CATEGORIA: MIGLIOR VOCE
(ovvero il premio dei Premi)
Le nomination: Russell Allen, Andre Matos e Michele Luppi.
In un podio ideale questi tre cantanti sono un gradino sopra a tutti gli altri, sia per potenza che intonazione, ma soprattutto emozione. Insomma dove ci sono loro c'è quasi sempre qualità a scatola chiusa!
Allen (classe 1971) è, lo sanno anche i sassi, il cantante dei Symphony X e la sua potenza vocale lo inserisce a pieno titolo come miglior erede di Ronnie James Dio, ma a questo unisce sempre una delicatezza grintosa. Pochi i progetti paralleli se non una serie di album a doppia firma con Jorn Lande (del quale abbiamo già parlato nella prima parte degli Oscar) che sono un duetto di elevato livello nel nome del power di qualità. La vera dote di Allen è la potenza evocativa che la sua voce trasmette nelle singole strofe, oltre che nel refrain di una canzone e vive i momenti musicali con un trasporto così profondo che trascina l'ascoltatore.
Passando al brasiliano Matos (anche lui del 1971) che, molti hanno anche giustamente abbandonato dopo l'addio agli Angra, è meritevole di una menzione d'onore. Dopo la dolorosa scissione con i chitarristi Rafael Bittencourt e Kiko Loureiro, il nostro si è buttato in un progetto a nome Shaman che ha prodotto un bel disco come "Ritual" ma forse non ancora l'ideale successore di "Holy Land" che i fans aspettavano. Per questo abbiamo atteso il 2007 con l'ottimo "Time To Be Free" a nome Andre Matos e, forse ad oggi, la migliore produzione dopo l'addio agli Angra. Non a caso Roy Z (lo ricordate con Dickinson solista?) diventa la fidanzata ideale dopo i grandi divorzi sia per Bruce, sia per Andre.
Matos ha perso i gorgheggi tipici di album come"Angels Cry" (aveva 22 anni!), ma resta una voce strepitosa che sa modulare in modo unico il più canonico tappeto musicale. È diplomato al conservatorio in pianoforte, canto lirico, composizione, direzione d'orchestra e questo trasmette una marcia in più in fase compositiva anche se viene dipinto con un carattere difficile...
Infine c'è posto per un italiano nel podio di Metal Mirror ed è: Michele Luppi (classe 1974).
Il Luppi ha un solo difetto: non riesce ad incarnare in modo positivo il suo essere genuino perché se avesse la metà dell'egoismo kitsch di Eric Adams o la capacità di marketing di Fabio Lione, sarebbe minimo minimo il cantante degli Iron Maiden.
Un talento senza precedenti che non è mai riuscito a mettersi a fuoco nella vita artistica, basti dire che ai più era noto solo per i Mr. Pig (una sorta di cover band dei Mr.Big). Ha seguìto con continuità solo i Vision Divine regalando uno dei migliori dischi di sempre del power prog italico: "Stream Of Consciousness", ma poi si è perso in mille progettini.
Seguirlo dopo l'addio a Olaf Thorsen & co. non è certo facile: sostituisce il cantante in una band discreta come i Secret Sphere o nei Killing Touch (abortito gruppo con Michele Vioni e Giorgio Terenziani, già Mr. Pig, Paolo Caridi e Davide Montorsi), passando per il 2005 quando esce il suo primo album solista o nel 2007 con il disco di cover "Los Angeles" fino ad una sorta di hard rock di ultima generazione. Aiuto Michele !
Aspettiamo e speriamo che incontri una personalità forte alla chitarra che lo sappia guidare, altrimenti lo troveremo nel prossimo futuro a fare il programma X Factor... Luppi ha la garbatezza di Geoff Tate unita alla forza di Kiske e non può essere abbandonato nelle lande emiliane con il suo chiodo a cantare davanti a 20 persone !
Nel giudizio più difficile abbiamo ancora una volta chiesto una consulenza ideale al grande e compianto Ronnie James Dio e abbiamo concluso che...
... The winner is: Russell Allen !
Il migliore tra i migliori, insomma un grande cantante che merita di vincere l'Oscar di Metal Mirror al di sopra di ogni categoria!
Dopo l'assegnazione degli Oscar, MM voleva citare alcuni cantanti per premi speicifici di questa classifica:
- Premio Miglior Voce femminile: Simone Simons (Epica)
La più bella e la più brava senza ombra di dubbio, secondo MM
- Premio Peggior sostituto di tutti i tempi: Blaze Bayley negli Iron Maiden
Il disco di debutto "X Factor" non era poi così male, nei limiti si intende, però questo cambio è stato figlio della presunta onnipotenza di Steve Harris & co.
- Premio Miglior sostituto di tutti i tempi: Zachary Stevens nei Savatage
Uno dei migliori cantanti della scena, ma le sue doti vanno anche oltre il mero ambito metal. Ennesima grande intuizione di Jon Oliva!
- Premio Sostituto per eccellenza: Tim "Ripper" Owens
Per un periodo è stato cantante nei Judas Priest, poi negli Iced Earth, insomma va bene per tutte le stagioni ma poi diventa come il pesce dopo il terzo giorno...
- Premio "Cosa faccio con questo microfono?" : Hansi Kursch (Blind Guardian)
Hansi è il migliore, perché come Frodo riesce ad arrivare a Mordor pur essendo solo un piccolo Hobbit, così Kursch diventa un cantante nonostante i suoi enormi limiti vocali.
- Premio Potenza : ex aequo Warrel Dane (Nevermore) e Gary Barlow (ex Iced Earth)
Due grandi voci che si sono sposate meglio nella linea di confine tra thrash e power metal
- Premio Antipatia: Andi Deris (Helloween)
Dal vivo, su disco e nelle foto è la faccia da schiaffi del power
- Premio Personalità: King Diamond (nella parte di se stesso)
Sempre unico e inimitabile, non potendo fare una categoria King Diamond gli affidiamo il Premio Personalità
- Premio Pathos: ex aequo David De Feis (Virgin Steele) ed Eric Clayton (Saviour Machine)
Il trasporto che sanno trasmettere nelle loro interpretazioni diventa simbolo intero della loro musica, quasi a debordare la personalità stessa del gruppo.
Per rileggere la prima parte degli Oscar, clicca QUI