"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

19 nov 2024

I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - WOLVES IN THE THRONE ROOM: "DIADEM OF 12 STARS" (2006)

Introducendo gli Agalloch si diceva che l’atmospheric black metal può essere inteso in una duplice accezione: si può avere di esso una visione più riduttiva intendendolo semplicemente come un sotto-genere del black metal, oppure, in senso più ampio e dal punto di vista della storia del genere, potrebbe essere considerato come un moto di rigenerazione del black metal stesso. Questo perché, da un certo punto in poi, il black metal per sopravvivere non ha potuto fare a meno dell’elemento atmosferico che permettesse a quel linguaggio di evolversi, emanciparsi, articolarsi in brani lunghi, dimensioni avvincenti, esprimersi in diversi umori e calcare differenti scenari.  

Se ci sono stati dei musicisti importanti per la rigenerazione del black metal nel terzo millennio, quelli sono stati proprio i fratelli Nathan e Aaron Weaver, operanti sotto la prestigiosa insegna dei Wolves in the Throne Room

14 nov 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: I'M IN A COFFIN

 

Trentottesima puntata: I'm in a Coffin - "One Last Action" (2008) 

Chi ha detto che il depressive black metal deve essere necessariamente un molesto pugno nello stomaco? Avevamo utilizzato questa domanda per introdurre un approccio soft al depressive black metal qual è quello professato da Georg Börner alias ColdWorld, una delle entità più note del depressive di seconda generazione. Oggi invece potremmo utilizzare la stessa identica domanda per iniziare a parlare di una band che, di contro, appartiene proprio al filone “tosto” del DMB, quello più atroce e privo di compromessi: gli I’m in a Coffin

9 nov 2024

KRAFTWERK: GUIDA PRATICA PER METALLARI

 


Fa un effetto strano riproporre una immagine in bianco e nero di artisti che, in modo iconico, si sono affermati nell’immaginario collettivo attraverso una variopinta estetica Bauhaus (palese nel look, nelle copertine degli album, nelle immagini proiettate durante le esibizioni dal vivo). Dovevamo del resto rispettare un cliché delle nostre Guide Rapide per Metellari, rigorosamente introdotte da una foto o un disegno in bianco e nero dell’artista di volta in volta trattato. Come se le tonalità che vanno dal bianco al nero, passando per il grigio, volessero rivelare un’anima oscura di artisti molto popolari, attirando così l’attenzione del metallaro, in genere attratto dal lato "oscuro" delle cose. 

Con i Kraftwerk il gioco riesce peggio del solito, anche perché le connessioni dirette con il metal sono pressoché inesistenti. Non staremo pertanto a ricercare con il lanternino tracce dirette della loro influenza su artisti metal. Parliamo dei Kraftwerk semplicemente perché è impossibile non farlo, considerata la loro importanza per la musica popolare del novecento & beyond... La loro musica, del resto, porta con sé un carattere universale che non potrà lasciare indifferente nessuno, nemmeno il metallaro che sia disposto a prendere armi e bagagli, scavalcare il recinto e passare nel territorio del “nemico”: l’elettronica

7 nov 2024

COME IL METAL ITALIANO E' DIVENTATO SE STESSO - 50 dischi per conoscere il metal italiano (new edition available!)


Cari Lettori di Metal Mirror,
nel ricordarvi che, da inizio febbraio '23, è disponibile la nuova edizione riveduta e corretta del libro in oggetto, linkiamo qui di seguito gli ultimi riscontri avuti da Truemetal.it e da Universorockandmetal.com:

https://www.truemetal.it/articoli/recensione-libro-come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso

https://universorockandmetal.com/2023/02/25/come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso/

La Redazione
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Finalmente è uscito! Ci riferiamo a "Come il metal italiano è diventato se stesso: 50 dischi per conoscere il metal italiano": il primo libro realizzato dalla redazione di Metal Mirror! Grazie a questa opera l'approccio "metalmirroriano" che avete imparato a conoscere (e, chissà!, ad amare) sulle pagine di questo blog, trova finalmente spazio su carta!

4 nov 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: VEIL

 
Trentasettesima puntata: Veil - "Sombre" (2008) 

Chissà cosa si nasconde dietro questa copertina stranamente colorata. Una copertina insolita per un album di depressive black metal, ritraente (per chi ha gli occhi aguzzi) un lupo stilizzato il cui contorno si confonde con quello dei rami rinsecchiti di un imponente albero su sfondo di cielo increspato: un soggetto semmai più tipico di certo atmospheric black metal, specialmente americano, che va a mettere insieme devozione per Natura e Tradizione, misticismo e paganesimo, come potrebbero fare benissimo Agalloch e Wolves in the Throne Room.  
 
Dietro a questa copertina, in verità, si cela una delle tante realtà del depressive black metal che hanno vissuto giusto il tempo per rilasciare un solo album per poi dissolversi nel pulviscolo della galassia del metal estremo. Come si è visto, queste meteore sono solite seminare dietro di sé, se non capolavori, degli ottimi lavori. E’ questo è anche il caso di “Sombre", l’unico full-lenght pubblicato dal progetto americano Veil, attivo dal 2003 al 2012.  

