Tra le mura domestiche ho respirato, fin da bambino, la passione per la Musica Classica. Mio padre, negli anni, si è costituito una ricca collezione di vinili di Lirica, che
ha tutt’ora. Sono cresciuto perciò sentendo dissertare, anche a tavola, di Verdi e
Donizetti, Rossini e Bellini, Puccini e Mascagni. Per carità, da ragazzino l’Opera
non mi esaltava di certo ma alcune arie, le più celebri, cantate dai Grandi Tenori
che apparivano alla tv (allora star musicali quasi tanto quanto Madonna e Michael
Jackson) devo dire che mi rapivano.
"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa
31 dic 2019
28 dic 2019
RECENSIONE: "CAST THE FIRST STONE" (HOUR OF PENANCE)
Per quanto mi riguarda è il momento dei romani Hour of Penance: sempre in mezzo a loro per questioni di vacanze, lavorative e musicali.
Trentaquattro minuti come si faceva una volta, trentaquattro minuti tecnici e brutali come se i Morbid Angel si fondessero con i Cannibal Corpse, mantenendo però qualche peculiarità melodica negli assoli che ricorda il compianto Ralph Santolla.
25 dic 2019
THE BEATLES: GUIDA PRATICA PER METALLARI
Erroneamente associati alla "canzonetta pop degli anni sessanta" i Beatles non sono mai stati guardati con grande interesse da parte del pubblico metal. Anche volendo ricercare i nomi di coloro che nello scorcio finale degli anni sessanta hanno posto le premesse per la nascita dell'heavy metal come genere a sé stante, di certo Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr non figurano fra essi.
Eppure, scevro da pregiudizi e con la dovuta onestà intellettuale, anche il metallaro può avvicinarsi alla musica dei Fab Four, potendo trovare fra i solchi della loro discografia degli spunti di indubbio interesse. Vediamo cosa Metal Mirror ha scovato per voi.
22 dic 2019
"ESSERE" O "APPARIRE" - UNA RIFLESSIONE SUI "GIOVANI" E SUI "VECCHI"...
La diabolicità di Google, come
tutti sanno, è quella di registrare le preferenze dei suoi utenti e proporre
loro, ad ogni nuovo utilizzo, pagine e video che potrebbero interessarli.
E così, l’altra settimana, aprendo
l’app di Youtube mi è apparso nelle prime posizioni un videoclip di un gruppo
che non avevo mai sentito: gli Eleine.
19 dic 2019
CLASSIFICA: I MIGLIORI ALBUM METAL DEL 2019
Non c’è una regola, ma
ultimamente le mie necessità di confronto musicale con gli altri tendono ad
un’asciuttezza zen ben esemplificata da un sorriso sornione.
L’architettura sonora del 2019 è infatti fragile e la grandeur degli anni passati, che cerca di certificare noi stessi attraverso una classifica degli ascolti, diventa pallida.
16 dic 2019
A NIGHT WITH... DEVIN TOWNSEND: LIVE AT ROUNDHOUSE, LONDON (12/12/2019)
Il 12 dicembre 2019 è stato un giorno particolare per il Regno Unito. In quel giorno il popolo votante è stato chiamato alle urne per scegliere i propri rappresentanti politici, con ovvie ripercussioni sulla gestione della spinosa questione dell’uscita dalla Comunità Europea: un tema cruciale per tutti coloro (me compreso) che da immigrati vivono nella capitale inglese.
Per il sottoscritto, in verità, il 12 dicembre 2019 si proponeva di essere una data cruciale già in tempi non sospetti, ancora prima dell’indizione delle elezioni anticipate, in quanto sarebbe stato il giorno in cui si sarebbe tenuto il concerto londinese di Devin Townsend in occasione del tour promozionale di “Empath”, sua ultima fatica discografica.
