"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

30 giu 2020

LUCIFER: IL RICHIAMO IRRESISTIBILE DELLA...



Devo ammettere una cosa molto triste. Complice la vecchiaia, probabilmente, sto rinvenendo in me un approccio alla musica che mi era estraneo fino a qualche anno fa. Il fatto, ossia, di non saper resistere al richiamo della f...ehm, del fascino femminile. E questo accade sempre di più in modo palese e manifesto, come quei vecchi signori che non sanno trattenere un apprezzamento bonario innanzi ad una bella donna che incontrano, celando dietro a quella che vorrebbe essere galanteria un universo di percezione e pensiero radicalmente maschilista, ove la donna può e deve brillare più che altro per meriti estetici. 

Ho sempre apprezzato molto poco coloro che, nel metal, associano sistematicamente espressioni come “bella oltre che brava” ad una frontwoman, implicitamente confermando il maschilismo serpeggiante degli ambienti metal (due pesi e due misure, perché, per esempio, mai ci sogneremmo di descrivere come bello l’Axl Rose dei tempi d’oro, o sottolineare il bel fisico di Eric Adams o Joey DeMaiobrrrrrrr). Il mondo del metal, del resto, è anche mondo di repressione sessuale, fatto di uomini per uomini (almeno queste erano le condizioni iniziali) dove la donna (quella “strana cosa”) era esclusa come sempre accade in quelle serate fra adolescenti innanzi ad una maratona di Risiko. 

26 giu 2020

THE BEGINNING OF THE END: "SOUND OF WHITE NOISE" (ANTHRAX)


Nel novero delle thrash band storiche, gli Anthrax sono sempre stati un caso a parte. Intanto sono di New York e non della West Coast. Hanno fin dalle origini fatto emergere un lato “fun” insolito per un genere che puntava sulla violenza espressiva e sull’evocazione di immagini catastrofiche. Amavano condire i loro album con delle cover che denotavano gusti al di fuori dell’universo metallico. E in tempi non sospetti (correva l'anno 1991) tentarono arditi incroci fra rap e metal (si ripensi alla collaborazione con i Public Enemy). 

Forse i Nostri stavano intuendo che certe sonorità, tanto in voga negli anni ottanta, erano oramai al tramonto, ancora prima dell’avvento del grunge e dello sdoganamento nel metal delle tentazioni crossoveristiche. Ma quello che gli Anthrax fecero con “Sound of White Noise”, anno 1993, rimane uno dei gesti più spiazzanti che band della Vecchia Scuola del Metallo abbia mai compiuto. 

22 giu 2020

I BRANI PIU' INDISPONENTI DEL METAL - N.12 "FRUTTO DEL BUIO" (BLIND GUARDIAN)


L'apoteosi dei Blind Guardian ... una delle canzoni acustiche del combo tedesco ... un omaggio ad una delle patrie dell'Opera, l'Italia...

Macché... la canzone esiste in più versioni, quella italiana tocca a noi.

18 giu 2020

CONFRONTI IMPOSSIBILI: GLI ANVIL E ACHILLE LAURO


Siamo troppo avanti nel 2020, e al contempo indietro, vedo una performance sgradevole di Achille Lauro a Sanremo eppure qualcosa mi affascina in questo disgraziato ragazzo romano. 

Lo ammetto e contemporaneamente vado a letto ascoltando l’ultimo album degli Anvil.

14 giu 2020

METAL AVANGER - SUPER EROE DEL NOSTRO TEMPO



A casa ho una playlist dove inserisco tutte le canzoni che vorrei avere, tutti i dischi che vorrei comprare ma che non possiedo ancora o che non mi convincono appieno.

In una sorta di patto con il diavolo discolo del collezionismo, mento a me stesso e carico quest’ultimo Super Eroe dell’ascolto che ho ribattezzato Metal Avenger.

