Prima di proseguire il viaggio nel mondo del metal minerario, possiamo fare il punto sul tipo di paragidma della miniera:
a) la miniera identitaria: l'uomo diventa sé stesso entrando dentro la sua terra; la miniera è lo svolgimento di una ricerca spirituale, che porta al centro del suo stesso mondo, in profondità. La miniera è la tradizione da conquistare, sé stesso da costruire con la materia prima che si estrae dal proprio ambiente;
b) la miniera sociale materialista: la miniera è il luogo in cui l'individuo si sublima nell'anonimato di una forza produttiva collettiva e rivolta alla comunità di cui si è parte. Il lavoro coincide con la guerra, la conquista del prodotto equivale alla conquista militare, in una militanza che non riguarda il sé, ma che usa il sé e soddisfa il sé (materialmente), senza che vi sia un “io” che va oltre, perché la dimensione sociale coincide con il ciclo materiale dell'uomo (da produttore a consumatore) come tassello di un organismo comunitario, senza guadagno alcuno;
c) la miniera capitalistica: il dramma dello sfruttamento, alleviato dall'identità di classe o di gruppo, con una connotazione politica variabile. Il destino della miniera è vissuto orgogliosamente come inizio di una possibile riscossa sociale; oppure con fatalismo, come condanna e accettazione della miniera come luogo di pena. La vita si sconta in miniera. Il valore delle vite sacrificate alla costruzione di città, strade e macchinari per l'avanzamento e il benessere della comunità, così come per la distruzione bellica, hanno valore proprio perché di sacrificio ingrato si tratta. La gloria dei minatori sarà la memoria del loro sforzo per le generazioni che, si spera, avranno almeno migliorato la loro condizione materiale.
Gli Stakanovisti (da Tomsk, Siberia) sono un gruppo ideologicamente schierato in senso comunista, che descrive il paradigma dell'uomo-minatore nell'ottica della mistica comunista. Dal 2007, 6 Album e 6 EP monotematici (tutti cantati in lingua madre con titoli in cirillico). Il minatore è colui che, più che altre tipologie di operaio, compie un lavoro ingrato seguendo la spinta ideale del contributo ai bisogni del popolo. Con un evidente cortocircuito però parrebbe che i minatori siano “più uguali degli altri”, come direbbe Orwell: se non nello status che reclamano (sono fieri di essere nessuno individualmente), per il valore specifico del loro sforzo. Infatti la miniera “non tollera i deboli”, mentre la comune catena di montaggio evidentemente sì, dobbiamo dedurre. Nella gerarchia della miniera, “Il capo della miniera” è colui che – se c'è rischio – se lo accolla per primo, insomma è il condottiero che parte alla carica guidando le sue schiere. Gli altri sono mani che confluiscono nella grande mano del capo, ciascuna offrendo un contributo uguale, e uguale al risultato gerarchicamente apicale, che non esiste senza le unità, e senza cui le unità sono volgari individui “non sociali”.
Oro Nero
Non ci stancheremo di scavare la nostra Terra,
il fuoco nei locali caldaie non si spegnerà!
Il paese gelerà in inverno?
Mentre i minatori entrano nella miniera per combattere!
E centinaia di carrelli corrono verso l'alto.
E ci sono tonnellate di carbone nei vagoni.
Attraverso le città della grande Russia.
Dove grandi e piccini aspettano il carburante!
Amico, non essere sciocco.
Rimboccatevi velocemente le maniche.
La Russia è alle nostre spalle.
Solo un parassita urla.
Dov'è il carbone?
Qui!
L'oro nero è carbone!
Grandi lavoratori: i minatori estrarranno per te!
Oro nero per ogni casa!
Ci sono anche cattivi minatori: quelli che lavorano per soldi. E per cosa si dovrebbe lavorare? Per il carbone! Il minatore comunista è un uomo-carbone, un'unità di estrazione di carbone. Non si sentirà sfruttato finché si annullerà identificandosi con il prodotto del suo lavoro, in questo caso ben adatto all'immaginario black, un blocco nero fuligginoso.
I minatori si rifocillano con il borscht, una zuppa che non oso immaginare, ma che la mistica stakanovistica fa sembrare ambrosia. Si arriva al punto di immaginare gli operai come un esercito, la cui guerra è la produzione, e la cui vittoria sono i bisogni del popolo. Le loro vite sono una specie di strumento al servizio del carbone, e il proprio carbone è il risultato della vita di altri. Individualmente, siamo solo un sacco di carbone rubato. Insieme, nella società comunista invece, si è un esercito di unità produttive in cui ciascuno è un sacco di carbone che gli altri riempiono per scaldarsi, nutrirsi e combattere.
Carbone
La lanterna ci fa luce sui meravigliosi panorami che la miniera nasconde.
La razza è sempre stata nostra nemica, ma l'amico del minatore è l'elmo.
E ovunque tu sia, e qualunque cosa bevi, devi sempre ricordare la cosa principale.
Che senza carbone non saresti te stesso, ci sentiamo caldi solo quando è vicino.
Noi senza carbone siamo come ballerini senza gambe, e i ballerini senza gambe sono carne.
Ognuno di noi sogna solo di non restare senza scorte terrene.
Con il carbone solleveremo il nostro paese e lo riscalderemo nel freddo inverno.
Né la vodka, né i soldi, né il dolce sesso possono sostituire la mia con noi.
Possiamo lavorare sia di giorno che di notte, brandendo un piccone pesante.
