"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

8 gen 2018

SWEDISH DEATH METAL STORY - Guida pratica in dieci puntate - CAPITOLO 4: L'"ARMATA DEGLI ESCREMENTI" RISING...



Credo che tutto sia iniziato, come tante altre cose in quel periodo, con il gruppo che gravitava intorno a Nicke Andersson. Sai, Nicke, Fred Etsby, Uffe Cederlund e gli altri andavano ai concerti thrash metal e pian piano intorno a loro si era formata una cerchia di death-metaller. Dopo un po’ il gruppo ha iniziato a incontrarsi ogni venerdi e sabato vicino alla “mappa”, presso la Stazione Centrale, e poi se ne andava in giro per la città come una specie di gang.

A parlare è uno dei massimi protagonisti dello SDM, Anders Schultz, batterista degli Unleashed.

Stemperiamo il clima della Rassegna parlando di uno dei fenomeni più divertenti del movimento SDM: la Bajsligan.

Avremmo potuto scrivere nel titolo del post L’Armata della Merda, posto che Bajsligan in svedese vuol dire proprio quello. Ma abbiamo preferito il più morigerato termine “escrementi”…

Per capire cosa sia stato il fenomeno di questa sorta di setta occulta composta da pazzi scatenati, dovete però calarvi nello stato d’animo dei giovani deathsters svedesi di provincia di fine anni ottanta. Cioè: immaginatevi di essere isolati tra i vostri coetanei, di vivere in una cittadina dove l’unico ad ascoltare certe sonorità siete voi. Siete incompresi, ghettizzati, guardati storto. E sicuramente questa caratteristica non solo non vi procura molti amici, ma menchemeno della gnocca. Dramma…
Quello che agognate è trovare qualcuno come voi, che vi possa capire, che sappia apprezzare questa musica che tutto il resto della società classificherebbe come “insopportabile rumore”.
E allora, dove incontrare propri simili se non ai concerti thrash, che all’epoca si tenevano principalmente a Stoccolma? E così anche i giovani deathsters di provincia cominciarono ad arrivare in massa nella Capitale, soprattutto durante i weekend; ci si incontrava alla Stazione Centrale, sotto la grande "mappa" o a fermate prestabilite della metro e ci si dava dentro di alcool e death metal, il tutto condito da sfrenato headbanging davanti agli occhi stupefatti dei passanti: era l'"Armata della Merda", bellezze...

All’inizio il gruppo era scarno, poche persone perlopiù di Stoccolma. Ma, come detto, con l’arrivo dei concerti, la Bajsligan si ampliò considerevolmente. Ma facciamoci guidare nel racconto ancora da Schultz: ricordo che a quei tempi non era affatto figo ascoltare metal estremo. Non piacevi a nessuno, soprattutto alle ragazze. Per cui ci toccava setacciare la città in cerca di amici. […] Intorno alle sette e mezza di ogni venerdi e sabato sera, c’era sempre gente alla “mappa”. Certi giorni c’erano dieci persone, altri ce n’erano quaranta. […] Eravamo tutti contenti di aver trovato della gente che la pensasse come noi. Ho incontrato Johnny Hedlund ad una festa nel parco, e praticamente abbiamo deciso proprio lì di fondare gli Unleashed.

E questo è uno dei punti cardine del nostro post: sottolineare come, degli incontri di ragazzini minorenni a base di alcool, rumore e comportamenti inurbani, siano stati la miccia che avrebbe creato opere metalliche di grandissimo rilievo. Che questi mocciosi avessero visione e idee chiare su cosa fosse il materiale che volevano suonare risulta chiaro da queste parole di Jesper Thorsson, chitarrista degli Afflicted: La Bajsligan beveva birra e parlava di metal in quel puro stile con i paraocchi, tipico dei teenager. L’unica cosa che contava era il death metal brutale. Alcuni disprezzavano anche i gruppi thash metal estremi come gli Slayer e tutti odiavano il thrash metal tecnico. – Fottuto tecnho-thrash da femminucce! Meglio fare un down-tune spinto e distruggere tutto! – Le cose stavano così…

Quanti di noi, pur magari non essendo arrivati a formare un gruppo, possono ritrovarsi in queste parole? Quanti di noi, da adolescenti, non desiderava altro che trovare qualche anima affine che apprezzasse il metal estremo? E poi, incontrandosi, parlare solo e soltanto dell’amato metal?

Raccontare tutte le folli pagliacciate alcooliche dei componenti della Bajsligan è impossibile: troppo numerose! Tra tutte quelle che ho letto, la migliore probabilmente è quella che ha visto protagonista Tomas “Tompa” Lindberg dei Grotesque (e dei futuri At the Gates): una sera era talmente ubriaco che non riusciva a camminare, e qualche suo compagno di bevute, non sapendo che farne, l’ha infilato dentro uno degli armadietti per i bagagli della stazione! Più tardi, il buon Tompa verrà portato all’ospedale per una lavanda gastrica…a sentire i testimoni oculari, quella “non era altro che una serata normale”!

Se i concerti live erano il pretesto per incontrarsi, andarci, al concerto, sembrava un optional. I “rimbalzamenti” all’ingresso, per evidente stato di ubriachezza molesta, erano all’ordine del giorno. Se si riusciva a presenziare bene, sennò…pazienza! Ancora Schultz: Non importava se ti perdevi il concerto, l’importante era divertirsi e fare casino. Ricordo una sera in cui abbiamo perso il treno per tornare a casa e ci siamo introdotto in una specie di magazzino pieno di cucine e frigoriferi. Eravamo lì…un gruppo di death metallers ubriachi, e ci siamo messi a dormire tra quegli elettrodomestici nuovi di zecca. Doveva essere una bella scena…

Anders è un fiume in piena quando racconta della Bajsligan: Nel 1991 le nostre buffonate erano così famose che un fotografo aveva iniziato a seguirci ovunque per documentare le nostre abitudini. Poi ha fatto addirittura una mostra su di noi. Non è fantastico? Dei death-metaller adolescenti ubriachi sono diventati arte! Ora ditemi voi se potrebbe esserci qualcosa di più incredibile!

Quando quei ragazzini sono diventati grandicelli, il gruppo ha abbandonato le strade. E oggi non c’è più neppure la “mappa” alla stazione di Stoccolma.

Ma facciamo chiudere questo post, così come lo abbiamo cominciato, con le splendide parole di Schultz: Gli anni con la Bajsligan rimarranno sempre uno dei periodi migliori della mia vita. Sono stati davvero intensi, pieni di energia e creatività. Non credo che potranno mai ripetersi. Se non fossi entrato a far parte della scena forse non avrei mai cercato di andare via dalla schifosa periferia in cui vivevo. Il death metal ti spronava a uscire e cercare gente in gamba con cui passare il tempo. Se non lo avessi mai scoperto, probabilmente me ne sarei stato a marcire nello stesso pub in cui si trovano i tipi con cui sono andato a scuola. Il death metal mi ha praticamente salvato la vita, anche se mi ha fatto sicuramente perdere qualche neurone!

A cura di Morningrise