30 ott 2024

I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - DRUDKH: "AUTUMN AURORA" (2004)

 

Definire i Drudkh una band dedita al black metal atmosferico non è del tutto corretto. La loro musica potrebbe essere descritta come un black metal passionale, tinto di natura, folclore, storia e cultura ucraine. Tuttavia, su un album in particolare, il secondo "Autumn Aurora", l'appellativo di atmospheric black metal ci sta, eccome. 

Erano anni, del resto, a cui si assisteva un po' ovunque ad un rigoglioso rifiorire del black metal sotto nuovi auspici. Le premesse erano sempre le stesse: quel black metal che si era venuto a modellare durante gli anni novanta entro la penisola scandinava. Ma questa volta si notava nelle band della generazione successiva un piglio diverso: le lezioni dei maestri erano state finemente metabolizzate e venivano rielaborate in forme estremamente personali e con forti connotazioni territoriali: approccio, questo, che spesso di concretizzava in un black metal maggiormente meditativo, melodico, introspettivo. E questo era ovviamente il caso dei Drudkh.  

26 ott 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: SELVHAT

Trentaseiesima puntata: Selvhat - "Jgennom Moerket Famlende" (2008) 

Si è visto che la Norvegia è stata la culla del depressive black metal. Realtà come Burzum, Forgotten Woods, Manes e Strid sono stati determinanti affinché il filone attecchisse e potesse acquisire una sua autonomia (quella che, più volte, abbiamo definito come la deviazione dalla strada maestra). Il verbo del depressive, soprattutto a partire dagli anni zero, sarebbe poi proliferato un po' ovunque e la Norvegia, paradossalmente, sarebbe uscita dai radar per quanto riguarda questo sotto-genere. 

Pone in parte un rimedio il progetto Selvhat, chiamato a tenere alta la bandiera della Norvegia anche in ambito depressive. Non vi preoccupate se non ne avete mai sentito parlare, i Selvhat hanno dato alla luce solo un full-lenght e questo è uscito originariamente in cassetta per poi essere ristampato un paio di volte su vinile, mi immagino non in grandi tirature. Questo il motivo per cui il vostro negoziante di fiducia non ve lo ha proposto nel 2008, quando è stato realizzato. L'utilità della rete si palesa proprio in questi casi: quando ti permette di riscoprire gioielli altrimenti irrecuperabili come questo... 

23 ott 2024

UN COCCODRILLO PER PAUL DI'ANNO - LA CHIAVE NEL PUGNO


Il coccodrillo per Paul è doveroso, ma non perché lo sia a prescindere. 

E, anzi, l'ultimo dei motivi è che sia stato il cantante dei Maiden. Non c'era già più quando i nostri componevano “Die With Your Boots On”.

Ma lui è morto così, “con gli stivali”, da uomo che non dismette i suoi panni.

20 ott 2024

AN EVENING WITH...ZOLA JESUS (ST MARY MAGDALENE'S CHURCH, LONDON - 23/09/2024)



Ci sono dei live-report in cui amo annegare nei dettagli e nelle sfumature. Sono quelli che di solito riguardano artisti che conosco benissimo e che vanno a descrivere, passo dopo passo, le sensazioni provate durante una esibizione: sensazioni soggettivissime, spesso condite da digressioni e considerazioni di maggior respiro sull’artista o su un genere intero. Ci sono poi quei live-report che, più generici, fungono più che altro da scusa per presentare un artista al pubblico di Metal Mirror. E’ questo il caso: con la scusa di parlare di una sua recente comparsata in terra londinese, mi piacerebbe introdurre ai nostri lettori - qualora già non la conoscessero - la figura di Zola Jesus, altra musa dell’universo “goth e derivati” del nuovo millennio da mettere accanto alle già decantate Chelsea Wolfe, Anna Von Hausswolff, Kristin Hayter (aka Lingua Ignota) e Darkher

Rispetto alle colleghe sopra menzionate, Nika Roza Danilova (classe 1989, nata in Arizona ma dalle origine russe, tedesche, slovene ed ucraine) è indubbiamente la più dotata da un punto di vista vocale, ma, di contro, è quella che offre il percorso artistico meno interessante. Non sono un fan sfegatato della cantante americana, lo dico subito, in quanto i suoi album non mi hanno mai completamente catturato, ma nonostante questo ne ho sempre apprezzato le qualità di interprete e il magnetismo di certe sue composizioni; per questo ho deciso di coglierla in un momento di “nudità”: solo lei e il pianoforte, la dimensione ideale affinché quella sua bellissima voce potesse emergere su tutto il resto. 

15 ott 2024

WHAT'S...NU? GUIDA RAPIDA AI 30 ANNI DEL "NU" METAL (2/2)


 


Proseguiamo il nostro countdown cronologico per celebrare i 30 anni del Nu Metal.

Nella scorsa puntata ci eravamo fermati alla posizione n.08, con i redivivi Linkin Park (da poco tornati in pista, dopo 7 anni di iato, con un nuovo album, "From Zero", e una nuova frontwoman, Emily Armstrong).

E ripartiamo dai...