13 dic 2019
RESTROSPETTIVA: QUEL GUIZZO CHE MANCA AI SEVENTH WONDER
10 dic 2019
I BRANI PIU' INDISPONENTI DEL METAL - N.11 "WIND OF CHANGE" (SCORPIONS)
Ricorre l'anniversario
della caduta del muro di Berlino. In poche mosse si passò dalla
notizia che forse c'era qualche problema di stabilità interna ai
governi dell'Est, alla mancanza di direttive precise alla polizia, e
quindi all'inizio di un flusso di persone che passavano i confini.
Polonia, Ungheria, e poi il simbolo della cortina di ferro, il muro
di Berlino. Un confine costruito non tra paese e paese, ma dentro il
territorio della Germania Est, che cingeva Berlino Ovest. Che bisogno
c'era del muro? Nessuno, ma il controllo di Berlino era stato
simbolico all'epoca, e continuava evidentemente ad essere un segnale
di sterilizzazione del passato “pan-germanico”. Un sigillo.
7 dic 2019
AMON AMARTH, ARCH ENEMY, HYPOCRISY: LIVE AT O2 ACADEMY BRIXTON, LONDON - 30/11/2019
E’ forse mai possibile andare ad un concerto di artisti di cui importa poco o nulla? Intendo dire: spendere soldi per andare a vedere band di cui si ha una conoscenza, come dire, solo teorica?
Ebbene sì, l’amore per la musica in generale, e per il metal in particolare, mi portano stasera all’O2 Academy Brixton per assistere alle esibizioni di Amon Amarth, Arch Enemy e Hypocrisy. Non posso definirmi un grande conoscitore di suddette band e, a dirla tutta, il melodic death metal non mi ha mai appassionato più di tanto, ma è il pacchetto nel complesso ad allettarmi: l’idea di vedere in una volta sola tre nomi così importanti. Cosa non secondaria: oggi è sabato e domani non si va a lavoro...
4 dic 2019
RECENSIONE: "HEARTS OF NO LIGHT" (SCHAMMASCH)
Da piccoli ci hanno insegnato che nel calcio non si deve mai tirare di punta. Ronaldo (quello brasiliano) nei Mondiali del 2002 portava la sua squadra alla vittoria grazie a due gol, il secondo dei quali fu proprio tramite un tiro di punta: un inusuale gesto tecnico con il quale il giocatore intendeva, a distanza ravvicinata, anticipare il portiere spiazzandolo in velocità. Quel giorno capii che i campioni possono tutto.
“A Paradigm of Beauty” è il tiro di punta degli Schammasch, il brano rock che non ti aspetti in un album teso, drammatico, austero come “Hearts of No Light”. Un capolavoro nel capolavoro.
1 dic 2019
CRISTIANESIMO NICHILISTA - IL CRISTO SENZA PACE NELLA CAMPAGNA SICILIANA
Cristianesimo nichilista.
E’ possibile? Sicuramente non è un cristianesimo destinato a riscuotere successo, ma le orme del Cristo sono quelle che portano al successo? O portano alla croce, come letteralmente insegna la sua storia?
E’ possibile? Sicuramente non è un cristianesimo destinato a riscuotere successo, ma le orme del Cristo sono quelle che portano al successo? O portano alla croce, come letteralmente insegna la sua storia?
28 nov 2019
I MIGLIORI EP DEL METAL: "LUMINA AUREA" (SWALLOW THE SUN)
L’EP, come si diceva nell’introduzione alla nostra rassegna, costituì per band emergenti, o poco più che emergenti, uno strumento sostenibile per immettersi od affermarsi nel mercato discografico senza dover sostenere i costi elevati di un full-lenght. Almeno questo accadeva negli anni ottanta ed inizio novanta, dove per il metal il passaggio dalla cantina allo studio non era cosa da dare affatto per scontata. Con internet, e dunque con le accresciute possibilità di condividere e diffondere materiale tramite la rete, la necessità di ricorrere ad un EP, almeno per farsi conoscere, venne meno.
