Il 14
aprile 2010 il cuore di Peter Thomas Ratajczyk, in arte Peter
Steele, ha cessato di battere. Arresto cardiaco fu il verdetto del medico,
ma non è un segreto che da anni il leader dei Type O Negative
soffrisse di depressione ed abusasse di alcool e droga. A noi di Metal
Mirror poco importa della vita privata di Peter Steele, che ci piace
ricordare invece per la sua musica.
Proprio
di questo andiamo a parlare con il cantante/bassista, che gentilmente ci
ha concesso un’intervista dall’Aldilà.
MM:
Ciao Peter, grazie anzitutto per il tempo che ci stai dedicando…
PS:
Nessun problema, il tempo è l’unica cosa che non mi manca da queste parti...
MM:
Bene. Tutti ti conoscono per l’approccio provocatorio, per il proverbiale humour
nero e per esternazioni non proprio politicamente corrette: tutti aspetti,
insieme al fatto che hai posato nudo per Playgirl, che hanno fatto di te un
personaggio controverso, chiacchierato, “spremuto” a livello mediatico. Se
permetti, noi vorremmo sorvolare su tutto questo e riportare i riflettori sulla
musica e sul musicista, ok?
PS:
Sfondi una porta aperta: le questioni che tu citi mi hanno sempre annoiato e
sinceramente qua mi annoio già troppo di mio…
MM:
Ok, allora partiamo subito con il gioco della torre: chi butti di sotto, Black
Sabbath o Beatles?
PS:
E no, qua non posso proprio rispondere, hai citato i miei gruppi preferiti in
assoluto. Impossibile per me scegliere… piuttosto mi ci butto io dalla torre (ride).
MM:
Cosa ti piace principalmente di queste due band?
PS:
I Sabbath sono semplicemente meravigliosi, adoro il modo di comporre e suonare
di Iommi, ma se dovessi scegliere una loro qualità direi la pesantezza. Aspetto
che si ripercuote sulla mia musica...
MM:
…ma che non c’entra molto con i Fab Four: come hai fatto a mettere d’accordo
due mondi così distanti?
PS:
Non così distanti, se ci pensi bene. Considera che i Beatles hanno scritto un
pezzo come “Helter Skelter”, che io considero il primo pezzo heavy metal della
storia. Una furia bestiale, se vai a vedere il periodo in cui è stato composto…non
faccio fatica a credere che sia stato proprio quel brano ad aver fatto uscire
di cervello Charles Manson. Purtroppo la gente continua ad associare i Beatles
a canzonette d’amore tipo “Love Me Do” (che peraltro a me non dispiacciono),
non rendendosi conto del loro lato più violento e sperimentale, ovviamente
passato in secondo piano rispetto al resto….
MM:
E se dovessi scegliere una sola loro qualità, cosa mi diresti?
PS:
Mmm, questa è difficile, i Beatles son tutto e niente, ma forse quello che più
mi piace di loro è la melodia, il loro indubbio talento melodico. Ti sembrerà
strano ma a me fanno impazzire i loro coretti…
MM:
In realtà non mi stupisce affatto quello che dici: nella tua musica
quell’influenza emerge chiaramente ed appunto mi chiedevo come ti fosse venuto
in mente di abbinarla al metal o addirittura all’hardcore, che volendo è ancora
più assurda come commistione...
