"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

25 apr 2017

MAI DIRE REUNION - I^ POSIZIONE: BLACK SABBATH PARTE II - LA FINE E L'INIZIO DEL CICLO



Lo diceva anche Nostradamus: la fine del mondo inizierà con la reunion dei Black Sabbath (una sestina qualsiasi, tanto non vogliono dire una mazza). Ma un senso, vedrete, c'è.

Esotericamente parlando, per riagganciarci al post precedente, quando Iommi riformerà se stesso sarà svelato il mistero dei Black Sabbath. Iommi è l'elemento che produce il metal, da dietro. Si adatta a tutto (è il “Metalizer” cantato anche dai Judas Priest), ma non può essere riprodotto, non avrebbe
senso. Questo i BS lo indicano in maniera cifrata quando compongono un brano sul racconto di Lovecraft, “Beyond the wall of Sleep” (Oltre il muro del sonno), ma ne cambiano il titolo in “Behind the Wall of Sleep” (Dietro il muro del sonno).

Disco dopo disco si arriva quindi a quello che non avrebbe dovuto essere ("The thing that should not be", cantata dai Metallica), cioè Iommi che riforma i BS dall'inizio, che metalizza il già metallizzato, e metallizza il metalizzatore.

Si parte con “End of the beginning”, la fine dell'inizio (non mero capolvogimento de “l'inizio della fine”, ma allusione escatologica al cortocircuito che sta per compiersi).

E la fine dell'inizio, o l'inizio della fine? Perdita di controllo o vittoria? E realtà o funzione?Rianimazione della sequenza, riavvolgimento del futuro sul passato per trovare la fonte della soluzione: il sistema deve esser rilanciato da zero.
Libera la mente - Fai scorrere in avanti i segreti del tuo codice - La tua vita è un sovraccarico! Cancella o fissa le unità che formano la tua entità: questa è la tua identità...! Se non sai dove andare, e ti senti perso e confuso, una seconda possibilità e la tua occasione per perdere. Rigenerazione del tuo animo supersonico, che trasforma lo spazio e il tempo oltre ogni controllo ... Alzati, resisti e sii il padrone del tuo destino - non guardarti mai indietro, vivi di oggi, domani è troppo tardi! Non finire come un robot fantasma istallato dentro un guscio umano, analizzato e clonato all'infinito, ridotto ai minimi termini fino ad essere liberato....Tu sarai liberato.... e io non voglio vederti..

Il robot fantasma è Iommi, analizzato fino alla nausea per trarne poi un'essenza che in realtà, quando viene fuori, è un nulla, non è mai ciò che dovrebbe essere. Non si può conquistare l'essenza dei BS come se fosse una memoria estraibile. Iommi anima ciò che lo ospita, ma non è mai lo stesso corpo. Per questo l'imprigionamento dell'essenza dei BS dentro se stessa è una ibernazione, un'illusione: si isola il virus per poterlo studiare, ma questo muore fuori dall'ospite.

La frase chiave: tu sarai liberato, ma io non voglio vederti! Nessuno vuole assistere alla liberazione dell'essenza del metal, che è inesistente se applicata a se stessa. Per questo deve restare sempre dietro, ad animare le varie realtà che di volta in volta ne assorbono l'impronta.
Che cos'è infatti l'essenza dei BS: un “sovraccarico”, che è poi l'essenza del riff metal. Iommi è elemento di circuito,che funziona quando è integrato in un circuito, mentre fuori è un semplice pezzetto privo di significato.

Con questo brano i BS ci dicono: questo è il disco con cui potreste far morire il metal, oppure capite finalmente la sua essenza: non è “solo” un disco dei BS, questo è sicuro. Proviamo a vederlo come un disco di cover al contrario (i BS fanno il verso al metal dalle origini a ora):

-End of the beginning: inizio Candlemass (sembra "At the Gallows end"), anche se poi entrambi rimandano al brano eponimo dei Black Sabbath.
-God is dead?: puro stile Count Raven, piglio mistico, tono stralunato. Un testo sulla ricerca dell'identità, che è in mezzo a Dio e Satana, feticci entrambi al fianco dell'uomo. Una metafora alchemica quindi, e insieme uno spaccato di disagio esistenziale. Molto Gucciniano, a parte il titolo, anche il verso “Lasciatemi il vino e tenetevi il pane”.
-Loner: pare un brano dei Judas Priest, di quelli veloci e scattanti, semplice. Il testo è un rifacimento di "Paranoid".

Un effetto straniante: ascoltandoli non si capisce se vengono prima i BS o i Candlemass, i Judas, i Count Raven. Potrebbe essere vero in un senso o nell'altro, come un ouroboros, il serpente che si morde la coda, o un palindromo.

A questo punto mi sarei anche rotto di questo giochino, che potete continuare, perché sto avendo una sensazione. Qui è in atto un braccio di ferro a tratti affascinante, a tratti imbarazzante, tra Iommi e Ozzy. Ozzy, se lo lasci solo cinque secondi, scivola verso il se stesso di adesso, con strutture prevedibili, troppa fretta, un po' di comprensibile stanchezza. Iommi invece lo pungola, lo costringe a ballare come uno che ti arroventa il pavimento sotto i piedi, senza fretta, come uno spiedo che sa a che velocità deve girare.
 Iommi sta cercando davvero di riportare il tempo indietro, e a tratti si ha proprio l'impressione che ci riesca. Lo stile di Ozzy è riportato a pedate da Iommi indietro a "No rest for the wicked", e ancora oltre a "The Ultimate Sin". Forse anche qualche inflessione alla "Bark at the moon", non saprei. Ovviamente non è questione di riportarlo indietro all'Ozzy Sabbathiano, perché sarà sempre un po' sabbathiano, è tautologico.

Il punto è che, come in tutta la sua storia, anche qui Iommi fa da veicolo per riportare Ozzy ad un metal serio, di uno spessore accettabile. Questo alla fine il vero valore di “13”, l'ennesima magia di Iommi nel dar voce al proprio frontman, portandolo ad essere se stesso. Un viaggio a ritroso per Ozzy, che lui non si immaginava di fare; forse voleva solo riprovare a fare i vecchi Sabbath.
Riportare indietro il tempo, perché il metal è una ruota. In effetti lo hanno detto in tanti, forse, in maniera esplicita. Prendete i Darkthrone, con il loro ritorno al punk metal. Lo dice ogni “revival” di generi classici. Iommi ha invece dimostrato che ciascun può rifondare il metal dentro di sé.

In effetti, il significato esoterico del "13" è proprio questo: un numero di rottura, la rottura dell'armonia, della ciclicità. Non divisibile per gli altri. Quando i giri sono finiti, ci vuole un'azione che rigeneri, che riporti indietro e che però deve essere un intervento da fuori, non un automatismo interno al fenomeno.

"13" è infatti il disco con cui Iommi, burattinaio nascosto di ogni sua creatura, interviene di nuovo sulla propria stessa creatura, i Black Sabbath, riportando indietro ad essa anche Ozzy.

La ciclicità del metal può riprendere da qui.

A cura del Dottore