Per quanto riguarda il nuovo millennio, l'impiego dell'EP si è caratterizzato per altre funzionalità: onorare il contratto con una casa discografica di cui ci si vuole liberare, per esempio, oppure buttare in pasto al mercato del materiale giusto per aver una scusa per rimettersi in tour, che rimane la principale fonte di guadagno per una band oggigiorno. Ma vi sono stati dei casi in cui anche dei "lavori brevi" si sono distinti per qualità ed ispirazione, riflettendo un'esigenza comunicativa specifica, come successo con "I" dei Meshuggah, o un momento particolarmente significativo per l'artista: è il caso di “Lumina Aurea”per Juha Raivio, leader dei finlandesi Swallow the Sun.
Per quanto riguarda il nuovo millennio, l'impiego dell'EP si è caratterizzato per altre funzionalità: onorare il contratto con una casa discografica di cui ci si vuole liberare, per esempio, oppure buttare in pasto al mercato del materiale giusto per aver una scusa per rimettersi in tour, che rimane la principale fonte di guadagno per una band oggigiorno. Ma vi sono stati dei casi in cui anche dei "lavori brevi" si sono distinti per qualità ed ispirazione, riflettendo un'esigenza comunicativa specifica, come successo con "I" dei Meshuggah, o un momento particolarmente significativo per l'artista: è il caso di “Lumina Aurea”per Juha Raivio, leader dei finlandesi Swallow the Sun.
25 nov 2019
I BRANI PIU' INDISPONENTI DEL METAL - N.10: "SONS OF SATAN" (VENOM)
Guardando a ritroso dal
2019, l'effetto di tre tipi borchiati che si dichiarano “Figli di
Satana”, anche solo per la scena, è praticamente nullo. Anche
perché, retrospettivamente, non erano né i primi né i soli in quel
periodo a utilizzare la suggestione satanica per fare qualcosa.
Dovremmo ignorare l'esistenza dei Black Sabbath per considerare nuovo
il satanismo in musica, e infatti la novità non fu genericamente
l'elemento satanico allora già rappresentato, e non fu neanche
quello a venire, filosofico, di matrice anticristiana e neopagana.
22 nov 2019
RECENSIONE: "DISTANCE OVER TIME" (DREAM THEATER)
“Non finisce più John, non finisce più...” e con questa sono quindici notti consecutive che John Petrucci si sveglia in preda al panico, sudando come un bambino. La moglie lo fissa: "Forse il prossimo disco è meglio, non farlo lungo come “The Astonishing”, non pensi John?".
19 nov 2019
TOPOGRAFIA METALLICA - LA FORESTA
Si fa preso a dire
foresta. Innanzitutto, va ammesso che prima dell'avvento del black,
il metal era poco boschivo. L'epic metal faceva riferimento a foreste
mitiche, ma tolto questo il topos della foresta non era frequentato
molto. Oggi, su 170 gruppi che scelgono di includere “foresta”
nel proprio nome, 140 sono black, nelle sue varie declinazioni. La
foresta è un topos che attira tutti, da tutte le direzioni. Voglio
dire, suona naturale che una forest provenga dal repertorio di
tali Ferocia della Stregoneria Nera, e quasi scontato che
scrivano una forest talaltri Il coro dei corvi morti;
quasi obbligatorio che abbiano una forest gli Alberi Morti. E
con tutt'altra valenza, forse bucolica e ecologica vanno a parare
nella foresta Anti-society, per esempio.
16 nov 2019
ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO: GLI ULTIMI VENTI ANNI DEI CRADLE OF FILTH - Parte seconda
Nella sala Direzione della Sony si discute ancora: “... ma chi cazzo ve li ha fatti scritturare?!”.
E volano carte, libri e tutto ciò che è a portata di mano del responsabile marketing: “Quale cazzo di idea vi è venuta in mente? Uno non può assentarsi un attimo per andar in vacanza con la famiglia e voi mi producete un disco di un nano vestito di nero, con un’orchestra oltretutto, sapete quanto ci costano trenta coristi??! Ma poi per cosa!? Neanche si sentono in quel frastuono!!! Fatemi entrare Dani Nano Monnezza che ci parlo io... avanti!”
