Cari Lettori di Metal Mirror,
nel ricordarvi che, da inizio febbraio '23, è disponibile la nuova edizione riveduta e corretta del libro in oggetto, linkiamo qui di seguito gli ultimi riscontri avuti da Truemetal.it e da Universorockandmetal.com:
https://www.truemetal.it/articoli/recensione-libro-come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso
https://universorockandmetal.com/2023/02/25/come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso/
La Redazione
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Finalmente è uscito! Ci riferiamo a "Come il metal italiano è diventato se stesso: 50 dischi per conoscere il metal italiano": il primo libro realizzato dalla redazione di Metal Mirror! Grazie a questa opera l'approccio "metalmirroriano" che avete imparato a conoscere (e, chissà!, ad amare) sulle pagine di questo blog, trova finalmente spazio su carta!
Perché proprio una rassegna sul metal italiano? Perché è un tema trasversale che ci ha permesso di confrontarci con le sonorità metalliche più disparate (dal metal classico al brutal death passando per l'epic, il doom, il power, il prog, il thrash, il black, l'industrial, il folk, il gothic, il post-hardcore, l'alt-metal, l'avanguardia ecc.), dimostrandosi un terreno incredibilmente fecondo di spunti. Insomma, c'era carne al fuoco a sufficienza per costruire un valido progetto da realizzare ad otto mani. Nessuno di noi avrebbe potuto sostenere l'impresa da solo; l'unione di intenti e di forze l'ha permesso!
Grazie a questa favorevole condizione di partenza, ognuno di noi si è potuto muovere in serenità e destrezza, facendo leva sul proprio bagaglio di conoscenze, sulle proprie esperienze personali (siam tutti abbondantemente sopra i quaranta!), sulla propria sensibilità e sul proprio, personale, approccio alla musica. E' bellissimo scorrere le pagine di questo libro ed avere la possibilità di poter apprezzare l'alternarsi di quattro diversi stili di scrittura, unificati però dalla medesima libertà espressiva e dalla voglia di veicolare concetti inediti: il carattere fortemente visionario dello sguardo del Doc e le sue penetranti letture testuali (e meta-testuali); il rigore metodologico e le implicazioni sociologiche di Morningrise; i confronti assurdi e le metafore ardite di Lost in Moments; le pungenti analisi e i paesaggi spettrali scaturiti dalla penna tranchant di Mementomori.
Una carrellata di 50 album per capire il metal italiano: ce n'era veramente bisogno? A quanto pare sì, considerata l'assenza sul mercato di un tomo che fungesse da compendio per l'intera epopea del metallo tricolore. Numerose sono le pubblicazioni sul tema, chiariamoci, ma il discorso è stato spesso circoscritto a singole band, sottogeneri specifici, determinati periodi storici: è mancato qualcuno che elevasse lo sguardo ad orizzonti più ampi ed avviasse una riflessione che andasse ad abbracciare quattro decadi di metal nostrano.
L'approccio - lo chiariamo subito - è stato quello dell'appassionato, quello della soggettiva speculazione di pensiero: l'asse lungo il quale da sempre ci muoviamo. Il nostro lavoro non è frutto di una spasmodica ricerca volta a raccogliere aneddoti di vita e dichiarazioni degli artisti, non ci è interessato entrare nelle menti dei musicisti, ma assecondare le nostre sensazioni come fruitori di musica. Abbiamo del resto apprezzato i vari Black Sabbath, Iron Maiden e Metallica per le biografie e i proclami dei loro componenti o per la loro musica?!? Non ce la siamo sentita, dunque, di riservare un trattamento privilegiato ai nostri paladini nazionali (cosa che avremmo potuto concedere, considerata la vicinanza territoriale e culturale). Li abbiamo piuttosto messi impietosamente accanto ai giganti del metal mondiale con uno sguardo schietto e disincantato: uno sguardo penetrante che non è stato rivolto altrove quando ci si è imbattuti nelle note criticità del "sistema metal Italia".
Abbiamo esposto i nostri pensieri senza peli sulla lingua, sfatando miti consolidati e riconoscendo meriti dove le nostre orecchie li hanno intercettati. Il fatto che il libro sia stato auto-prodotto è una garanzia della nostra genuinità e della nostra libertà di pensiero. Siamo umili ascoltatori, non abbiamo legami con addetti ai lavori, non abbiamo interessi nel favorire l'uno o l'altro nome. Ci appelliamo al sacrosanto diritto di esprimere le nostre opinioni, nei riguardi delle quali ci sarà sicuramente qualcuno pronto a dissentire, perché una selezione di 50 titoli lascia sempre potenziali margini di scontento.
Ma non vogliamo vedere l'operazione come un banale podio su cui abbiamo inteso cingere con una corona di alloro la testa dei più "meritevoli". Qui non si parla dei "migliori"(ammesso che vi sia un criterio per indicarli con certezza) ma di coloro che hanno ispirato la nostra narrazione. La rassegna intende infatti portare sotto i riflettori ciò che secondo noi definisce i contorni del metal italiano (e non semplicemente del metal fatto in Italia o dagli italiani). In questa selezione abbiamo sacrificato qualche nome storico per concedere spazio a realtà meno conosciute ma che ci hanno ispirato importanti riflessioni (in merito all'utilizzo della lingua italiana, alle connessioni con culture locali e specificità territoriali ecc.) in un inevitabile contro-bilanciamento fra "Tradizione" e "Nuovo che avanza". E con un approccio libero che non si è limitato a trattare la singola opera ma che ha contemplato anche sforzi di contestualizzazione storica e sociale, divagazioni, menzione di intere scene e paragoni con realtà analoghe.
Una narrazione, la nostra, che fin dall'inizio ha preteso di essere originale, inusuale per il metal, svincolata da luoghi comuni, banalità, pregiudizi. Una narrazione che, soprattutto, restituisse dignità al metal e che lo trattasse come una cosa seria. Ne è una dimostrazione lampante la copertina stessa del libro, insolitamente sobria, dai colori tenui, scevra una volta tanto da diavoli e fiamme infernali. E' evidente, in essa, il richiamo al mito di Sisifo - ve lo ricordate, no?, quel tizio condannato a trascinare su per un pendio una pietra che poi, sistematicamente a fine giornata, rotola giù dalla rupe, costringendolo a ripetere il medesimo sforzo il giorno successivo, tutti i giorni, per l'eternità (ogni allusione ai rapporti difficili fra il metal e il contesto italiano, e musicale e sociologico, è chiaramente voluta...).
Con questa immagine di fatica immane e frustrazione (ma abbiate presente che "Il mito di Sisifo" è anche il titolo di un saggio del filosofo Albert Camus sull'assurdità della vita - e anche da questo punto di vista vi sarebbero delle implicazioni interessanti con le nostre argomentazioni), con questa immagine, si diceva, vi invitiamo alla lettura di "Come il metal italiano è diventato se stesso - 50 album per capire il metal italiano", con la speranza che essa possa offrirvi un piacevole intrattenimento, nuovi spunti di riflessione e, ovviamente, di ascolto.
Autori: Francesco Crisanti, Marco Crisanti, Matteo Pacini, Roberto Ursino
Titolo: "Come il metal italiano è diventato se stesso: 50 dischi per conoscere il metal italiano
Editore: autoproduzione (Amazon)
Data di pubblicazione: 8 dicembre 2022
Pagine: 138 (copia cartacea), 140 (formato Kindle)
Prezzo: 19,90 € (copia cartacea), 11,90 € (formato Kindle)