10 giu 2020

KATATONIA VS PARADISE LOST: CHI E' PIU' IN FORMA OGGI?



Poco più di due anni fa ci dilettavamo a sondare lo stato di salute artistica di Opeth e Katatonia: un confronto che viene spontaneo fare per la storia che unisce le due formazioni, per il passato di amicizia e collaborazione, per le varie analogie stilistiche mostrate lungo la carriera. Oggi possiamo affermare che le due band si muovono entrambe entro il recinto della musica progressiva (cosa più marcatamente evidente per gli Opeth con la loro recente svolta vintage/settantiana), ma nei fatti le due proposte suonano molto distanti fra loro, con i Katatonia forti di un sound più moderno e aderente ai canoni del neo-prog tooliano

Contrariamente agli Opeth, inoltre, i Katatonia hanno mantenuto nel tempo un ruolo di rilievo in ambito gothic (nel senso ampio del termine), per questo oggi preferiamo confrontarli con una band che si gioca la propria partita sul medesimo terreno, ovvero i Paradise Lost. Una "sfida" resa ancora più credibile dal fatto che le due band hanno pubblicato di recente, e quasi in contemporanea, i loro ultimi lavori: “City Burials” (rilasciato il 24 aprile) per gli svedesi e “Obsidian” (edito lo scorso 15 maggio) per i veterani di Halifax. 

6 giu 2020

500 ALBUM X 50 ANNI DI METAL - (Parte V)


50ENNALE DEL METAL - I MIGLIORI 500 ALBUM  - 5a parte


Il primo scorcio degli anni novanta è stato indubbiamente uno dei periodi più controversi di tutta l'epopea del metal. Nei cinquanta album della puntata precedente abbiamo lasciato i generi tradizionali dell'heavy metal in gran forma, con il movimento thrash metal ad offrire sviluppi sempre più interessanti e la canonizzazione di un nuovo importante genere come il death metal, supportato dal proliferare copioso di band dedite ad estrinsecazioni sonore sempre più estreme.

Nei primi anni novanta il metal, per come si era affermato e sviluppato nella decade precedente, rimaneva forte e radicato in certezze apparentemente incrollabili. Eppure una rivoluzione vera e propria era già in atto, favorita dalla popolarità presto raggiunta dal grunge che riportava in auge, dopo il laccato mondo ottantiano, l'immediatezza del rock settantiano e del punk, anteponendo l'introspezione alla teatralità, l'espressione di emozioni alla tecnica esecutiva. Il metal, che invece si stava orientando verso forme sempre più artefatte, non potette schivare l'onda d'urto: nuovi generi sarebbero nati e consolidati, mentre un certo tipo di concezione del metal era oramai al tramonto...

2 giu 2020

MEMORIE DALLA QUARANTENA: SPECTRAL LORE / MARE COGNITUM, "WANDERERS: ASTROLOGY OF THE NINE"


In tempi bui vedeva la luce questo buio lavoro realizzato a quattro mani dall'americano Jacob Buczarski (Mare Cognitum) e dal greco Ayloss (Spectral Lore), due delle firme più prestigiose in ambito di odierno atmospheric black metal. Una congiunzione di forze che ha portato al complimento di un viaggio intra-galattico alla (ri)scoperta dei pianeti della nostra galassia. 

Che palle, direte voi, e l’ho pensato anche io all’inizio, ma ci sono delle situazioni in cui certe proposte fanno particolare presa. Proprio in un momento come quello della clausura forzata e delle restrizioni imposte per l’intera faccenda Covid-19, il desiderio è proprio quello di poter vagare almeno con la fantasia. Fuga dalla propria casa, dalla propria città, dalla propria condizione esistenziale: tutto questo ed altro è “Wanderers: Astrology of the Nine”, materia di dispersione creativa di artisti che, navigando nel vero underground, concepiscono e creano senza limiti e con quella ambizione smisurata che in casi come questi varca palesemente le effettive potenzialità.