11 ott 2024

WHAT'S...NU? GUIDA RAPIDA AI 30 ANNI DEL "NU" METAL (1/2)




Finchè c’è da scherzare, scherziamo. Con annessa sdegnosa noncuranza, ai limiti dello snobismo. Ma questa mini-rassegna vuole essere un post ‘serio’. E celebrativo. Celebrativo di una ricorrenza che, piaccia o meno, attiene a un fenomeno che ha trasformato il volto del metal. Che da esso è, anzi, stato preso per mano e portato a livelli di popolarità e diffusione raramente (mai?) toccati in precedenza.

Parliamo del tanto vituperato, da noi, nu metal. Parliamo dei 30 anni, oggi, del debut omonimo di Jonathan Davies & co.

“Korn”. 11/10/1994

5 ott 2024

UN ASSAGGIO DI COSMIC VOID FESTIVAL - ARCTURUS & DJEVEL (13/09/2024, LONDON)



Eccoci finalmente al Cosmic Void Festival, un altro sfizio che mi tolgo in questo 2024 foriero di grandi soddisfazioni sul fronte concertistico. Giunto alla sua terza edizione, il festival londinese si è subito distinto per intercettare chicche da veri intenditori nell'empireo del black metal e derivati (basti pensare, in seno all'edizione dell'anno scorso, al debutto assoluto dal vivo dei Midnight Odissey, mai saliti su un palco in precedenza, o la riesumazione dei Ved Buens Ende..., che non mettevano piede in UK dal 1995!). Il format delle tre giornate (con nomi effettivamente di rilievo ma annacquati con molti altri tutto sommato trascurabili) e i prezzi altissimi, tuttavia, mi hanno sempre scoraggiato, ma quest'anno credo di aver trovato un giusto compromesso fra qualità e prezzo, ossia presenziare solamente alla serata di warm-up all'O2 Academy Islington, la giornata più abbordabile economicamente delle tre e che ha visto come headliner gli Arcturus, mia passione di gioventù. 

30 set 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: COLDWORLD


Trentacinquesima puntata: ColdWorld - "Melancholie²" (2008) 

Chi ha detto che il depressive black metal deve essere necessariamente un molesto pugno nello stomaco? Se è statisticamente vero che molte estrinsecazioni di questo sotto-genere – in particolare il ramo suicidal – tendono a voler portare alle estreme conseguenze sonore un’attitudine volta a sondare il lato più degradato dell’animo umano, con esiti il più delle volte fra lo sgradevole e il disturbante, non è raro trovare proposte che agiscono in modo più misurato e, se vogliamo, con tocco più delicato, attraverso un maggiore raziocinio compositivo ed una maggiore sobrietà a livello espressivo. 

ColdWorld è senz’altro un’entità che appartiene a questa seconda categoria, costituendo un buon viatico per iniziarsi al genere senza dover per forza patire le pene dell’Inferno...

27 set 2024

I 30 ANNI DI "DIVINE INTERVENTION"_IO NON C'ERO: "LIVE INTRUSION" (SLAYER)


Son passati cinque anni e sembra ieri. Sembra ieri che quelle croci, pian piano, ruotavano sui teloni, in apertura degli show del loro ultimo “Farewell Tour” prima che attaccasse l’attacco frontale di “Repentless” (la canzone). Fortunati chi, come il nostro Lost in Moments, li ha visti al Rock the Castle quel 07 luglio del 2019, ultima data italiana di Zio Tom & co.

E sono forse questi cinque anni di assenza degli Slayer dalla scena metal che mi creano un corposo ‘effetto nostalgia’. E questo nonostante, non lo nascondo, sia stato un critico piuttosto aspro della produzione degli Slayer dal dopo-Seasons in the Abyss.

21 set 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: THY LIGHT



Trentaquattresima puntata: “Thy Light” – “Suici.de.pression” (2007) 

Con il presente capitolo apriamo un’altra significativa breccia metodologica nella nostra rassegna. Oggi parliamo di un'altra demo (eresia!), un format che in genere evitiamo nelle nostre trattazioni, solitamente consacrate al nobile medium del full-lenght. Ma il depressive black metal, come genere, si presta a questa trattazione un po’ disordinata, perché spesso è disordinato proprio il modo con cui sono costruite intere discografie: un mare di demo, EP, split in cui galleggia ogni tanto qualche album ufficiale. 

Stando bene attenti a non farci fagocitare dal turbine delle misantropiche registrazioni in cassetta che circolano negli ambienti, ci siamo concessi le nostre dovute eccezioni: abbiamo così rispolverato le vecchie demo dei Manes, anche perché era l’unico materiale per cui la band poteva essere contemplata nella rassegna e considerata seminale per il genere (visto che i norvegesi avrebbero rilasciato il loro album di debutto sulla lunga distanza per poi virare presto verso altre sonorità). Abbiamo poi considerato la demo e l’EP degli Strid, che non hanno nemmeno fatto in tempo a pubblicare un full-lenght (ma come potevamo parlare di DBM senza citare gli Strid, considerati gli iniziatori del genere?). Non ce la siamo sentita, infine, di ignorare nemmeno i grandissimi Life is Pain, autori di una sola demo, ma irrinunciabile anch'essa. 

