Oscurità. Oscurità tutta intorno a me. Un’oscurità malsana, fatta di riverberi verdi e violacei. Cammino su un manto erboso cosparso di foglie morte. Alti tronchi d’alberi spogli mi circondano. E poi una voce che buca il silenzio, accompagnata da un coro, intervallata da rumori di catene. Intanto dal buio emerge il ritmo tribale di tamburi, note di pianoforte e chitarra che salgono di intensità mentre la voce e il coro continuano con le loro blasfemie; una litania luciferina è quella che percepisco; parole strane, come di un rito sconosciuto…il diavolo…il diavolo…il diavolo è gentile il diavolo, si, il diavolo può mondare i miei peccati, mi promette tante cose e non si può sbagliare…chi se non lui può guidarti chi se non lui può prenderti per mano…si…IL DIAVOLO E’ BUONO!
Contemporaneamente vedo un uomo di colore, seminudo, legato agli alberi con molte catene; i suoi capelli sono lunghe trecce, come di medusa. Intanto il coro in sottofondo continua imperterrito…il diavolo è buono…il negro incatenato mi guarda…mi osserva cattivo…ha delle orribili cicatrici sul petto e sulla schiena, come se fosse stato torturato e i suoi occhi sono palle bianche senza iride, macchiate di nero…paura…il negro tende il corpo in avanti e le sue catene incidono la corteccia dei tronchi mentre emette vapore dalla bocca e quel getto di vapore fa ribollire acqua scura in una fonte sbucata dal nulla nel bel mezzo del bosco, mentre il suo corpo legato continua a dimenarsi sempre più forte…ora una nube e una luce verdi avvolgono il bosco…il negro si è liberato (è stato liberato?) dalle sue catene…
E poi qualcosa cambia…ancora cori strani che sembrano provenire dall’oltretomba…c’è un giovane ragazzo ma cosa gli viene fatto? Lo stanno bruciando! Lo stanno bruciando vivo! BRUCIA IL RAGAZZO, BRUCIALO BENE! E’ un sacrificio umano! Le fiamme crescono, lo avvolgono e alla fine rimangono sole le ceneri. Sento che il mio stesso corpo è immerso nelle sue ceneri! Ma…ma che fanno ora? Stanno lavando le macchie di sangue dal terreno…vogliono nascondere quest’orrore! Urla urla demoniache mi inseguono...questo è un incubo! Voglio svegliarmi! Continuano a dire cose assurde, vogliono giustificare il sacrificio del ragazzo! Ci dev’essere un Dio tra noi per lasciarci bruciare i giovani!
E poi: rumori sintetici…non ci sono più i tamburi ma macchine industriali che lanciano suoni freddi e acuti, e qualcuno che bercia a ripetizione “Allahu Akbar”! Non ci capisco più nulla…Sacrilegio sacrilegio…
Mi agito, provo a scappare ma ancora lo scenario cambia…ora vedo solo ampie piantagioni, campi coltivati e ancora molti alberi…e poi lì in fondo riverberi, riflessi e bagliori rossi: sono ancora fiamme che si levano alte…è una casa che sta prendendo fuoco e io lo so, avverto che ci sono delle persone dentro! Non si possono salvare…mi piego sulle ginocchia impotente, consapevole che si sono perse vite innocenti…qualcuno nel frattempo mi sussurra “Vieni giù! Vieni giù…” e non posso che seguire, riluttante, l’invito anche se non vorrei ma la forza demoniaca che mi avviluppa è troppo potente…
Ormai ne sono sicuro: questo posto è maledetto il diavolo vi domina da sovrano, lo sento…ancora voci…come di monaci…ma invocano nomi strani dal suono arcaico…Baal, Agares, Vassago, Barbas, Valefar…non li ho mai sentiti ma ancora una conoscenza infusa mi dice che quelli sono i Suoi nomi…sono i nomi del Diavolo che dimora in questi posti…Lui Lui…ha molti nomi e viene a noi con molti nomi e chiama a sé i bambini, li convoca gli intima di andare da Lui…urla lancinanti ed una musica violenta veloce ma al contempo suadente…uno xilofono viene suonato creando un soffice tappeto…cado infine stremato…