13 nov 2019
ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO: GLI ULTIMI VENTI ANNI DEI CRADLE OF FILTH - Parte Prima
Qualcuno di voi ricorderà il concetto proustiano della “memoria involontaria” cioè un odore, un colore, un sapore di qualcosa che abbiamo vissuto e che non riusciamo a ricordare più. Proust nella Recherche restituisce senso al tempo che contiene la memoria di ciò che si è dimenticato e, allo stesso tempo, alla memoria che contiene il tempo di ciò che si è perduto.
Sotto questa ottica ho pensato di approfondire l’opera dei Cradle of Filth nell’ultimo ventennio, perché in fondo al mio cervello c’è qualcosa che riescono a far affiorare su me stesso, su di loro e sul senso generale della vita.
10 nov 2019
I MIGLIORI EP DEL METAL: "ARC" (AGORAPHOBIC NOSEBLEED)
“Honky Reduction” con i suoi ventisei brani non toccava i diciotto minuti di durata; “Frozen Corpse Stuffed with Dope”, trentotto brani in tutto, non arrivava a trentaquattro minuti. Venne poi “Altered States of America” che probabilmente ha battuto ogni record mettendo in fila novantanove tracce in solo ventun minuti. Con “Agorapocalypse”, ventotto minuti e mezzo per "solo" tredici brani, sembrava quasi di respirare. Se questa era la cifra stilistica espressa nei quattro “full-lenght” rilasciati dai “cyber-grinder” Agoraphobic Nosebleed nella loro carriera ventennale, cosa era lecito aspettarsi dall’EP “Arc”, composto da soli tre brani?
In verità “Arc”, contro ogni previsione, si avvicina alla mezzora, sfoggiando un sound che poco o nulla ha a che spartire con l’universo espressivo del grind, percorrendo piuttosto in senso opposto il range delle sonorità estreme per approdare alla lentezza ed alla dilatazione di una opprimente e malata forma di sludge-doom: un’auto-negazione stilistica che non è altro che l’ennesima beffa targata Agoraphobic Nosebleed.
7 nov 2019
VIA LUCIS - LA CRISTOLOGIA DEGLI INCHIUVATU, O GESU' VISTO DA DIETRO.
Alla luce di tutto il loro corso artistico, gli Inchiuvatu appaiono come il progetto di metal “cristologico” più longevo su scala internazionale. Ciò che inizialmente ammiccava al satanismo a livello iconografico, già da subito però si mostrava una specie di ricerca demonologica incentrata sulla figura del Cristo, l'inchiodato, e delle figure popolari, pagane o cristiane, che gli ruotano intorno.
4 nov 2019
COSA E' METAL E COSA NON LO E': I DAUGHTERS NON LO SONO, MA QUANTO FANNO MALE! LIVE AT ISLINGTON ASSEMBLY HALL, LONDON (31/10/2019)
Ci si è spesso chiesti in redazione cosa possa essere definito metal o cosa no, se per esso si debba intendere un insieme di suoni pesanti e minacciosi, come i buoni Black Sabbath iniziavano già ad insegnare nel 1970 (dando di fatto l'avvio, da un punto di vista stilistico, alla stagione metal), oppure una attitudine ben precisa e, soprattutto, la consapevolezza di essere e suonare metal.
Una band come i Daughters, che pure nasceva dalle ceneri degli As the Sun Sets (descritti come grindcore), non può essere inserita nel calderone del metal, per attitudine ma soprattutto per suoni, men che meno la reincarnazione post-reunion del 2013, che iniettava in un assalto frontale a base di noise-rock ed industrial certe atmosfere più tipicamente no-wave.
1 nov 2019
RITRATTO DI UN ARTISTA DIMENTICATO: PASI KOSKINEN
«Che fai qui, ragazzo?».
«Niente».
«E allora perché ci stai?».
«Così…».
«Sai già leggere?».
«Oh sì».
«Quanti anni hai?».