15 set 2024

VIAGGIO NEL METAL RURALE_VI - GLI ULTRAS DELLA RURALITA': AUTARCIE

 


Ci siamo abituati alla campagna come luogo di malinconia, forse per i “pezzi grossi” Sale Freux. Abbiamo intravisto campagne più malate, malsane; però è ora di tornare alla centralità della campagna “campagna”, e alla doppia faccia della terra, che può donare o affamare.

Alla base di una delle più note fiabe per bambini (anzi, almeno due) c'è la carestia. I genitori di Hansel e Gretel pensarono di abbandonare i bambini, lasciando loro cibo per un giorno, perché incapaci di sfamarli. Analoga sorte alla base della novella di Pollicino, o Tredicino, che dir si voglia.

Colpa della carestia. In campagna si può rimanere senza cibo, senza acqua, e le distanze possono essere tali che, per gente senza mezzi e riserve di cibo, ciò significa morire di fame, di stenti.

10 set 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: GRIS



Trentatreesima puntata: Gris – “Il était une Forêt... ” (2007)

C'era una foresta...

Sono probabilmente le foreste del Quebec, i paesaggi mozzafiato di questa selvaggia porzione del Canada ad ispirare la musica di questa entità superiore. Si è visto che nel depressive black metal gli ambiti di manovra sono angusti, ma anche che, una volta pienamente calati nei meandri del genere, è possibile individuare tendenze e sostanziali differenze fra filoni e scuole di pensiero: dalle estrinsecazioni più sfilacciate e minimaliste ai lavori più complessi ed elaborati, il DBM si è dimostrato un sotto-genere che possiede una discreta, benché limitata, capacità di spaziare stilisticamente, abbracciando diverse “sfumature di grigio”. 

5 set 2024

LITURGIE DI FINE ESTATE: LITURGY, LIVE AT CAFE OTO (LONDON, 25/08/2024)



Per molti la vecchiaia ideale consisterà probabilmente nel dimorare nella classica casa al mare e trascorrere il tempo facendo lunghe passeggiate in spiaggia con il cane. Per il sottoscritto, invece, la vecchiaia ideale vorrebbe coincidere con una casa dignitosa in East London, più precisamente a Dalston (vicino a Hackney) a tre minuti dal Cafe OTO, dove poter trascorrere una sera ogni due. 

Il Cafe OTO è una fra le venue più iconiche di Londra, un luogo di culto per ogni appassionato di musica, ma anche di arte in generale: poco più di un baretto (cosa che di fatto è durante il giorno), da sempre il locale è noto per una fitta programmazione di concerti di artisti di nicchia gravitanti principalmente nelle aree del jazz, dell'avanguardia, della modern classical e del cantautorato, senza disdegnare sonorità di altro tipo purché ascrivibili alla categoria della musica colta. Io l'ho sempre corteggiato il Cafe OTO, ci avevo solo preso una birra un pomeriggio, ma vuoi per la distanza da dove abito, vuoi per un cartellone di eventi che, di volta in volta, non mi ha convinto ad attraversare la città un martedì sera qualsiasi (per questo vorrei viverci vicino!), non avevo mai avuto l'occasione di saggiarlo nella pura dimensione del live. E quale occasione migliore per battezzare il Cafe OTO che la Two-Day Residency dei Liturgy? 

31 ago 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: TRIST

 


Trentaduesima puntata: Trist – “Zrcadlenì Melancholie” (2007) 

Non facciamo in tempo a bearci delle trame malinconiche degli Austere, dei loro soffusi paesaggi dell'anima, che subito ci ritroviamo davanti ad un braccio dilaniato su sfondo di lavandino insanguinato: un nefasto scatto fotografico che preannuncia un tonfo sordo negli abissi del più lercio suicidal black metal!

Ci spostiamo in Repubblica Ceca ed andiamo a conoscere Trist..., altro nome, stesso programma...

26 ago 2024

DARKHER - FINE DELL'ESTATE

 
Leggerete queste mie parole negli ultimi giorni di agosto, quando sarà sicuramente più lecito parlare di fine dell'estate, ma i fatti qui narrati risalgono ad un mese fa, al 27 luglio per l'esattezza. 
 
Nei circa sei giorni all'anno in cui si può dire che a Londra è estate succedono cose strane agli occhi di una sensibilità mediterranea: le strade si riempiono di gente in tenuta balneare (infradito, abiti fioriti, occhiali da sole, cappelli di paglia ecc.) nella cornice stridente di asfalto e cemento della grande città. Credo che quest'anno vadano di moda gli stivali da cowboy abbinati a minigonne, non proprio il mio stile, ma non ci si lamenta, un bel vedere in ogni caso. 

