Dream Theater, Evergrey, Kamelot, Circus Maximus, Seventh Wonder o i nostrani DGM: queste sono le coordinate in cui inserire i Darkwater, aggiungendo un pizzico di prolissità e ossessione svedese per la precisione.
Dream Theater, Evergrey, Kamelot, Circus Maximus, Seventh Wonder o i nostrani DGM: queste sono le coordinate in cui inserire i Darkwater, aggiungendo un pizzico di prolissità e ossessione svedese per la precisione.
Meno male che c’e Mare Cognitum a riportarci nello spazio. Troppo “terrestri” siamo stati fino ad adesso, con le altre puntate della nostra rassegna sullo zodiaco imperniate più che altro sulle caratteristiche umane e psicologiche attribuite ai vari segni.
Qua invece si vola alto, altissimo! Prossima fermata: il primo punto dell’Ariete...
Tra il nulla e l'ignoto, scriveva George Bataille, esiste una differenza che nessun linguaggio è in grado di stabilire.
Un concetto simile lo ritrovo in
alcuni dischi che ultimamente entrano nel mio spazio sonoro: quella
necessità di mettere le mani nelle viscere di se stessi e del mondo per vedere
mostri o geni occulti.
Avevamo pensato di poterli ignorare, distratti, in quel 2019, dalla grandezza di "Fear Inoculum".
Credevamo che dopo gli sperimentalismi, peraltro riuscitissimi, di “Vertikal” (2013) i Cult Of Luna avessero
concluso, artisticamente, la loro parabola ascendente: da campioni del post-hardcore made
in Sweden, a band universale del variegato e sterminato mondo del post-metal.
Del resto, la collaborazione con Julie Christmas del 2016 in “Mariner” non ci aveva fatto sobbalzare sulla sedia anche se, pure in quell’atipica ora di musica dei Nostri, sprazzi di classe sopraffina e passaggi da pelle d’oca non mancavano.
“King, thy name is Slayer”.
Fu questa la prima thrash song
che conobbi. Né, che ne sò, una “Hell awaits”
o una “The four horsemen”. No. “King, thy name is Slayer”: gli strani casi della vita…