«Nove compiuti».
«Cosa ti piace di più: una tavoletta di cioccolata o un libro?».
«Un libro».”
Il cantante finlandese Pasi Koskinen mi ricorda l’incipit del romanzo “Auto da fè” di Elias Canetti, perché anche lui nella sua semplicità canta, come il bambino legge e sembra avere in sé l’innocenza della vittima sacrificale, ma di fatto paga a caro prezzo la differenza verso i suoi simili. Come Pasi è un cantante sottovalutato e diverso dal panorama che lo circonda, restando forse non del tutto compreso, allo stesso modo Peter Kien, il protagonista del libro, e il bambino non fuggono al loro strano destino.
29 ott 2019
I MIGLIORI EP DEL METAL: "RESTORATION" (HAKEN)
Che gli Haken fossero degli ambiziosi fuoriclasse, sia da un punto di vista tecnico che compositivo, lo si poteva supporre già dal loro demo del 2008, “Enter the 5th dimension”: quasi un’ora di musica in appena 6 canzoni, con un paio di queste a sforare abbondantemente i 10’ di durata.
Dopo aver fatto il botto con “The Mountain” (2013) e prima di
pubblicare quell’albumone pauroso che risponde al titolo di “Affinity”, i
Nostri decisero di recuperare quella positiva esperienza della demo riprendendo
come base di partenza per un nuovo lavoro, tre brani ivi contenuti: “Blind”, “Black
seed” e “Snow”. Le “ristrutturarono” e ne fecero tre canzoni nuove di zecca. Cioè
le tre canzoni contenute in “Restoration”.
26 ott 2019
I BRANI PIU' INDISPONENTI DEL METAL - N.9: MANTRONIC (WASP) E PSYCHOTRON (MEGADETH)
Il mondo del metal da sempre recepisce di seconda mano e cucina in varia salsa personaggi e storie della fantasia, dalle saghe epiche classiche a quelle fantascientifiche. Uno dei personaggi ricorrenti in questo ultimo tipo di storie è il cyborg, creatura fabbricata da altri uomini, che però non è costituito soltanto da parti meccaniche, ma anche da parti organiche. Il cervello del cyborg è impostato in maniera che non sia consapevole del suo ruolo, o meglio che lo trovi “naturale”, non umiliante. Ma se il cervello è anche umano, ad un certo punto svilupperà una consapevolezza critica che lo condurrà a volere una propria identità, e quindi a non tollerare più di essere subordinato alla volontà degli uomini.
23 ott 2019
COSA E' METAL E COSA NON LO E': I KING GIZZARD & THE LIZARD WIZARD NON LO SONO - LIVE AT ALEXANDRA PALACE, LONDON (05/10/2019)
Ci si è spesso chiesti in redazione se il suonare/essere metal sia una questione meramente stilistica oppure culturale: ossia se il metal sia semplicemente un insieme di stilemi musicali oppure vi debba anche essere un senso di appartenenza per potersi definire heavy metal a tutti gli effetti. Sinceramente mi sono sempre schierato a favore della prima scuola di pensiero, sostenendo a spada tratta che il metal nasceva nell'anno 1970 con i Black Sabbath e con il riffing pesantissimo di Tony Iommi. Eppure, assistendo tempo fa al concerto dei King Gizzard & the Lizard Wizard, che con il metal hanno a che fare solo in maniera tangenziale, ho avuto qualche ripensamento al riguardo.
Se dalla pesantezza sabbathiana, infatti, rimuoviamo l’oscurità o la carica epica di certi passaggi, quanto rimarrebbe di metal e quanto invece di rock progressivo o psichedelico? E se addirittura prendessimo del crudo e veloce thrash metal e lo trasformassimo in una farsa goliardica per nerd, potremmo continuare a considerarlo heavy metal?
20 ott 2019
RETROSPETTIVA: GLI EP DEGLI AGALLOCH
Li abbiamo celebrati, addirittura
inventandone la "fintografia".