21 ago 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: AUSTERE



Trentunesima puntata: Austere – “Withering Illusions and Desolation” (2007) 

Quando si parla di depressive black metal australiano i primi nomi che vengono in mente sono gli Abyssic Hate e i Woods of Desolation: due pesi massimi del sottogenere, in particolare i primi, da indicare fra gli iniziatori del movimento suicidal

Alla lista dei "meritevoli australiani", vanno aggiunti anche gli Austere, peraltro tornati alla ribalta di recente con un paio di album che nessuno si aspettava più da loro, "Corrosion of Hearts" del 2023 e "Beneath the Threshold" del 2024. Ma non sono questi gli Austere di cui parleremo oggi, bensì quelli che, più di dieci anni prima dalla loro inaspettata reunion, furono autori di un paio di perlette di black metal molto ispirato: “Withering Illusions and Desolation” (2007) e “To Lay Like Old Ashes” (2009). Due lavori uguali e diversi, il primo più radicato nelle ambientazioni depressive, il secondo invece più spostato verso sonorità post-black metal, ma entrambi solidi nell’esprimere la cifra stilistica della band. 

16 ago 2024

VIAGGIO NEL METAL RURALE_V: TERRA E REAZIONE NELLA VANDEA DEI KOLDKRYPT

 




Francia, 1789. Possiamo essere certi che non ci siano ancora band proto-black, a dispetto delle ricostruzioni più ardite della storia del genere. Ma c'è la premessa di quel che, secoli dopo, sarà il black rurale. La Rivoluzione Francese segna il passaggio all'epoca del progresso, in cui l'uomo si fa artefice di una propria fortuna in una improvvisa accelerazione della sua capacità di evoluzione tecnologica. L'uomo industriale, nonostante il dramma dell'alienazione delle masse operaie affluite nelle città, è un modello che riguarda soprattutto una nuova borghesia cittadina, padrona e consumatrice a ciclo continuo, con la campagna che resta in sottofondo. Parte di un mondo superato, e in parte schifato, la campagna diventa il mondo vecchio dove persistono valori ottusi, tradizioni polverose, genuinità che diventa imperdonabile povertà intellettuale, e tende ad ancorarsi all'ingiustizia e alla superstizione, piuttosto che alla nuova “illuminazione” razionale e scientifica.

11 ago 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: HYPOTHERMIA



Trentesima puntata: Hypothermia - "Rakbladvalsen" (2007) 

Giunti alla trentesima puntata tonda tonda mi sento di dire che stiamo iniziando ad entrare nel vivo della nostra rassegna sul depressive black metal. Lo facciamo ripartendo dalla Svezia, un'altra importante patria del depressive. Perché se è vero che il genere ha mosso i primi passi nelle lande norvegesi grazie alle intuizioni dei vari Burzum, Forgotten Woods e Strid, è con band svedesi come Shining e Silencer che il DBM, ed in particolare la sua costola suicidal, ha assunto le forme sonore che oggi associamo a queste etichette. 

Anche gli Hypothermia sono svedesi e il loro leader Kim Carlsson, come i conterranei Niklas Kvarforth e Nattramn, può essere descritto come un eroe del depressive

6 ago 2024

I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - AGALLOCH: "PALE FOLKLORE" (1999)


Una cosa importante da precisare in merito all’atmospheric black metal è la sua duplice natura. E’ un genere di nicchia, con le caratteristiche che abbiamo visto in sede di introduzione e che ha introdotto un modus operandi che si sarebbe presto propagato per l’intero globo, in particolare ispirando una dimensione in solitaria fatta di misantropi armati di chitarre, tastiere, laptop e vogliosi di esplorare con la loro musica gli infiniti spazi della mente, fra natura, folclore, esoterismo, fantasy ed esplorazioni galattiche (mi riferisco a nomi come The Ruins of Beverast, Midnight Odissey, Mare Cognitum, Panocticon, Paysage d’Yver e moltissimi altri). 

1 ago 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: BE PERSECUTED


Ventinovesima puntata: Be Persecuted - "I.I" (2007) 
 
A questo punto della rassegna ci si chiederà come il suono del depressive black metal si sia sviluppato al di fuori dei centri di maggior fermento, ossia l'Europa, gli Stati uniti e io ci metterei anche l'Australia che ci ha consegnato uno dei nomi più importanti del genere, gli Abyssic Hate. Del resto abbiamo più volte detto che il DBM è un genere che, come la variante atmosferica del black metal, ha saputo attecchire in ogni angolo del globo. 
 
E' per questo motivo che oggi voliamo in Cina. Ma attenzione: non è per il rispetto di presunte "quote di partecipazione" che ospitiamo i Be Persecuted nella nostra rassegna, non è per la voglia di esplorare qualcosa di "esotico", in quanto il loro full-lenght di debutto "I.I" è realmente qualcosa di imperdibile ed il nostro compito di oggi è convincervi di questo. 
 

27 lug 2024

...INSEGUIVO UN ATTIMO...

 

Premetto che qui non si parlerà di musica, ma di una sensazione. Anzi no, di tutte e due...
 
Ma prima facciamo un passo indietro e torniamo alla mattina di venerdì 28 giugno. Accadde una cosa eccezionale, anzi due...

22 lug 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: WEDARD

 


Ventottesima puntata: Wedard – “Einsemar Winterweg” (2006) 

Si è già detto che la Germania è una nazione prolifica per quanto riguarda il depressive black metal e lì torniamo per parlare di un’altra perla scaturita da terra teutonica: “Einsemar Winterweg” dei Wedard, duo proveniente dalla Baviera. 

