Lo diceva anche Nostradamus: la fine del mondo inizierà con la reunion dei Black Sabbath (una sestina qualsiasi, tanto non vogliono dire una mazza). Ma un senso, vedrete, c'è.
Esotericamente parlando,
per riagganciarci al post precedente, quando Iommi riformerà se
stesso sarà svelato il mistero dei Black Sabbath. Iommi è
l'elemento che produce il metal, da dietro. Si adatta a tutto (è il
“Metalizer” cantato anche dai Judas Priest), ma non può essere
riprodotto, non avrebbe
senso. Questo i BS lo indicano in maniera
cifrata quando compongono un brano sul racconto di Lovecraft, “Beyond
the wall of Sleep” (Oltre il muro del sonno), ma ne cambiano il
titolo in “Behind the Wall of Sleep” (Dietro il muro del sonno).
Disco dopo disco si arriva quindi a quello che non avrebbe dovuto essere ("The thing that should not be", cantata dai Metallica), cioè Iommi che riforma i BS dall'inizio, che metalizza il già metallizzato, e metallizza il metalizzatore.
Si parte con “End of
the beginning”, la fine dell'inizio (non mero capolvogimento de
“l'inizio della fine”, ma allusione escatologica al cortocircuito
che sta per compiersi).
“E la fine
dell'inizio, o l'inizio della fine? Perdita di controllo o vittoria? E realtà o funzione?Rianimazione della sequenza, riavvolgimento
del futuro sul passato per trovare la fonte della soluzione: il
sistema deve esser rilanciato da zero.
Libera la mente - Fai
scorrere in avanti i segreti del tuo codice - La tua vita è un
sovraccarico! Cancella o fissa le unità che formano la tua entità:
questa è la tua identità...! Se non sai dove andare, e ti senti
perso e confuso, una seconda possibilità e la tua occasione per
perdere. Rigenerazione del tuo animo supersonico, che trasforma lo
spazio e il tempo oltre ogni controllo ... Alzati, resisti e sii il
padrone del tuo destino - non guardarti mai indietro, vivi di oggi,
domani è troppo tardi! Non finire come un robot fantasma istallato
dentro un guscio umano, analizzato e clonato all'infinito, ridotto
ai minimi termini fino ad essere liberato....Tu sarai liberato.... e
io non voglio vederti..
Il
robot fantasma è Iommi, analizzato fino alla nausea per trarne poi
un'essenza che in realtà, quando viene fuori, è un nulla, non è
mai ciò che dovrebbe essere. Non si può conquistare l'essenza dei
BS come se fosse una memoria estraibile. Iommi anima ciò che lo
ospita, ma non è mai lo stesso corpo. Per questo l'imprigionamento
dell'essenza dei BS dentro se stessa è una ibernazione,
un'illusione: si isola il virus per poterlo studiare, ma questo muore
fuori dall'ospite.
La
frase chiave: tu sarai liberato, ma io non voglio vederti! Nessuno
vuole assistere alla liberazione dell'essenza del metal, che è
inesistente se applicata a se stessa. Per questo deve restare sempre
dietro, ad animare le varie realtà che di volta in volta ne
assorbono l'impronta.
Che
cos'è infatti l'essenza dei BS: un “sovraccarico”, che è poi
l'essenza del riff metal. Iommi è elemento di circuito,che funziona
quando è integrato in un circuito, mentre fuori è un semplice
pezzetto privo di significato.
Con
questo brano i BS ci dicono: questo è il disco con cui potreste far
morire il metal, oppure capite finalmente la sua essenza: non è
“solo” un disco dei BS, questo è sicuro. Proviamo a vederlo come
un disco di cover al contrario (i BS fanno il verso al metal dalle
origini a ora):
-End
of the beginning: inizio Candlemass (sembra "At the Gallows end"),
anche se poi entrambi rimandano al brano eponimo dei Black Sabbath.