Li siamo andati a vedere in concerto per riferirvene
le sensazioni live.
Li abbiamo inseriti nelle nostre classifiche.
Insomma, ve
ne sarete accorti: tutti in redazione amiamo gli Agalloch. E ora che si sono
sciolti, ne sentiamo fottutamente la mancanza.
17 ott 2019
METAL AMBIENTALISTA E GRETA THUNBERG
Noi di MM non ci siamo stupiti più di tanto innanzi al discorso tenuto all'ONU dall'attivista del momento Greta Thunberg, in quanto siamo abituati a scandinavi che gridano la loro rabbia di fronte al mondo. E' semmai il tema ecologico che suona bizzarro, espresso così visceralmente come nelle campagne ambientaliste degli anni ottanta rivolte soprattutto alle nuove generazioni.
Ad allora era curioso l'isterismo di fondo su questi temi. Da un lato subivamo l'assalto subdolo di una campagna ambientalista ed ecologista a scuola, nelle pubblicità, timidamente anche negli esempi di qualche compagno di scuola che magari usava la carta riciclata, puntualmente sommerso dalle prese per il culo di mezza classe. Dall'altro c'era il filone exploitation della catastrofe ambientale e nucleare, in cui la tensione ambientalistica era vissuta con morboso compiacimento, nella migliore delle ipotesi con l'interesse per la lettura sociologica e evoluzionistica del percorso che aveva portato il mondo ad autodistruggersi.
14 ott 2019
I MIGLIORI EP DEL METAL: "I" (MESHUGGAH)
Un artista che basa la propria visione artistica sull’evoluzione, e non semplicemente sul perfezionamento di un sound collaudato, deve fare necessariamente i conti con quel particolare momento della propria vita artistica in cui la sua spinta creativa inizierà fisiologicamente a declinare. Probabilmente la cosa più saggia da fare in questi momenti sarebbe fermarsi ed ascoltare se stessi, capire quello che si può e si vuole fare. Ma comprendiamo anche che non è facile ascoltarsi quando si ha il proprio ego da sfamare e il fiato del pubblico sul collo: piuttosto che ripetere se stessi e deludere, accade così che l’evoluzione venga portata avanti forzatamente, in modo artificiale. In ogni parabola artistica di questo tipo esiste dunque una “zona un po’ fumosa” in cui non si capisce bene se ci si trovi al top dell’ispirazione o all’inizio delle seghe mentali.
11 ott 2019
SCAMPOLI D'ASIA CENTRALE - TURKMENISTAN E AFGHANISTAN
Turkmenistan. Ormai abbiamo fatto l'abitudine ai gruppi fantasma, o irreperibili. Che siano scatole vuote, operazioni di intelligence, o gruppi che giocano la carta del mistero totale, la cosa ci affascina sempre.
I Dagor Bragollach (omonimi di un gruppo russo) risultano autori 1 singolo e 2 EP (due lunghi brani). Per fortuna i nostri conoscono le potenzialità della rete, e aprono un canale Youtube. Vuoto.
8 ott 2019
I BRANI PIU' INDISPONENTI DEL METAL - N.8: "DEVIL'S RAGE" (DEATH SS)
Nel 1989 tutti attendevamo il nuovo Death SS, e la copertina fu azzeccata, il Cristo Posseduto. Il disco era un falso doppio, apribile per ammirare, in tutta la sua sfocatura, una foto di una messa nera con un topone adagiato su un altare, se ben ricordo. Già lì rimasi un po' deluso. Insomma, dei Death SS mi piaceva molto quell'atmosfera horror paesana, nel senso buono, e l'idea di proporre un teatro delle paure e delle fiabe orrorifiche, un horror corale che prendeva sul serio la propria narrazione. Il satanismo, bah...mi pareva un inutile restringimento di campo, e un terreno minato di luoghi comuni ma inevitabili, come appunto la messa nera. Invece, proprio quello il titolone: “Black mass”.