Siamo sempre d’inverno (“Einsemar Winterweg” tradotto significherebbe “passeggiata d’inverno”), ma questa volta - come i più sagaci avranno intuito - la Baviera non ci restituirà gli umori festaioli e caciaroni dell’Oktober Fest: siamo esattamente agli antipodi, nella dimensione più intima che ci possa essere, da soli, nella nebbia e il gelo, lungo un oscuro sentiero che si perde fra le sagome spoglie degli alberi...

17 lug 2024

I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - EMPYRIUM: "SONGS OF MOORS AND MISTY FIELDS" (1997)


C’è stata una manciata di anni in cui il black metal, così come si era configurato all’inizio della decade novantiana nelle lande scandinave, sembrava essere entrato in una fase di crisi: esaurita la spinta creativa di molti protagonisti della stagione d’oro appena trascorsa, per qualche anno non si è saputo che pesci prendere, fra tentazioni regressive che guardavano al proto-black metal degli anni ottanta ed esperimenti di contaminazione che finivano per snaturare il genere stesso. 

Mi riferisco allo scorcio finale degli anni novanta, pochi anni a dire il vero, perché presto, già a partire dagli albori del nuovo millennio, ed in particolare sul fronte americano, il black metal si sarebbe rigenerato per arrivare ai nostri giorni più in forma che mai (cascadian black metal, blackgaze, depressive, ovviamente atmospheric black metal e molto altro). Un periodo di disorientamento così breve che in pochi, oggi, con sguardo retrospettivo, sarebbero in grado di riconoscere, ma che si è palesato chiaramente agli occhi di chi quel periodo l’ha vissuto in prima persona. Internet, poi, ci avrebbe aiutato a conoscere realtà che, in quel periodo, avevano lavorato con serietà e dedizione senza farsi troppo notare, rimanendo appannaggio degli appassionati più attenti, ma successivamente destinati a divenire nomi di culto, venerati e celebrati dalle nuove di leve, e di ascoltatori e di musicisti. 

12 lug 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: LIFE IS PAIN




Ventisettesima puntata: Life Is Pain - "Bloody Melancholy" (2006) 

Fottiamocene ancora una volta della regola aurea del "trattiamo solo full-lenght" ed andiamo a rispolverare l'unica demo rilasciata dai Life Is Pain: "Bloody Melancholy" è infatti un lavoro che non potevamo assolutamente ignorare nella nostra rassegna sul depressive black metal

Questa release, stampata in sole 500 copie, è divenuta nel tempo un autentico oggetto di culto nonché uno dei titoli favoriti dagli appassionati del depressive. E noi concordiamo alla grande con gli addetti ai lavori, dato che in questi 24 minuti il genere si esprime ad altissimi livelli. 

7 lug 2024

VIAGGIO NEL METAL RURALE - IL METAL MINERARIO, Pt. II



Prima di proseguire il viaggio nel mondo del metal minerario, possiamo fare il punto sul tipo di paragidma della miniera:

a) la miniera identitaria: l'uomo diventa sé stesso entrando dentro la sua terra; la miniera è lo svolgimento di una ricerca spirituale, che porta al centro del suo stesso mondo, in profondità. La miniera è la tradizione da conquistare, sé stesso da costruire con la materia prima che si estrae dal proprio ambiente;

b) la miniera sociale materialista: la miniera è il luogo in cui l'individuo si sublima nell'anonimato di una forza produttiva collettiva e rivolta alla comunità di cui si è parte. Il lavoro coincide con la guerra, la conquista del prodotto equivale alla conquista militare, in una militanza che non riguarda il sé, ma che usa il sé e soddisfa il sé (materialmente), senza che vi sia un “io” che va oltre, perché la dimensione sociale coincide con il ciclo materiale dell'uomo (da produttore a consumatore) come tassello di un organismo comunitario, senza guadagno alcuno;

c) la miniera capitalistica: il dramma dello sfruttamento, alleviato dall'identità di classe o di gruppo, con una connotazione politica variabile. Il destino della miniera è vissuto orgogliosamente come inizio di una possibile riscossa sociale; oppure con fatalismo, come condanna e accettazione della miniera come luogo di pena. La vita si sconta in miniera. Il valore delle vite sacrificate alla costruzione di città, strade e macchinari per l'avanzamento e il benessere della comunità, così come per la distruzione bellica, hanno valore proprio perché di sacrificio ingrato si tratta. La gloria dei minatori sarà la memoria del loro sforzo per le generazioni che, si spera, avranno almeno migliorato la loro condizione materiale.

2 lug 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: LIFELOVER

 
Ventiseiesima puntata: Lifelover - "Pulver" (2006) 

E ora qualcosa di completamente diverso, recitava il titolo di un celebre film dei Monty Python. Sì, apriamo uno squarcio di diversità nella nostra rassegna e parliamo dei Lifelover, che oserei definire “diversamente depressive”. 
 
Anche chi non è proprio avvezzo a queste sonorità avrà probabilmente sentito parlare dei Lifelover, che, al di là del nome curioso, sono da ricodare fra i gruppi di punta dell’intera epopea del depressive black metal. La cosa strana non è tanto che i Nostri si proclamino amanti della vita, ma che non suonino nemmeno black metal fino in fondo...
 

