La sveglia alle 5.30
del mattino è sempre uno choc per il cervello, come una pentolaccia che si
infrange sulla testa, come un sasso lanciato di proposito sul polpaccio ed è
come entrare in un mondo dove tutto è ovattato. Sembra di vivere in pratica
nelle canzoni di "Filosofem" di Burzum.
Non sono tanto le tematiche del disco di Vikernes che ricordano la tremenda sveglia mattutina, quanto quella sensazione di prigione, quel clima rassegnato e distorto dentro le orecchie che avvicina l'atmosfera.
Il mattino non ha l'oro in bocca, ma ha le frequenze gracchianti nel cervello. Così quando alle quattro di mattina apri un occhio ben consapevole che devi per forza andare in bagno, sai anche che quella pisciata avrà solo un'ora scarsa di sonno a seguire e quindi la malinconia ti prende mentre tiri lo sciacquone, la stessa malinconia delle note della lunga strumentale "Rundgang Um Die Transzendentale Säule Der Singularität".
Non sono tanto le tematiche del disco di Vikernes che ricordano la tremenda sveglia mattutina, quanto quella sensazione di prigione, quel clima rassegnato e distorto dentro le orecchie che avvicina l'atmosfera.
Il mattino non ha l'oro in bocca, ma ha le frequenze gracchianti nel cervello. Così quando alle quattro di mattina apri un occhio ben consapevole che devi per forza andare in bagno, sai anche che quella pisciata avrà solo un'ora scarsa di sonno a seguire e quindi la malinconia ti prende mentre tiri lo sciacquone, la stessa malinconia delle note della lunga strumentale "Rundgang Um Die Transzendentale Säule Der Singularität".
Il risveglio di
soprassalto dopo la sveglia assomiglia tanto alle prime note di "Dunkelheit",
ma tutto l'umore generale del disco è una sensazione di straniamento marciante
al di fuori della realtà.
Io lo capisco Varg,
oltre al suo disagio esistenziale e alle malattie della sua mente, Vikernes
deve aver maturato un allentamento dalla realtà come io lo sto realizzando
adesso che devo svegliarmi alle 5 ogni mattino.
Alle 5 non esiste né
vita né morte, ci sono persone che camminano senza speranza, distorte e
ingrigite. La vista è appannata, la città che vedi è diversa da quella che vivi
nelle altre ore, come "Filosofem" in fondo è un disco diverso in
tutta la discografia di Burzum.
Come quando superi un
camion in autostrada e questo ti spara in faccia tutto il fumo che ha dal tubo
di scappamento, così la percezione delle cose al mattino presto è
offuscata.
Anche oggi suona la
sveglia, mi alzo come un burattino giocattolo di Pinocchio che tirando la
cordicella rizza la schiena di scatto, sento "Dunkelheit" nella mia
testa in attesa che il mondo torni com'era... suddenly life has new meaning...