Non abbiamo bisogno di una luce brillante e soleggiata se abbiamo una torcia con noi.
E anche se la lanterna si spegne, non batteremo gli occhi.
Insieme prenderemo in mano le nostre scelte e lavoreremo al tatto.
Se Springsteen descrive la fabbrica e la miniera come l'inferno in terra, e si immagina che dopo la vita quest'inferno non faccia altro che proseguire, cosicché premio e dannazione finiscono per essere lo stesso e unico destino possibile per i poveri, gli Stakanovisti qui si metterebbero invece ad urlare perchè infatti si immaginano in maniera diversa l'aldilà dei minatori. Un modo come un altro per nominare Satana, anche se parliamo di minatori e di comunismo.
Sotto l'inferno c'è il carbone
Dove Satana siede sul trono
Dove il fuoco non si spegne mai
Rallegrati, amico, se sei finito qui
Perché sotto l'Inferno c'è il carbone!
Se non hai mai visto una miniera in vita tua
Se non hai mai scavato carbone,
Troverai la felicità dopo la morte solo qui
Dopo tutto, sotto l'Inferno c'è il carbone!
Un uomo non ha bisogno del paradiso
Un uomo non gliene frega niente dell'inferno
L'importante è anche dopo la morte
Scava sempre carbone
Se sei un lavoratore petrolifero o un uomo d'affari
Se sei uno scienziato o un atleta figo
Rallegrati amico se hai finito quassù
Dopo tutto, sotto l'Inferno c'è del carbone!
Il destino di un buon minatore non prevede l'Inferno. Anche se fosse, sotto il trono di Satana c'è il carbone. Il minatore vive già il suo Paradiso sotto le profondità infernali; Satana è solo un fantasma capitalistico del cattivo minatore, che muore in miseria dopo aver cercato di mettere da parte un gruzzolo.
Gli Stakanovisti propongono un thrash metal solidissimo e curano la riconoscibilità dei singoli brani, con voce roca ma intellegibile, registrazione pulita ed esecuzione muscolare tipica del genere. Giusta scelta stilistica da abbinare alla mistica ottimista dell'”operaio totale”, mentre il black metal rimane dedicato ad altre visioni della miniera.
Di carbone ci parlano anche i Die Knappen, con il programmatico titolo Nato dal carbone ("Auf Kohle geboren", 2010). Logo con martelli incrociati dietro ad una lampada a petrolio, i nostri fanno un rock epico cantato in tedesco (intellegibile). Questo gruppi celebra la miniera secondo il tema generale del luogo e dell'attività in cui un gruppo di uomini si trova a condividere un destino, per trasformare una casualità o una condanna in orgoglio, cameratismo e identità di gruppo. Quando i nostri si definiscono Scudieri di antica tradizione / Per noi una nuova religione / Minatori d'antica tradizione...si ricava una visione epica che non è né la catastrofe individualista del cercatore d'oro, né quella del minatore comunista materializzato nel prodotto del suo sforzo lavorativo. Quindi canti per i caduti della miniera, celebrazione della fratellanza tra compagni minatori, e infine Vieni per una birra a Gelsenkirchen (tanto finisce sempre così in Germania, che siano i Sodom o i Die Knappen o i Tankard – quelli seri sono gli Austriaci, non dimenticatevi mai questa sottile ma essenziale differenza).
Gli inglesi AAD Sleck, gruppo black punk, dedito al lo-fi più infame, quello in cui sotto potrebbe esserci un'intera orchestra di 100 elementi come un sintetizzatore, due in un garage, un'intera band live col microfono posizionato sotto il palco, la gabbia delle capre che si prendono a cornate al Bioparco di Roma. Copertine minerarie e alcuni passaggi più propriamente black ci infondono un qualche entusiasmo. Titoli come “catrame nero” rendono perfettamente lo spirito del progetto.
Gli A Bastard's Breath dicono che ci vogliono raccontare dell'epopea dei minatori del Montana ma nell'unica demo presente, del 2022, non se ne trova traccia.
Se credete che ci siamo bevuti il cervello a perdere il tempo a parlare di miniere, sappiate che la miniera di Bassin, nord della Francia, è patrimonio dell'umanità secondo l'UNESCO... Ma c'erano arrivati prima i Galibot, peccato in un unico brano. Si tratta di una miniera che è a volte ricordata sia perché ci passa una corsa ciclistica, sia perché set cinematogragico del film (omonimo) ispirato a "Germinal" di Emile Zola. La miniera sorge nei pressi di una foresta e il luogo è noto come L'inferno del Nord.
Dalla stessa area geografica provengono i francesi Nord, con uno stemma tetrapartito raffigurante anche la lampada da miniera e i picconi. Peccato non avere i testi, che ci parlano tra l'altro del grisù, il gas che forma bolle negli spazi delle miniere, tossico e facilmente infiammabile.
Sempre di grisù parlano i Silicose, in “Au fond de la mine” (2023), ma senza testi disponibili. C'è un'omertà sul grisù evidentemente.
In un bilancio parziale, direi che il miglior metal minerario per adesso proviene, come black, dalla Germania, e come thrash, in Russia. La Francia in questo caso contribuisce, ma non eccelle. Gli USA danno l'ottimo contributo dei Panopticon.
Chiudiamo questa digressione sul rurale-minerario, un po' tristi per la mancata rappresentanza italica, visti gli spunti notevoli che la nostra terra può offrire, dalle solfatare, alle città di neofondazione come Carbonia, alle cave di marmo apuane.
A cura del Dottore
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