"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

30 nov 2018

PERLE DI OSCURITA': TRENT'ANNI DI LYCIA


E’ proprio vero che la notte è notte ovunque. Forse in certi luoghi è più lunga e fredda, ma la coltre nera che essa porta con sé, ristoro per menti e corpi, o scrigno di misteri, covo delle paure più ancestrali, è la medesima in ogni parte del globo. 

Devo ammettere che negli anni ho rivalutato l’America, gli Stati Uniti intendo: officina di genialità metalliche assortite, dal thrash al death, ma anche dal groove-metal al nu-metal, ho sempre considerato gli Stati Uniti un gradino sotto rispetto all’Europa per quanto riguarda la capacità di esprimere emozioni. In particolare negli anni novanta, con l’affermarsi del gothic metal nelle brume inglesi, con l’ascesa del black metal scandinavo, con il proliferare del melodic death metal, il vecchio continente ci ha saputo condurre in un mondo di fantasmi e miti folcloristici, un universo di dolore ed afflizione che non ha conosciuto eguali nel resto del pianeta. Ma con il nuovo millennio qualcosa è cambiato: il black metal ha attecchito anche nelle foreste del Nord America e grazie a band come Weakling, Agalloch, Wolves in the Throne Room si è iniziato a parlare di U.S. Black Metal. I segreti della notte, evidentemente, si sono rivelati anche ai metallari americani, traducendosi in uno sforzo di introspezione inedito per quelle stesse terre che avevano dato i natali, per esempio, allo stoner ed allo sludge. 

Il deserto dell’Arizona è il luogo da dove emergono i Lycia, che Peter Steele ha definito “the most depressing thing I’ve ever heard in my life”, volendoli a tutti i costi sul palco come supporter dei suoi Type O Negative

28 nov 2018

AN ELECTRIC EVENING WITH...ANTIMATTER: LIVE AT THE BLACK HEART, LONDON - 25/11/2018


Come molti appassionati di gothic metal mi sono avvicinato agli Antimatter perché furono la band che Duncan Patterson formò all’indomani della sua uscita dagli Anathema, dopo due disconi come “Eternity” ed “Alternative 4”, nei quali la sua penna era stata determinante. 

Ho continuato a seguire la band nonostante la dipartita di Patterson: dai sentieri pinkfloydiani venati di suggestioni trip-hop degli esordi, Mick Moss (l’altra metà del progetto) seppe spostarsi con efficacia verso lidi più canonicamente rock, approdando ad una peculiare forma di emo-metal in cui, ovviamente, l’ingrediente principale rimaneva la sua bellissima voce. E l’ultimo “Black Market Enlightment” non solo conferma il trend positivo di quello che potremmo definire il cammino “solista” del Nostro, ma costituisce un mirabile traguardo per gli Antimatter come entità nel panorama metal odierno, integrando con disinvoltura slancio introspettivo, suoni moderni (chi ha detto Tool?) e squisite esplorazioni neo-progressive (che avvicinano la band a quanto proposto dagli ultimi Anathema). Insomma, gli elementi per provare grandi emozioni ci sono tutti: vediamo se stasera Moss e soci saranno in grado di non tradire le aspettative! 

26 nov 2018

LA LETTERA CHE LA REDAZIONE DI METAL MIRROR VORREBBE RICEVERE...




Caro Metal Mirror,
ho deciso di scriverti perché penso che in redazione possiate capirmi. Ognuno di noi passa un periodo in cui non riesce proprio ad apprezzare con particolare attenzione una canzone, ma le fantasie e gli scherzi non servono a niente. 

24 nov 2018

"HALLOWEEN", "SUSPIRIA" 2018: COLONNE SONORE A CONFRONTO



Tempo di remake, sequel, rifacimenti, omaggi, chiamateli come vi pare: il concetto è che le idee nuove scarseggiano e che dunque si guarda ancora una volta al passato. Michael Myers torna ad ammazzare e tornano ad ammazzare anche le streghe di “Suspiria”. Ma non si tratta, in fin dei conti, di tristi revival. E non si tratta, per noi, di recensire film, ma di parlare di musica. 

22 nov 2018

I 10 MIGLIORI LIVE ALBUM DEL METAL - "IN LIVE CONCERT AT THE ROYAL ALBERT HALL" (OPETH)



CAPITOLO 10: "IN LIVE CONCERT AT THE ROYAL ALBERT HALL" (2010)


La Royal Albert Hall. Londra. Austera e imponente, è il fiore all’occhiello della zona bene (quella compresa tra Kensington e Chelsea) della metropoli inglese, uno dei suoi centri culturali e artistici.

