Il colpo di mercato più eclatante
degli ultimi tempi lo ha fatto probabilmente la Mascot Records. La celebre
etichetta olandese è riuscita a strappare agli agguerriti rivali tedeschi della
Inside Out (che, ricordiamo, alle spalle ha il colosso Century Media) l’allenatore
ultra vincente Arjen A. Lucassen, lo Special One dei compositori europei.
Allettato dalla possibilità di ri-accasarsi in patria, dopo così tanto tempo sotto contratto con i tedeschi, Arjen ha colto al volo la chance offertagli dalla Mascot; anche perchè le intenzioni della società erano chiare: arrivare ad un successo pieno e convincente nell’ambito dell’annata metallica 2017.
Allettato dalla possibilità di ri-accasarsi in patria, dopo così tanto tempo sotto contratto con i tedeschi, Arjen ha colto al volo la chance offertagli dalla Mascot; anche perchè le intenzioni della società erano chiare: arrivare ad un successo pieno e convincente nell’ambito dell’annata metallica 2017.
Per raggiungere l’obiettivo fissato dalla società, Lucassen ha lavorato come un matto nel pre-campionato, sia sul fronte del mercato che in relazione allo spartito tecnico da far recitare ai protagonisti reclutati. E da questo punto di vista il nostro Arjen non ha badato a spese, assoldando giocatori in ogni angolo del mondo, dal Nord America (USA e Canada), all’Australia; dal Nord Europa al Nord Africa (sic!).
Una volta creata la squadra,
bisognava capire lo schema da adottare in campo. Vista la fantasia abbondante
in rosa, il modulo non poteva che essere molto fluido; ma si sa: a noi scribacchini piacciono
i numeri, e così immaginiamo che potrebbero essere messi sul terreno di gioco con un valido
4-2-3-1 ultra offensivo.
Ma scendiamo nel dettaglio:
- in porta, a dirigere la difesa,
ruolo sempre molto delicato, troviamo l’esperienza di James
LaBrie ("lo Storico"), messo non a caso a declamare i primi versi della
prima traccia, a far da apripista all'intera stagione;
- davanti al cantante dei Dream
Theater, i centrali di difesa, solidi e rocciosi, sono Mike Mills (“TH-1”) e Tommy
Rogers (“il Chimico”); mentre come terzini, col compito di spingere
sulle fasce, troviamo i due norvegesi Michael
Eriksen (“il Diplomatico”) e Nils
K. Rue (“il Profeta”). entrambi forniranno una prova maiuscola;
- a dare equilibrio al team, nel ruolo di frangiflutti davanti alla difesa, le due dolci donzelle Floor Jansen (“il Biologo”) e Simone Simons (“il Consigliere”). Due donne molto abili a catturare l'attenzione (e non solo per le doti canore) e a rubar palloni...
- e poi eccoci ai tre fantasisti, i
rifinitori alle spalle della punta, i componenti dotati di maggior estro: Russell Allen (“il Presidente”), Hansi Kursch (“l’Astronomo”) e Tobias Sammet (“il Capitano”). Tre nomi che non hanno bisogno di presentazioni...una garanzia!
- infine, a finalizzare l’azione della
squadra, il fenomeno, la punta di diamante…il fuoriclasse che le altre formazioni invidiano: la next big thing del metallo mondiale Tommy Karevik (“il Leader
dell’Opposizione”). Incommentabile la sua ugola: va ascoltata e basta!
La rosa è talmente ampia e di
qualità che abbiamo anche spazio per delle riserve di lusso: in panchina, ma con inserimenti importanti sul terreno di gioco, c’è il tunisino Zaher Zorgati (“il Predicatore”), leader della prog metal band Myrath.