5 ott 2019
LINGUA IGNOTA, NOSTRA SIGNORA DEL DOLORE: LIVE AT OSLO HACKNEY, LONDON (30/09/2019)
Dietro all’enigmatica sigla Lingua Ignota si cela (ma non troppo) Kristin Hayter: californiana, classe 1986, che io scherzosamente ho ribattezzato la Lady Gaga dell’Estremo (complice una vaga somiglianza nei tratti del viso).
Per chi conosce nomi come Diamanda Galas o primi Current 93; per chi non teme sonorità black e death industrial (Brighter Death Now, MZ.412 etc.); per chi, infine, è già avvezzo alle asperità professate da generi come black metal e drone-metal, le sinfonie del dolore di Kristin Hayter presenteranno una certa familiarità. Ma sono l'ispirazione, l'energia e l'urgenza comunicativa a rendere fresco e degno di attenzione il prodotto, al netto di presunti richiami stilistici a nomi già noti ad un certo tipo di pubblico.
Per chi conosce nomi come Diamanda Galas o primi Current 93; per chi non teme sonorità black e death industrial (Brighter Death Now, MZ.412 etc.); per chi, infine, è già avvezzo alle asperità professate da generi come black metal e drone-metal, le sinfonie del dolore di Kristin Hayter presenteranno una certa familiarità. Ma sono l'ispirazione, l'energia e l'urgenza comunicativa a rendere fresco e degno di attenzione il prodotto, al netto di presunti richiami stilistici a nomi già noti ad un certo tipo di pubblico.
La Nostra ha poi una preparazione classica, cosa che le permette di muoversi con cognizione di causa nel territorio dell’avanguardia più oltranzista e di iniettare sostanza dietro al paravento dell’iconoclastia sonora. Le musica di Lingua Ignota non è dunque provocazione fine a se stessa, ma un viaggio genuino nell’universo interiore dell’artista, a quanto pare vittima di abusi e violenze. Vediamo se le premesse gettate dall'ottimo "Caligula" (opera della consacrazione dopo il folgorante debutto "All Bitches Die") troveranno conferma sulle assi di un palcoscenico...
2 ott 2019
CONFRONTI IMPOSSIBILI: MARKUS GROßKOPF e FRANCESCO GUCCINI
E’ cosa nota che arrivati a un
certo punto, anagraficamente avanzato. della vita si possa manifestare la
tendenza molto umana, e quindi comprensibile, a rinegoziare il proprio rapporto
con l’Aldilà. E’ un qualcosa che avviene privatamente, nell’intimità del
proprio animo e/o nella ristretta cerchia famigliare. Altresì capita che chi vive della propria
arte renda pubblico questo travaglio attraverso la sua forma mediatica
privilegiata (libri, interviste, articoli). Soffermandoci all’ambito che più ci sta a cuore, Metal Mirror ha già affrontato la questione con gli esempi di musicisti
illustri, quali Blackie Lawless e Dave Mustaine, che arrivati a un certo punto
del loro percorso di vita, si sono sentiti di esternare la propria svolta nel
rapporto con il Trascendente.
29 set 2019
I MIGLIORI EP DEL METAL - "V EMPIRE OF DARK FAIRYTALES IN PHALLUSTEIN" (CRADLE OF FILTH)
Ricordo distintamente di
aver combattuto con il dubbio della fregatura a proposito di questo
EP da cui ero fastidiosamente attratto per via di quella sete di Cradle of Filth che allora
avevo (correva l'anno 1996).
E così alla fine, dopo vari tentennamenti, in attesa dello strombazzato “Dusk and her Embrace”, ripiegai su questo episodio breve, che si colloca a tutti gli effetti come secondo lavoro della band inglese.
E così alla fine, dopo vari tentennamenti, in attesa dello strombazzato “Dusk and her Embrace”, ripiegai su questo episodio breve, che si colloca a tutti gli effetti come secondo lavoro della band inglese.