27 giu 2024

DAL PUNK ALL'HARDCORE: GUIDA PRATICA PER METALLARI


Punk e metal non sono mai andati grandemente d’accordo, forse per la loro contiguità, la loro vicinanza, come due fratelli bastardi divisi dalla nascita. Due generi che, almeno nelle origini, nascono e si sviluppano in un processo di estremizzazione sonora e con la medesima vocazione di incarnare il tipo di musica più “loud” in circolazione: questo probabilmente il motivo di diffidenza reciproca. Eppure più di uno sono gli elementi di contatto fra questi due universi sonori e culturali, con frequenti processi di osmosi dall’una all’altra parte avvenuti nel corso del tempo.

22 giu 2024

I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - BLUT AUS NORD: "MEMORIA VETUSTA I: FATHERS OF THE ICY AGE" (1996)


Per chi mastica black metal i Blut Aus Nord non hanno certo bisogno di presentazioni, rappresentando oggi, dopo trent’anni di onorata carriera, una delle realtà più lungimiranti e solide in fatto di avant-garde o post-black metal che dir si voglia. 

Personalmente parlando, ho sempre avuto difficoltà ad inquadrare la proposta della band francese: prima ancora che etichettarla in questo o quell’altro modo (perché la copiosa e variegata discografia permetterebbe le definizioni più disparate), mi piace pensare ai Blut Aus Nord come ad una entità avulsa dal suo contesto, una stella cometa che ha compiuto il suo viaggio in solitaria, ignorando la conformazione delle galassie che ha via via attraversato, e che ha lasciato dietro di sé una lunga scia capace di investire molti nomi che del black metal hanno inteso avere una visione più libera ed aperta alle sperimentazioni. Ma fra tutti gli ambiti che ha solcato, mi sento di dire che il filone che più di ogni altro la musica dei Blut Aus Nord ha saputo influenzare è stato quello dell’atmospheric black metal, dimensione che i Nostri hanno saputo anticipare in modo egregio grazie ai loro primi album ed in particolare al capolavoro “Memoria Vetusta I: Fathers of the Icy Age” del 1996. 

17 giu 2024

PORTALS FESTIVAL - 25/05/2024: UNA GIORNATA DI POST-ROCK ED ORECCHIE ROTTE

Sabato 25 maggio. Mentre in Italia si celebrava il più grande rito collettivo che il rock (in senso classico, classicissimo) potesse conoscere in territorio nazionale nell’anno di grazia 2024 (mi riferisco ovviamente alla data italiana dei mitici AC/DC), in quel di Londra si ha avuto un altro tipo di evento: la celebrazione di quella che potremmo definire l’antitesi della forma classica del rock da arena, se per essa intendiamo formato canzone, hit e ritornelli da cantare in coro. 

Parlo del Portals Festival, oramai una istituzione nella capitale inglese ed imperativo categorico per qualsiasi appassionato di sonorità post-rock, post-metal, math-rock e derivazioni varie. In altre parole: lunghe suite strumentali, poche voci, pochissimi ritornelli, introspezione, deflagrazioni. L’edizione 2024, articolata nelle due consuete giornate, avrebbe visto come headliner i This Will Destroy You sabato e gli If These Trees Could Talk domenica. Come avrete capito ho "timbrato il mio cartellino" per la giornata di sabato. 

12 giu 2024

DAI CALIGULA'S HORSE AI FESTIVAL ESTIVI_RIFLESSIONI CONFUSE DI UN METALLARO DI MEZZ'ETA'

 


Una domanda ci sorge spontanea: perché quasi nessuno si fila i The Ocean? Perché la band teutonica non riempie, con decine di migliaia di astanti, teatri, palazzetti e arene all’aperto? Perché non occupano le prime pagine delle riviste e delle webzine? Sbagliano qualcosa nella comunicazione? Non sono abbastanza cool come le band metalcore che fanno impazzire le nuove generazioni di metalheads? O perché non pubblicano singoli che piacciono al primo ascolto come fanno i Ghost?

Un anno fa così aprivamo, tra il serio e il faceto, la recensione di “Holocene” dei The Ocean. E gli stessi identici concetti ci sorgono spontanei in relazione agli australiani Caligula’s Horse, la scarsa partecipazione al concerto dei quali, lo scorso 21 maggio al "Legend" di Milano, ci ha dato, nei giorni seguenti, parecchio da pensare.

7 giu 2024

VIAGGIO NEL METAL RURALE_IV - METAL E MINIERE, Pt. I - dai PANOPTICON ai DAUþUZ

 





Per capire il carattere estremo e radicale del tema della miniera, userò i riferimenti che mi vengono in mente. Scuola elementare, ci fanno leggere una novella, “Ciàula scopre la luna”, opera di Pirandello che più black non si può. C’è questo ragazzo (il cui nome significa “corvaccio”) che lavora, praticamente da schiavo, in una solfatara. Una notte esce in superficie e scopre la luna, scoppiando a piangere. Conosceva il sole, conosceva la luce delle lampade, il buio della miniera, ma non immaginava che anche la notte fosse illuminata. Sì, perché ciò che rende l’uomo consapevole è la luce nel buio, la luna nella notte: a differenza del buio cieco della solfatara, in cui gli animi sono assopiti; a differenza della luce delle lampade, che sei obbligato ad accendere per poter faticare. 