Ma le squadra vincenti, si sa,
hanno alle spalle uomini silenziosi, che rimangono nell’ombra, ma il cui lavoro
è imprescindibile per la buona riuscita di un lavoro serio e completo. E la
squadra di collaboratori, ormai fidatissimi, che Arjen si è portato dietro
dalle precedenti esperienze con la Inside Out, svolgono un lavoro egregio. Parliamo di Joost van den
Broek (pianoforte), Jeroen Goossens (strumenti a fiato), Ben Mahot (violino),
Maaike Peters (violoncello) ed Ed Warby (batteria), persone fidate su cui
l’allenatore può ciecamente contare e che “fanno squadra” nei momenti di
difficoltà, momenti che durante una stagione si incontrano sempre prima o poi.
Ma scendiamo in campo con l'Ayreon's International Football Club e analizziamo la partita, cioè...“The Source”: sotto le sapienti mani di Mister Lucassen, la squadra parte subito all’attacco e mette a segno un uno-due che
stenderebbe qualsiasi altro pretendente al titolo. Due gol meravigliosi, da stropicciarsi gli occhi e
spellarsi le mani: “The day that the world breaks down” arriva dopo una lunga,
lunghissima azione dove tutti i giocatori in campo dicono la propria, si
mettono in luce con giocate di classe sopraffina e in cui per dodici lunghi minuti (che però non vorresti finissero mai) non fanno toccare palla all’avversario.
Chapeau...una delle migliori composizioni scritte dal folletto di Hilversum dal '95 ad oggi.
Chapeau...una delle migliori composizioni scritte dal folletto di Hilversum dal '95 ad oggi.
Non c’è tempo di
rimettere la palla sul cerchio di centrocampo che i Nostri ripartono con
un’altra azione incredibile, questa volta più pacata, più ragionata ma non meno pregevole, da pelle d’oca per le emozioni suscitate (“Sea of machines”).
Appena al 18’ siamo giù
su un perentorio 2-0 col quale l’Ayreon’s International F.C. mette in cassaforte il risultato. Ma, nonostante il rassicurante vantaggio, la squadra è
convinta, gioca bene, e giocando bene si percepisce quanto i protagonisti si
divertano…i restanti 70’ di gioco saranno quindi un mix di facile controllo
della situazione alternata a giocate di classe meravigliose (“Condemned to
live”, “The dream dissolves”, “Planet Y is alive”, “The source will flow”), che
deliziano le orecchie degli astanti.
Gol non ne arriveranno più, ma si
sfioreranno a più riprese con tanto di pali e traverse…si, magari un paio di
rischi di troppo in difesa, dovuti probabilmente ad un eccesso di rilassamento: del resto si sa, quando si cerca di fare
solo il proprio “compitino” lo svarione difensivo è dietro l’angolo (“Run!
Apocalypse! Run”, “Into the ocean”), ma quando si hanno così tanti fuoriclasse
in squadra si riesce a rimediare anche in questi episodi leggermente sottotono.
Che dire quando si arriva al triplice fischio finale? Vittoria meritata per la squadra; ancora una volta mister
Lucassen azzecca tutto: formazione, tattica, spartito. Certo, dopo i primi fantasmagorici 20’, ci si poteva aspettare qualcosa di
più nella restante durata del match, ma questo perchè sappiamo le potenzialità
degli Ayreon e siamo degli inguaribili perfezionisti.
Al di là del rischio negli anni di abituarsi a un
certo tipo di gioco e non avere più la sorpresa di un tempo per le ormai canoniche sonorità ayreoniane, anche questo "The Source" è senza dubbio un mirabile tassello che si aggiunge alla splendida saga di questo Mourinho del Metal che, a 57 anni suonati, continua a
deliziare le platee metalliche con giocate di qualità superiore.
E allora...che aspettate a procurarvi il
biglietto per andare allo stadio?
Voto: 7,5
Canzone top: “The day that the world breaks
down”
Momento top: le partiture di violino di "Sea of machines"
Canzone flop: “Into the ocean”
Etichetta: Mascot Label Group
Dati: 17 canzoni, 89'
A cura di Morningrise