Dall'inaugurazione, quasi 150 anni fa ad opera della sovrana più amata dai sudditi britannici, la Regina Vittoria, è stata nei decenni teatro delle più svariate manifestazioni, ma gli appassionati di musica la pensano soprattutto come luogo di concerti. Moltissimi Mostri Sacri della musica hanno voluto immortalare su disco e/o, più recentemente, su DVD una propria esibizione alla Hall, quasi che una performance lì fornisse una sorta di “bollino blu” di qualità alla propria carriera.

Dai folkesters irlandesi The Dubliners a Bob Dylan, dagli Who ad Emerson, Lake & Palmer, da Nick Cave a Eric Clapton, passando per i Deep Purple, la Royal Albert Hall ha visto salire sulle sue assi il gotha della musica mondiale.

E in questo gotha, anche loro. Gli Opeth.

20 nov 2018

VIAGGIO NEL METAL ASIATICO - ARABIA SAUDITA: VERSO LA BASE CONCETTUALE DEL BLACK METAL ANTI-ISLAMICO



L’Arabia Saudita è una di quelle nazioni a me ancora incomprensibili. Ricca di risorse, ma fautrice di un regime che applica la legge coranica in maniera severa; aperta alle presenze straniere e all'immigrazione a scopo lavorativo, è però l'ultimo paese al mondo per limiti religiosi alla libertà d'espressione.

Neanche in termini di metal la situazione è chiarissima. Secondo gli Al-Namrood, che abbiamo menzionato a proposito di anti-islamic black metal, essere dichiaratamente anti-religiosi implica la clandestinità, ma ciò non si estende evidentemente al resto del metal. Il punto è che il metal non necessariamente si scaglia contro i dettami religiosi. Il corano vieta forse di parlare di “emorragia cerebrale”, o di “imbalsamazione dei decapitati”? Non si può mangiare il maiale né mettere in dubbio Allah, ma disquisire sul tema del “divorare cadaveri” (senza prendere posizione, a puro titolo speculativo) sarà offensivo verso l’Islam?

18 nov 2018

DETROIT'S ROCKPOLITIK - PARTE DESTRA: TED NUGENT




Una faccia di merda.

Non saprei definirlo in altro modo Theodor “Ted” Nugent, nato nei sobborghi di Detroit 70 anni tondi tondi fa, il prossimo 13 dicembre.

16 nov 2018

DETROIT'S ROCKPOLITIK - PARTE SINISTRA: GLI MC5

 

Detroit, Michigan, Stati Uniti d’America. L’iconica Motor City.

Colpita nel 2008 dalla tremenda crisi dell’automobile e nel 2013 dalla più grande bancarotta pubblica che gli States abbiano mai conosciuto, la città ha subito una lunga depressione che l’ha portata a perdere praticamente 2/3 della sua popolazione, passata dai quasi 2 milioni di abitanti degli anni ’50 ai poco più di 600.000 attuali.

Lo sviluppo dell’industria automobilistica nel secondo dopoguerra volle dire grande attecchimento della classe operaia (chi ha pensato alla nostra Torino?), per lo più afroamericana. Working class fortemente politicizzata che abbracciò in larga parte l’ideale del riscatto dei neri e il movimento che quell’ideale incarnava: le Pantere Nere, l’organizzazione nata nella seconda metà degli anni ’60 e sostenitrice del c.d. black power.

14 nov 2018

MORTUUS: UN PERSONAGGIO DA RIVALUTARE


Nel 2018 mi sento di rivalutare Mortuus, dal 2004 voce dei Marduk

Ho capito che nel metal oramai bisogna non affezionarsi troppo alle formazioni storiche e capire la necessità delle band di andare avanti nonostante la perdita di componenti che hanno concorso al loro successo. E se con i Voivod siamo riusciti a superare il trauma post-morte dell’insostituibile Denis “Piggy D’Amour, di sicuro l'impresa sarà più facile con i Marduk, da un po’ di anni orfani del cantante Legion

12 nov 2018

DIECI ALBUM PER CAPIRE IL POST INDUSTRIAL: CONCLUSIONI



Ritual industrial, dark ambient, death industrial, black industrial, martial industrial: questi, più o meno, sono stati gli ambiti che abbiamo deciso di esplorare per dare al neofita un'idea di che cosa fosse il post-industrial

Come si diceva in sede di introduzione, dopo la sua origine ed implosione, il fenomeno della industrial music si è saputo espandere in diverse direzioni. Noi abbiamo imboccato quella che, più delle altre, poteva interessare al popolo metallico. Primo, perché i filoni da noi analizzati hanno comportato, dopo il trionfo delle macchine, un ritorno alla sfera umana, un avviarsi lungo un sentiero spirituale il cui tracciato è stato delineato dagli influssi esercitati dal neo-folk, fenomeno tangenziale all'universo post-industriale. Secondo, perché l'industrial, come il metal, è un genere musicale estremo, forse ancora più estremo, sicuramente più assordante del death-metal, più oscuro del doom, più "malefico" del black. Terzo, perché generi come il dark ambient, il martial industrial e la musica rituale hanno saputo influenzare le propaggini più annichilenti del metal come il drone metal, il funeral doom e lo stesso black metal, sia nella sua variante depressive che in quella più raw e militante.

