Non c’è una regola, ma
ultimamente le mie necessità di confronto musicale con gli altri tendono ad
un’asciuttezza zen ben esemplificata da un sorriso sornione.
L’architettura sonora del 2019 è infatti fragile e la grandeur degli anni passati, che cerca di certificare noi stessi attraverso una classifica degli ascolti, diventa pallida.
Niente è più utile di un sorriso nel veloce mondo contemporaneo, la reiterazione
trascendente di “Fear inoculum” ne è solo un’espressione deformata. Quando i 79
minuti di questo flash di luci arrivano a compimento è ormai tardi per
parlarne, tardi per avere la completa percezione di un abisso creativo, è tardi
per riconoscerci nel noioso grunge mainstream, ma la macchina sonora dei Tool è
lo specchio dell’anno 2.019!
L’apporto della voce, dei testi, delle chitarre è valorizzato dalla gestazione,
in questo mondo contemporaneo dove si vuole tutto-e-subito; il nostro Blog premia
quello che necessariamente è un percorso e non un prodotto; è l’opposto di un
disco dell’anno: è il disco degli anni.
Anni che sono passati nelle nostre vite, anni che sono trascorsi perdendosi
nell’attesa, dimenticando anche di quello che stavamo aspettando; il 2019 è
quindi l’anno in cui è arrivato Godot!
Insieme a Godot apprezziamo soprattutto alcune frontiere del nuovo noise che
dilatano i suoni verso galassie sporche: come viaggiare in mondi astrali di
spazzatura metallica (leggi Waste of Space Orchestra) o insieme al dio
mesopotamico del sole Schammasch o rumoristiche ossessive come scale a
chiocciola nella cittadella sonora dei Lightning Bolt.
Se è vero però che le donne salveranno il mondo, Lingua Ignota non riesce a
farsi spazio tra i primi dieci perché le loro sofferenze suonano artefatte in
un grembo materno comunque ancora troppo simbolico: approvazione senza
sentimenti per “Caligula”, come per Anna lo scorso anno.
Camminando in questi mesi ci siamo imbattuti con piacere in creature mostruose
nate dalla mente di Kristian Eivind Espedal o dal lutto personale del leader Juha Ravio degli Swallow the Sun.
Ma non è tutto oscuro quello che non
luccica. Ci sono lampi di vita dall’amico Sascha Paeth, nel genio di Devin Townsend e
nell’energia metropolitana dei Fever 333 che tanto richiama le piazze e le
lotte no global.
Se volete cercare le cose ci sono, basta averne la curiosità e lo facciamo noi di Metal Mirror per voi.
Se volete cercare le cose ci sono, basta averne la curiosità e lo facciamo noi di Metal Mirror per voi.
Ma non ce ne vogliate perché il 2019 andrà
ricordato come l’anno in cui è arrivato Godot a sorriderci!
Classifica:
1. Tool - “Fear Inoculum”
1. Tool - “Fear Inoculum”
2. Waste Of
Space Orchestra - “Syntheosis”
3. Devin Townsend - “Empath”
4. Schammasch - “Hearts of no Light”
5. Soen - “Lotus”
6. Sascha Paeth’s Master of Ceremony - “Signs of Wings”
7. Lightning Bolt - “Sonic Citadel”
8. Swallow the Sun - “When a Shadow is Forced into the Light”
9. Gaahls Wyrd - “GastiR - Ghost invited”
10. Fever 333 - “Strenght in Numb333rs”