-God
is dead?: puro stile Count Raven, piglio mistico, tono stralunato. Un
testo sulla ricerca dell'identità, che è in mezzo a Dio e Satana,
feticci entrambi al fianco dell'uomo. Una metafora alchemica quindi,
e insieme uno spaccato di disagio esistenziale. Molto Gucciniano, a
parte il titolo, anche il verso “Lasciatemi il vino e tenetevi il
pane”.
-Loner:
pare un brano dei Judas Priest, di quelli veloci e scattanti,
semplice. Il testo è un rifacimento di "Paranoid".
Un effetto straniante: ascoltandoli non si capisce se vengono prima i BS o i Candlemass, i Judas, i Count Raven. Potrebbe essere vero in un senso o nell'altro, come un ouroboros, il serpente che si morde la coda, o un palindromo.
A
questo punto mi sarei anche rotto di questo giochino, che potete
continuare, perché sto avendo una sensazione. Qui è in atto un
braccio di ferro a tratti affascinante, a tratti imbarazzante, tra
Iommi e Ozzy. Ozzy, se lo lasci solo cinque secondi, scivola verso il
se stesso di adesso, con strutture prevedibili, troppa fretta, un po'
di comprensibile stanchezza. Iommi invece lo pungola, lo costringe a
ballare come uno che ti arroventa il pavimento sotto i piedi, senza
fretta, come uno spiedo che sa a che velocità deve girare.
Iommi sta cercando davvero di riportare il tempo indietro, e a tratti si ha proprio l'impressione che ci riesca. Lo stile di Ozzy è riportato a pedate da Iommi indietro a "No rest for the wicked", e ancora oltre a "The Ultimate Sin". Forse anche qualche inflessione alla "Bark at the moon", non saprei. Ovviamente non è questione di riportarlo indietro all'Ozzy Sabbathiano, perché sarà sempre un po' sabbathiano, è tautologico.
Iommi sta cercando davvero di riportare il tempo indietro, e a tratti si ha proprio l'impressione che ci riesca. Lo stile di Ozzy è riportato a pedate da Iommi indietro a "No rest for the wicked", e ancora oltre a "The Ultimate Sin". Forse anche qualche inflessione alla "Bark at the moon", non saprei. Ovviamente non è questione di riportarlo indietro all'Ozzy Sabbathiano, perché sarà sempre un po' sabbathiano, è tautologico.
Il
punto è che, come in tutta la sua storia, anche qui Iommi fa da
veicolo per riportare Ozzy ad un metal serio, di uno spessore
accettabile. Questo alla fine il vero valore di “13”, l'ennesima
magia di Iommi nel dar voce al proprio frontman, portandolo ad essere
se stesso. Un viaggio a ritroso per Ozzy, che lui non si immaginava
di fare; forse voleva solo riprovare a fare i vecchi Sabbath.
Riportare
indietro il tempo, perché il metal è una ruota. In effetti lo hanno
detto in tanti, forse, in maniera esplicita. Prendete i Darkthrone,
con il loro ritorno al punk metal. Lo dice ogni “revival” di
generi classici. Iommi ha invece dimostrato che ciascun può
rifondare il metal dentro di sé.
In effetti, il significato esoterico del "13" è proprio questo: un numero di rottura, la rottura dell'armonia, della ciclicità. Non divisibile per gli altri. Quando i giri sono finiti, ci vuole un'azione che rigeneri, che riporti indietro e che però deve essere un intervento da fuori, non un automatismo interno al fenomeno.
"13" è infatti il disco con cui Iommi, burattinaio nascosto di ogni sua creatura, interviene di nuovo sulla propria stessa creatura, i Black Sabbath, riportando indietro ad essa anche Ozzy.
"13" è infatti il disco con cui Iommi, burattinaio nascosto di ogni sua creatura, interviene di nuovo sulla propria stessa creatura, i Black Sabbath, riportando indietro ad essa anche Ozzy.
La ciclicità del metal può riprendere da qui.
A cura del Dottore