ENIO
NICOLINI, LO STORICO BASSISTA DI THE BLACK, SI SMARCA DALLA BAND MADRE E TENTA
L’AZIONE IN SOLITARIA…
Esiste
un’Italia oscura che ha saputo generare entità sonore mostruose che nel
tempo hanno acquisito, per gli addetti ai lavori, lo status di band di culto:
dalla gloriosa tradizione prog tricolore al peculiare dark-metal
all’italiana, il passo è stato breve. Jacula, Antonius Rex, Black Hole,
Requiem, Unreal Terror, The Black, Epitaph, Death SS, Paul Chain, Tony Tears
sono solo i primi nomi che mi vengono in mente, ma ve ne sarebbero molti altri
da citare. Avremo modo di approfondire l’argomento, anche da un punto di vista
sociologico (perché nella culla del cattolicesimo ha avuto modo di
proliferare un fitto sottobosco di band la cui espressione artistica ha fatto
esplicito riferimento alla dimensione dell’occulto, abbracciando così sonorità
macabre e veicolando messaggi spesso tendenti al blasfemo? Sarà un caso?),
ma per oggi ci accontentiamo di condividere la lieta notizia:
Enio
Nicolini, storico bassista dei grandi The Black di Mario Di Donato, si affaccia
al mercato discografico con il suo progetto personale Heavy Sharings.
Non abbiamo ancora avuto modo di ascoltare l’album, ma speriamo al più presto
di poterlo recensire su queste pagine. Le notizie che trapelano sono comunque
invitanti: l’opera sarà composta da dieci tracce interamente strutturate su batteria
e basso, ed impreziosite dal contributo di una sequela di special-guest
che doneranno la loro ugola alla causa. Sicuramente l’ospite di punta è l’ex
Iron Maiden Blaze Bayley, ma questo non sarà l’unico contributo di
lusso, dato che la lista continua con artisti del calibro di Bud Ancillotti (Strana
Officina, Ancillotti), Morby (Domine) e Trevor (Sadist). Fra i nomi meno
conosciuti si segnalano Zaher Zorgati (Myrath), Giacomo Gigantelli (Danger
Zone), Luciano Palermi (Unreal Terror), Tiziana Radis (Sacret Tales) e Ben
Spinazzola (Prime Target).
Un
parterre prestigioso e vario, quello a disposizione del musicista abruzzese:
cosa aspettarsi, dunque? Forse una sconfinata in territori più propriamente
death metal, considerata la presenza del mitico Trevor? Quel che è sicuro è che
ci troveremo innanzi ad un lavoro di qualità, confezionato professionalmente, composto
ed assemblato da uomini d’esperienza; un’opera autentica, sentita, collocata al
di fuori di mode e tendenze, con l’inconfondibile basso di Nicolini al centro
di tutto, a sovrastare tutto.
Il
basso di Nicolini: quello strumento che non produce suoni, ma detta sentenze,
proclama condanne, tanto che potremmo chiosare (parafrasando John Donne,
nonché i Metallica):
Per
chi suona il basso?
Il
basso suona per te!
A
breve su questi schermi….