PS:
Guarda, ho un sacco di difetti: sono scontroso, intrattabile, incostante, cambio
umore ogni momento, mi ritengo davvero un gran cazzone (ride), ma se c’è
una cosa di cui vado fiero del mio modo di essere è che ho sempre ragionato
fuori dagli schemi. Black Sabbath e Beatles insieme? E perché no? L’ho fatto e
basta, senza pensarci più di tanto, facendo semplicemente quello che mi piaceva
e mi riusciva fare, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti…
MM:
In effetti, nonostante i Type O Negative non brillassero per il virtuosismo dei
propri musicisti, siete riusciti ad essere originali, quasi ad inventare
qualcosa di nuovo…
PS:
Queste sono questioni che poco mi interessano ed anzi, se devo dirti la verità,
non mi pare di aver inventato proprio un bel nulla. Ora lo posso anche dire: ho
sempre copiato a bestia…(ride) non solo Black Sabbath e Beatles, ma anche
Misfits, Neil Young, Jimi Hendrix, e poi
tanto dark, Cure, Sisters of Mercy, ho sempre messo nella musica ciò che mi
piaceva! Nel profondo rimango un appassionato di musica e ho sempre cercato di
tributare i miei beniamini. Il numero di cover che abbiamo registrato nel corso
della nostra carriera lo va a dimostrare.
MM:
Eppure, te lo dico da fan, quello che alla fine usciva fuori dalle casse dello
stereo era un qualcosa di unico, che successivamente in tanti hanno cercato di
copiare, ma senza riuscirci…
PS:
Beh, mi fa piacere che tu lo pensi, lo prendo come un complimento…
MM:
E ti dirò di più, ho sempre visto la tua musica come una forma estrema di
cantautorato…
PS:
Su questo ti posso dare ragione: ho sempre parlato di esperienze personali nei miei
testi e se la mia musica a tratti è cupa e triste ed altre volte, non dico
allegra, ma diventa ironica o beffarda, anche questo è il riflesso della mia volubile
personalità…
MM:
Ora che hai modo di ripensare a quella che è stata la tua vita, puoi confermare
che era così brutta come hai spesso cantato ed affermato nelle interviste?
PS:
In sincerità no: la vita non è brutta, la vita è bella, bellissima, ma solo ora
che non ce l’ho più, comprendo questa verità. Non puoi capire la gioia che
provo a ripensare ai tempi in cui lavoravo al New York City Department of Parks
and Recreations…quelli sì che erano giorni felici: stare nella natura, all’aperto,
avere degli orari da rispettare, dei compiti ben precisi… Se invece ripenso a
tutto il tempo che ho perso lamentandomi, mi viene l’orticaria. Oggi m’impongo
di credere che tutte quelle energie negative mi siano servite per fare musica, per
costruire il mio successo, un po’ come a dire “non tutti i mali vengono per
nuocere”. Ho smesso di piangermi addosso e capisco che non posso criticare la
persona che ero o le scelte che ho fatto alla luce di una consapevolezza che ho
raggiunto solo successivamente. Quando ero lì, nel mondo intendo, facevo quello
che mi sembrava giusto, o quello che mi pareva inevitabile fare ….
MM:
Un po’ come tutti, del resto…
PS:
Immagina te: con cinque sorelle maggiori, come fa uno a venir fuori sano?? (ride).
E poi me la son dovuta smazzare, non è stato un percorso semplice il mio. Sai,
quando sei incasinato e non hai una guida, una struttura, non è semplice
mettere un piede dopo l’altro e camminare dritto. Vivi alla giornata. E in
questo la musica mi ha senz’altro aiutato, dandomi degli obiettivi e delle
responsanilità, ma al tempo stesso mi ha condannato a morte. La vita del
musicista non è semplice, soprattutto per uno come me: fasi di forte stress si
alternano a momenti in cui non fai nulla, ma dico nulla, e magari stapparti una
bottiglia di vino alle undici del mattino non ti sembra così fuori dal mondo.
Ma soprattutto a me piace la fica, un altro bel problema da affrontare se sei
come me e ti innamori ad ogni piè sospinto e non sei in grado di mantenere
relazioni stabili. Io ci ho messo il mio, questo è sicuro, tante volte mi sono
comportato veramente a testa di cazzo, ho fatto gran cazzate, però poi c’è da
dire che molte donne sono delle gran troie…
MM:
Ehm…
PS:
Eppure non ne puoi fare a meno, anche se lo sai, ci vai sempre a battere la
testa, perché la fica è la fica…passi non ascoltare musica, non abusare di
alcool o fare uso di droghe, ma della mancanza di fica proprio non me ne faccio
una ragione…bella morbida, umidiccia, aderente al mio grosso ca…
MM.