2 giu 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: STERBEND

 


Venticinquesima puntata: Sterbend - "Dwelling Lifeless" (2006) 

Devo essere sincero, se questo album avesse avuto un'altra copertina, non so se lo avrei incluso nella rassegna. Se vi fosse stato un braccio sanguinante o una semplice foresta, credo che avrei fatto spazio a qualcun altro di più meritevole, ma cazzo, come facciamo a fare a meno di questa copertina nel nostro viaggio all'interno del depressive black metal? Che non è un viaggio solo musicale, ma anche lirico, concettuale ed iconografico. 

Un gelido paesaggio invernale, fra neve ed alberi spogli che lanciano i loro rami rinsecchiti verso il cielo come grida di dolore. Tre corvacci, di cui due appollaiati su un ramo, il terzo che sta arrivando. Poco sotto, l'inquietante sagoma di un uomo che pende impiccato. In basso a destra, il titolo dell'album "Dwelling Lifeless" che non ha certo bisogno di traduzioni; in alto a sinistra il minaccioso logo della band, Sterbend, che in tedesco significa morente/moribondo. Cosa ci può essere di più maledettamente DBM? 

28 mag 2024

GUIDE PRATICHE PER METALLARI: NEIL YOUNG


Con le nostre Guide Pratiche per Metallari ci siamo per lo più orientati verso artisti che, pur non suonando metal, esercitano da sempre un fascino particolare sul popolo metallaro: Pink Floyd, The Cure, Nick Cave, Depeche Mode rappresentano entità spesso ben conosciute dai patiti del metallo. La sfida di oggi è parlare di Neil Young e renderlo appetibile ad un pubblico di metallari. 

Non si può certo affermare, infatti, che Neil Young occupi uno spazio centrale nel cuore del pubblico metal. Egli è indubbiamente fra i grandi del rock, ma non è stato affatto influente nella genesi e nello sviluppo del metal in quanto genere musicale. Conseguentemente non viene coverizzato dalle band metal (sebbene si abbia l'illustre eccezione dei Type O Negative che ne hanno riletto il classico "Cinnamon Girl"). Young viene in genere snobbato dal metallaro perché la sua figura viene irrimediabilmente legata all'universo del country-rock, ambito decisamente distante dai gusti del pubblico metal. La qui presente guida, pertanto, non è solo un modo pratico per presentarne il percorso artistico a chi ne ignora le gesta, ma anche e soprattutto un'opera di convincimento al fine di spingere i più scettici ad approfondire l'operato di questo artista imprescindibile. 

23 mag 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: NOCTURNAL DEPRESSION



Ventiquattresima puntata: Nocturnal Depression - "Nostalgia - Fragments of Broken Past" (2007)

Formatisi nel 2004, i Nocturnal Depression hanno dato alle stampe il loro debutto "Nostalgia - Fragments of a Broken Past" nel 2006, quando molto, se non tutto, era già stato detto sul depressive black metal. Quando infatti band come ShiningSilencer e i nostrani Forgotten Tomb avevano già partorito i loro capolavori, i Nocturnal Depression si inseriscono nel mercato, più che come degli innovatori o degli originali interpreti, come dei convinti sostenitori del verbo depressive, incarnandone nel bene o nel male i cliché

Nondimeno i francesi sono anche una delle band più longeve nel movimento, pubblicando dischi a scadenza costante e assicurando una vita sul palco: cosa, quest'ultima, che non è da dare affatto per scontata in un ambiente di inguaribili misantropi che costruiscono carriere intere rimanendo nel chiuso delle loro camerette e limitandosi ad attaccare lo spinotto della chitarra al software del proprio computer. A venti anni dalla loro nascita, possiamo considerarli senz'altro fra  i nomi di punta del movimento.   

18 mag 2024

METTI IL FUNERAL DOOM UN LUNEDI SERA...BELL WITCH ED ESOTERIC (LONDON, 15/04/2024)



Ci ho messo un po' di tempo a far uscire questo live-report, me la son presa con calma... in perfetto spirito funeral doom...

The Dome, 15 aprile 2024, ore 7 e mezzo circa. Giungo un po' fiacco all'evento: è lunedì, nottataccia alle spalle, lunga giornata di lavoro, mal di denti, orecchi ronzanti per aver ascoltato hardcore tutto il giorno (non chiedetemi perché) ed è pur sempre lunedì: direi che ci sono tutte le condizioni per affrontare in serenità una serata di funeral doom...

Esoteric e Bell Witch insieme sono i classici due piccioni con una fava. Sebbene i primi rappresentino la storia del genere, i Bell Witch si meritano in questo tour il ruolo di headliner, forti di lavori veramente sopra la media. "Mirror Reaper", per esempio, è a parere di chi scrive uno dei migliori album di metal usciti in anni recenti. Io son qui per loro, lo dico fin da subito, ma certo non mi dispiace affatto l'idea di passare attraverso un'oretta di Esoteric. Prima, però, ci sarà da passare dai Knoll