

6 giu 2025

VIAGGIO NEL DUNGEON SYNTH: DEPRESSIVE SILENCE


Ai vertici del dungeon synth: Depressive Silence. "Depressive Silence [II]" (1996)

Senza Mortiis il dungeon synth non sarebbe esistito o, se fosse esistito, sarebbe stato molto diverso. Sono album come "Født til å Herske", "Ånden som Gjorde Opprør" e "Keiser av en Dimensjon Ukjent" che hanno spinto orde intere di nerd a comprare una pianolina per musicare i propri mondi di fantasia; sono state le folli alchimie sonore di un "Crypt of the Wizard" a fottere il cervello di questa gente in modo irrimediabile, e non altri. Si dia dunque a Mortiis quel che è di Mortiis. 

1 giu 2025

VIAGGIO NEL METAL RURALE: SCAMPOLI FINALI TRA SACRO E PROFANO

 



La magia, noi cittadini, siamo ormai abituati a vederla come spettacolo di illusionisti e prestigiatori sotto le telecamere. Ma l'arte del far credere inizia molto prima e fa leva su coloro che sono più propensi a credere davvero che i destini possano essere influenzati in un dialogo materico, ma misterioso, con le forze della Natura. Materico, perché la magia rurale deve avere un elemento visibile e condivisibile: qualche liquido, il calderone, le polveri derivate dalle piante, gli elementi prelevati dal corpo come capelli, peli, secrezioni varie.

Proprio la materialità della magia la rende in qualche modo affidabile: essa è misteriosa, ma pur sempre un'opera che utilizza la terra, il fango, lo sputo, la pioggia, il fuoco; insomma, quello che le persone già conoscono.

29 mag 2025

COME IL METAL ITALIANO E' DIVENTATO SE STESSO - 50 dischi per conoscere il metal italiano (new edition available!)


Cari Lettori di Metal Mirror,
nel ricordarvi che, da inizio febbraio '23, è disponibile la nuova edizione riveduta e corretta del libro in oggetto, linkiamo qui di seguito gli ultimi riscontri avuti da Truemetal.it e da Universorockandmetal.com:

https://www.truemetal.it/articoli/recensione-libro-come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso

https://universorockandmetal.com/2023/02/25/come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso/

La Redazione
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Finalmente è uscito! Ci riferiamo a "Come il metal italiano è diventato se stesso: 50 dischi per conoscere il metal italiano": il primo libro realizzato dalla redazione di Metal Mirror! Grazie a questa opera l'approccio "metalmirroriano" che avete imparato a conoscere (e, chissà!, ad amare) sulle pagine di questo blog, trova finalmente spazio su carta!

27 mag 2025

VIAGGIO NEL DUNGEON SYNTH: LAMENTATION



Sonate per licantropi: Lamentation, "Fullmoon Over Faerhaaven" (1995) 

Nelle puntate precedenti si è visto come il contributo alla causa della nascita del dungeon synth fosse venuto principalmente da artisti dediti al black metal. Se Mortiis è riuscito a dare continuità a quel tipo di percorso, in molti altri casi non si è usciti dal rango del progetto parallelo, spesso esaurito in pochi album o addirittura demo. Abbiamo citato i due lavori dei Neptune Towers (etichetta dietro al quale si celava Fenriz dei Darkthrone), i tre dei Pazuzu (progetto in cui erano coinvolti membri dei Summoning), l’unico tomo rilasciato da Wongraven (alter ego di Satyr dei Satyricon). 

Il nostro è stato ovviamente un discorso di comodo volto a tratteggiare le gesta dei nomi più noti, ma è importante precisare che dalle nebbie del biennio 1994-1995 stava emergendo una quantità considerevole di nastri e cassettine che andavano a certificare l’avvento effettivo di un nuovo sound. Nenie senza tempo che non esalavano unicamente dalle cripte e dal terriccio umido delle tetre foreste del nord Europa, ma che si irradiavano nell'aere dei luoghi più impensati, approdando persino alle placide e soleggiate sponde dell'Egeo. E' il caso degli ateniesi Lamentation, attivi dal 1994 al 1997 ed autori di tre demo che sarebbero rimaste iscritte negli annali del dungeon synth. 

22 mag 2025

INCINERATION FESTIVAL 2025 (LONDON, 03/05/2025)


Incineration Festival: terza volta in quattro anni per il sottoscritto. Questo potrebbe far sembrare di me un irriducibile aficionado dell'oramai consolidato festival londinese dedicato al metal estremo, ma non è così: ho sempre un approccio critico nei confronti dell'Incineration, ne valuto sempre attentamente i pro e i contro, con una mano sul cuore e l'altra sul portafoglio, perchè non è sicuramente un evento a buon mercato (e quest'anno ha battuto ogni record: 85 sterline che, fra cazzi e mazzi, son diventate 92 - per un'unica giornata!). 

Nel 2022 c'erano stati gli Emperor e fu scontato andarci anche se il resto del bill era del tutto irrilevante, tanto che il mio approccio non fu molto "da festival": semplicemente andai per assistere ad un concerto degli Emperor con un paio di gruppi a fare da spalla. Nel 2023, invece, i nomi in cartellone erano ben più accattivanti e per questo il tutto divenne un'avvincente staffetta che vedeva messi in fila Asphyx, Profanatica, Rotting Christ, Suffocation, Enslaved, King Dude e Marduk. Nel 2024 non ci sono nemmeno andato (la line-up allora non mi convinse per nulla, con gli Amorphis a condurre le danze seguiti da nomi di scarsa rilevanza). 

17 mag 2025

VIAGGIO NEL DUNGEON SYNTH: WONGRAVEN



Pure Northern Medieval Atmosphere Music: Wongraven, "Fjelltronen" (1995)

Nel 1995 il black metal norvegese viveva già una fase di piena maturità, anzi, di post-maturità, visto che nei due anni appena precedenti i nomi di punta della scena avevano rilasciato i loro lavori più significativi e seminali, certificando il consolidamento di determinati tratti stilistici (che, detto per inciso, sarebbero divenuti i codici identitari del black metal per come lo conosciamo oggi). Nel 1995, dunque, la Norvegia era già abbastanza “avanti” nel suo cammino e poteva già permettersi di guardare altrove e tentare nuove strade che permettessero di superare quegli stessi stilemi forgiati negli anni appena precedenti. Un’opera emblematica in questo senso fu “Bergtatt” degli Ulver, lavoro in cui si spingeva ulteriormente oltre la commistione fra black metal e folk. Il folk, del resto, aveva già fatto capolino in diverse produzioni precedenti (si pensi a certe uscite acustiche degli Enslaved), connaturandosi fin dall'inizio con un ingrediente che ben si sposava alla visione artistica del black metal.