10 nov 2018

LESSICO METAL - IL PREFISSO "UN", IL NIENTE IN FONDO AL BARILE


Il prefisso “un” privativo, o negativo, ha avuto usi simili al suffisso “less”, di cui cerchiamo di offrire una panoramica. Innanzitutto l'inglese, almeno quello britannico, preferisce evitare di esprimersi per negazioni, e predilige quindi le affermazioni. In altre parole, espressioni come “non dire niente di importante”, che sono teoricamente possibili, sono indicate come meno eleganti della forma “disse niente di importante”. Mentre in italiano “non disse etc” è un rafforzativo negativo, sostanzialmente in inglese suonerebbe come “non disse”, dopo di che si aggiusta la doppia negazione, ma in alcuni casi ciò comunque suona sgraziato. E se dico “egli non disse che etc” si preferirebbe metterla come “ciò che effettivamente disse fu questo, e non...”. 

Il prefisso "un" quindi si fa notare già a livello lessicale come qualcosa di anomalo.

8 nov 2018

RECENSIONE "LIVING THE DREAM" (URIAH HEEP)



A livello di album in studio, mi ero fermato a vent’anni fa, col bellissimo “Sonic Origami” (1998)

E li avevo “congelati” poco dopo, nel 2001, con quel grandissimo capolavoro live che risponde al nome di “Acoustically driven” (disco da buy or die).

Nel mio cuore li volevo ricordare così, non dico al loro top ma sicuramente a livelli altissimi.

6 nov 2018

AN EVENING WITH...KING CRIMSON (LIVE AT LONDON PALLADIUM, 03/11/2018)


Questa volta Londra arriva dopo l’Italia. L’“Uncertain Times” tour 2018 dei King Crimson aveva solcato gli italici lidi già quest'estate per approdare solo in autunno inoltrato nella terra di Albione. La parte di redazione di Metal Mirror con base nella capitale inglese, seppur in ritardo rispetto ai fan italiani, non poteva esimersi dal presenziare all’evento per tributare i dovuti onori a sir Robert Fripp, uno dei più grandi geni musicali di tutti i tempi. 

Ah già, i King Crimson non suonano proprio metal, ma eccovi tre ragioni per cui dovreste ascoltarli anche voi, o Cultori del Metallo: 1) Se amate Porcupine Tree, Steven Wilson, Opeth e tutti quegli artisti o quelle band che usiamo classificare sotto l’ombrello onnicomprensivo del neo-progressive, una rispolverata alla discografia del Re Cremisi potrebbe farvi capire da dove vengono molte delle idee adottate oggi dai vostri paladini; 2) sì, Fripp e soci suonano prog e non metal, ma sanno anche graffiare ed hanno il pallino per il riff pesante: ascoltatevi album come “Starless and Bible Black” e “Red” per capire come Voivod e Tool abbiano pescato a piene mani dal repertorio crimsoniano; 3) i King Crimson sono una delle band più importanti del Pianeta Terra, se non avete mai ascoltato “In the Court of the Crimson King”, correte a rimediare; se vi ostinate a non volerlo fare, allora andatevi ad impiccare! 

4 nov 2018

METTI UNA DOMENICA SERA CON KEVIN MOORE...


Domenica sera, ore 7:00pm circa: il fantasma del lunedì già ti prende per la gola quando ancora sei assopito nel tedio domenicale. É un momento fragile questo, deve essere gestito con delicatezza. 

Se sei a casa e ti accingi a cucinare, l’oscurità è già rotta da quella luce gialla che è tipica della cucina che in genere riserva gli avanzi del pranzo. Per rassicurarti, ci vorrebbe la certezza di un film di Woody Allen dopo cena, ma se non è uscito di recente alcun film di Woody Allen (strano) allora ti ci vuole il sottofondo musicale giusto, qualcosa di pacato, avvolgente, non ingombrante.

2 nov 2018

A LEZIONE DI GEOLOGIA CON I THE OCEAN - ASPETTANDO "PHANEROZOIC"


Stamattina accendo la tv ma nessun telegiornale ne parla. Vado sui siti dei principali giornali italiani ma nisba. E ne rimango basito. Ma come, cazzo: oggi esce, dopo 5 anni di attesa, il nuovo album della più grande metal band attualmente in circolazione e il mondo pare andare avanti senza accorgersene!! Non ci siamo…non ci siamo proprio…

Per fortuna c’è Metal Mirror che colma la lacuna ed è pronto a parlarvi del Collettivo capitanato da Robin Staps!