26 set 2019
SPACE ROCKS: ANATHEMA, AMPLIFIER, VOYAGER LIVE AT INDIGO - LONDON (21/09/2019)
Space Rocks è un evento che, nell’arco della giornata di sabato 21 settembre, ha ospitato scienziati, studiosi, ex astronauti, attori, scrittori e chi più ne ha più ne metta. Il tema: lo Spazio, in senso ampio, ampissimo e...cazzo frega a me dello Spazio?
Il fatto è che nel programma del festival troviamo anche la “cosmic music” (così recita la locandina...) di Anathema, Amplifier, Voyager e Anna Phoebe. A solleticare la mia curiosità, ovviamente, è stata la presenza in cartellone degli Anathema che, per l'occasione, avrebbero confezionato uno show unico con l’apporto multimediale della visual media artist Kristina Pulejkova e della European Space Agency.
23 set 2019
BATUSHKA - APOSTASIA MARIANA IN UN TANDEM DI COPERTINE, IL RESTO E' NOIA
La separazione in una band è cosa assai comune nel mondo della musica, e certo il metal non fa eccezione. Ma chi ha il diritto di portare avanti il prestigioso marchio e chi invece il fardello di dover ripartire da capo con uno nuovo? Chi dovrebbe meritare l'onore di un prosieguo di carriera agevolato dalla notorietà e chi invece l'incarico esattamente opposto, ossia quello di una faticosa riaffermazione artistica?
I polacchi Batushka, almeno per il momento, risolvono il problema portando avanti due progetti con lo stesso nome, Batushka appunto. Forti del successo del disco d'esordio "Litourgiya" (un fulmine a ciel sereno nel cielo nero del black metal) e all'indomani della loro separazione, i due membri fondatori della band hanno deciso di rilasciare separatamente due album, "Hospodi" e "Panihida", sotto lo stesso monicker, sebbene giornalisticamente parlando si tenda a distinguere i due gruppi con gli appellativi Krysiuk's Batushka e Drabikowski's Batushka.
20 set 2019
TOOL: L'IMPOSSIBILITA' DI RECENSIRE "FEAR INOCULUM"
Tanto lunga è stata l'attesa per questo sospiratissimo ritorno dei Tool che l'uscita di "Fear Inoculum" ha avuto un effetto quasi traumatico per tutti noi. Il mondo si è dimostrato impreparato a gestire adeguatamente un evento di tal portata: un po' come quando un caro amico che non vedevi da tanto tempo ti si presenta a casa e tu sei in cucina con le mani avvolte nel polpettone oppure al bagno sulla tazza del cesso pronto per confezionare, con tua grandissima soddisfazione, la cagata del secolo.
Più che una recensione questa vorrebbe essere una riflessione sul fenomeno "Fear Inoculum". Ci eravamo infatti talmente abituati ad aspettare che avremmo preferito fluttuare ad infinitum in questo confortevole e frizzantino limbo fatto di ipotesi e di scherno: scherno verso una band che dall'empireo del Mito rischiava di scivolare nella palude del ridicolo. E invece...
17 set 2019
1999-2019: L'ULTIMO VENTENNIO DEI MY DYING BRIDE
Nella carriera dei My Dying Bride esiste uno spartiacque: “34.788%...Complete”, anno 1997. Opinioni personali a parte, quello fu il culmine sperimentale della band, il lavoro dopo il quale si arrestò la ricerca stilistica della Sposa Morente. Complice la dipartita del chitarrista Calvin Robertshaw (a dire dei suoi colleghi l’anima sperimentatrice della band), i My Dying Bride avrebbero rivolto lo sguardo verso il loro passato, tornando a marciare fieramente lungo le coordinate dettate da capolavori come “Turn Loose the Swans” e “The Angel and the Dark River”.
Stilisticamente circoscritti in un campo di azione assai limitato, ma dotati dell’innata classe e con più di un ricorso al mestiere, i Nostri proseguiranno il loro cammino più che dignitosamente con parti discografici mai al di sotto della decenza. Vediamo insieme come orientarsi in questo loro ultimo ventennio di travaglio artistico.
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