Mi risveglia il suono di un carillon…balsamo per le mie orecchie…dolcezza…pace…l’incubo si tramuta in un bel sogno…ma poi…il suono del carillon si deforma, c’è qualcosa di stonato, di distorto…cos’è se non un altro sacrilegio? L’inquietudine mi filtra sottopelle…il Diavolo è ancora qui…lo avverto, non se n’è andato…devo scappare ma non posso, mi sento le gambe pesanti, il corpo non risponde…una malia lo blocca…
Sono di nuovo avvolto da canti…catene e martelli che si abbattono come magli. Lo scenario cambia ancora e vedo un fiume che scorre; il suo letto porta acqua ma…non è acqua pulita, non è acqua chiara…è rossa, color cremisi…oddio! E’ sangue, sangue nel fiume! E’ il sangue di martiri, di giovani vite sacrificate…sangue sacro! Ma perché? Da dove viene? Il coro di voci continua a ripetere frasi blasfeme…parlano di un Dio, un dio buono che però è morto…anzi no, dicono che un dio buono è un dio morto! Il Signore è oscuro, il signore oscuro porta il fuoco, porta le stelle…no, non posso accettare tutto questo! Voglio andare via!! Non voglio seguire questa gente, non voglio assistere ai loro riti e ai loro atti contronatura!
Aaah…forse ce l’ho fatta, sono andato via, sono andato via, calma calma…sono in un locale, una bettola squallida di una città di provincia ancor più squallida…c’è un negro affianco a me che mi sussurra cose strane…ma cosa vuole? Mi chiede cosa ci faccio qui…io, un assassino…ma io NON sono un assassino! Ma lui insiste, insiste con quel suo tono roco, basso e insinuante…Tu hai visto i suoi occhi supplicanti, hai sentito il suo sangue..hai fatto tutto con disinvoltura e non hai esitato quando lui è caduto ai tuoi piedi…cerca e trova il nemico che odi…giù nella strada…si, lo detesti! La paura è solo un pensiero fugace prima che l’omicidio sia fatto in modo pulito e la tua vittima gridi colpita alla schiena! Ma che ci fa un assassino come te qui?
Io lo ascolto senza poter dire una parola, esterrefatto…lui sa lui lo sa dannazione che sono un assassino…anch’io lo avverto anche se non me ne capacito: non so il perché e il percome…e anche quella cazzo di orchestrina sul palco del locale che continua a suonare in sottofondo un motivetto fastidioso, ripetitivo, che mi si ficca in testa mentre il negro mi chiede ancora e ancora cosa cerca di fare lì un assassino come me…anzi un assassino come lui…basta basta non capisco per carità voglio andare via!
E alla fine riesco a uscire…mi guida ancora il carillon, ma questa volta è diverso…sembra arrivare da una dimensione altra, lontana. Non è un suono pacificatore…c’è un brusio che lo disturba, che deturpa la sua melodia…disagio disagio provo disagio…sacrilegio sacrilegio sacrilegio…
E poi una luce…si lì in fondo…la bramo, la ricerco spingo il mio essere verso di essa e poi tutt’a un tratto…apro gli occhi!
Mi sveglio, sono nel mio letto il cuore batte a mille e sudo freddo. Controllo l’ora e vedo che sono passati solo 25 minuti dall'ultima volta che ho guardato l'orologio ma sembra un’eternità…ringrazio di essere uscito da quest’incubo paludoso, nero, nero in tutti i sensi…sospiro di sollievo…ma in testa ripeto qualcosa come per un riflesso incondizionato. E’ una nenia, un motivetto maligno…le parole mi si formano come un soffio sulle mie labbra…The devil is fine… Devil is fine …DEVIL IS FINE…
A cura di Morningrise