Ok ok, concetto chiarito, sappiamo cos’è la fica. Torniamo alla musica: se tu
avessi continuato a suonare, che piega avrebbero preso gli album dei Type O
Negative?
PS:
E chi lo può dire? Ho sempre fatto quello che mi passava per la testa. Negli
ultimi tempi, complice anche la reunion dei Carnivore, tornai a dei suoni più
duri e diretti, più hardcore potremmo dire. Mi ricordo che invecchiando, il
pezzo ultra-lento m’iniziava a tediare, più che altro perché mentre ero lì
impalato a fare canzoni di dieci minuti che non cambiavano mai tempo, pensavo:
ma perché diavolo sto facendo questo? Ed allora ripresi a suonare più veloce,
ma non è da escludere che con il tempo sarei tornato anche a cose più doom. Ripeto:
chi lo può dire?
MM:
Io no di certo…
PS:
Sono sempre stato variabile nell’umore, tanto che non facevo in tempo a
pubblicare un album che già mi faceva schifo. Ricordo ancora che quando dovemmo
affrontare il tour per “World Coming Down” ebbi serie difficoltà a riproporre i
brani di quell’album, non li sopportavo più, e così dovemmo ridurre i pezzi al
minimo indispensabile, quello che ci impose la casa discografica. Ecco, quello
sì che era un periodo buio, con droghe e depressione che si incitavano a
vicenda. Oggi è facile dirlo: avrei dovuto prendermi una pausa, starmene un po’
con i miei gatti nella mia casa a Brooklyn, passeggiare per i parchi, tornare
ad una vita semplice, ma non è facile quando sei nell’epicentro del casino
della tua vita.
MM:
Sai almeno dirmi se ci sono delle cover che ti sarebbe piaciuto proporre?
PS:
Hai voglia te! Fare cover era per me era la cosa più divertente, avrei fatto
dischi interi di cover, e probabilmente ad un certo punto l’avremmo fatto per
davvero! Anzi, ora che ci penso, tanto per rispondere alla tua domanda di
prima, visto che dopo “Dead Again” eravamo veramente a corto di idee, forse una
raccolta di sole cover c’avrebbe temporaneamente salvato il culo. Che so, il
Green Album, che te ne pare come idea?
MM:
Non male, dopo il Black Album dei Metallica e il Brown Album dei Primus, prima
o poi una cosa del genere dovevate farla anche voi, sarebbe stato inoltre
coerente con il tuo amore per i Beatles…
PS:
Esatto! Oppure (aggiunge entusiasta) sarebbe stata una figata rifare tutto
“The Dark Side of the Moon”…i Pink Floyd non mi hanno mai fatto impazzire, ma
sarebbe stato divertente buttare un po’ di merda su quel disco, ti immagini la
faccia della gente? E poi sarebbe stato interessante vedere Kenny (il
chitarrista dei Type O Negative, ndr) cimentarsi con qualche assolo di
chitarra (ride), non sapeva suonare veramente un cazzo, quell’uomo mi
deve la carriera, è il più grande miracolato del rock! Comunque, se avessimo
fatto un album normale, di sicuro la cover che avremmo scelto sarebbe stata
“Live and Let Die” del grande Paul…peccato che c’avessero già pensato quegli
stronzi dei Guns N’Roses…Noi l’avremmo stravolta, allungata, fatta alla maniera
nostra, deep hard and slow… (ride).
MM:
Perfetto Peter, vogliamo ricordarti con il sorriso dipinto sulla faccia. Con
questa battuta ti saluto e ti auguro veramente pace e serenità!
PS:
Amen! (ride ancora).