Qualche
tempo fa mi
è capitato di leggere “Prima
che sia notte”,
intensa autobiografia dello
scrittore cubano
Reinaldo Arenas.
Perseguitato dal
regime di Fidel
Castro
in
quanto omosessuale e dissidente politico,
Arenas è costretto a scrivere in totale clandestinità. Le
pagine del suo romanzo verranno pertanto partorite
nelle avversità di un contesto
sia
ferocemente che subdolamente
ostile:
lo
scrittore, braccato da spie
e
forze dell'ordine, si rifugerà
temporaneamente
in un bosco e
per scrivere
sarà
costretto ad
utilizzare le
ore diurne,
fino all'ultimo scampolo di luce. Da qui il titolo “Prima che sia
notte”, da intendersi nel duplice significato di:
“finché
c'è luce” e “finché c'è vita” (con
“notte”
da intendersi come “morte”,
fantasma con
cui l'artista
convivrà
fino alla sua fine).
Essendo questa lettura coincisa con la nascita di questo blog,
il parallelo fra “Prima che sia Notte” e Metal Mirror è
sorto spontaneo. Ma perché, direte voi?
Quando si decise di far nascere dalle ceneri di “Brutal Vomit”
(mitica fanzine avente come tema il solo metal estremo) un
nuovo progetto “editoriale” che intendesse portare le nostre
riflessioni dalla carta ad internet, non avevo preventivato l'impegno
che l'impresa avrebbe richiesto. Il patto fu comunque stretto ed il
progetto, scaturito dal fuoco di una grande passione (la musica
metal), si è evoluto, anche in direzioni non preventivate, ma forte
di una continuità che, viste le condizioni di partenza, ha del
miracoloso.
Non
si vive di musica (ce lo raccontano artisti e gestori di etichette
discografiche nelle interviste raccolte
sotto la rubrica “La
questione italiana”),
e tanto meno si campa scrivendo di musica: questo
ve lo diciamo noi e ve
lo può confermare
chiunque operi nel settore a
livello amatoriale.
Ma va bene così: in questo mondo meschino e materiale, è
bello una
volta tanto fare
una
cosa per il solo
gusto
di darsi agli
altri
senza tornaconti economici. Il fatto è che ciascuno di noi ha una
vita da portare avanti (lavoro, famiglia, in
certi casi addirittura figli)
e non sempre è facile conciliare tempi di vita con Metal
Mirror.
Ognuno
di noi ha affrontato questa sfida con la propria visione del
progetto.
La mia era di creare una sorta di “diario
metal”,
piuttosto che uno strumento di divulgazione enciclopedica. Il
metallaro lo sa: al metallaro piace il metal e gli
piace
parlare di metal. Se si
scorge in lontananza
un gruppo di metallari, probabilmente
staranno
parlando
di musica: ci si confronta, si discute e a volte si litiga. Quante
volte mio padre mi rompeva il cazzo dicendomi che compravo troppi cd,
che non facevo altro che interessarmi alla musica, quasi mi implorava
di andare a trombare. Non so quanto tutto questo dispendio
di risorse (economiche ed emotive) possa
essere rinvenuto in altri mondi musicali.
Il
metal è più uno stile di vita che un genere musicale, un mondo al
pari della “Terra
di Mezzo”
del nostro beneamato Tolkien.
E un mondo è fatto di storie, racconti, personaggi.
Nella
mia testa, la sfida era un pensiero al giorno: un pensiero
di metal
al giorno da condividere con chiunque non solo ascolta, ma vive,
l'heavy metal. Nella mia testa Metal
Mirror
non è una fonte di conoscenza da cui attingere: se
volete sapere, per
esempio,
qual è l'album da avere dei
Gorguts,
non
è Metal Mirror
che dovrete
consultare.
Se invece, ogni giorno, avrete
voglia di ritagliarvi cinque minuti, riconciliarvi
con voi stessi, uscire dalla frenesia quotidiana
e leggervi un qualcosa che riguardi il metal, scritto da chi il metal
lo ama, da
chi
il metal lo conosce e da
chi,
soprattutto, il metal lo vuole vedere e divulgare in modo diverso,
allora Metal
Mirror
potrà essere per voi un'oasi ideale
in
cui sostare per qualche istante e
trovare ristoro.
Scrivere un post al giorno è però impresa ardua, e non
sempre ci siamo riusciti. In teoria gli argomenti sono infiniti: ad
essere finito è il tempo che possiamo nostro malgrado dedicarvi. Per
questo, mentre apprendevo i sacrifici che faceva Arenas per
scrivere le sue opere, mi è automaticamente venuto in mente Metal
Mirror e le traversie che stanno dietro ad ogni post.
E' per me esemplificativa quella volta che, svegliatomi prima del
solito e non riuscendo più a riprender sonno, decisi di non perder
ulteriore tempo a letto e di accendere il PC e mettermi a scrivere,
aspettando l'ora di uscire ed andare a lavoro. Da qui il titolo
“Prima che sia giorno”, parafrasando Arenas. Per Metal
Mirror vale infatti il contrario: non viviamo certo in un regime
che ci costringe ad operare in clandestinità (sparare cazzate sul
metal ci è comunque concesso), solo che per farlo dobbiamo
conquistarci ogni centimetro quadrato di spazio dentro alla nostra
fottuta giornata per poterlo fare.
Spesso scriviamo senza pensare, sull'onda del sentimento, sulla base
dei ricordi, di ricordi anche remoti, confusi, sbagliati, perché non
abbiamo tempo di documentarci (al massimo un controllo veloce su
Wikipedia), o di rinfrescarci la memoria tornando ad ascoltare
nuovamente le opere di volta in volta trattate (spesso accade il
contrario: è lo scrivere stesso che ci rimette voglia di ascoltare
certe opere oramai sepolte nell'oblio, nostro e collettivo).
Emotività allo stato puro, idee guizzanti pregne di urgenza
comunicativa.
Appunti mentali presi velocemente ed altrettanto velocemente
assemblati.
C'è chi nell'arco di poche ore scrive furiosamente materiale
per un mese intero. Non è il mio caso, io sono un metodico:
ho direttamente eliminato la pausa-pranzo, lasso di tempo in cui
potrei riposarmi e che invece impiego per buttare giù scritti che
verranno poi rifiniti nel corso del week-end, spesso il sabato
mattina, magari dopo un venerdì da leoni: con gli occhi sabbiosi ed
ancora il mal di testa e la nausea per la sbornia della sera prima,
mentre la mia donna continua serenamente a dormire, mi alzo, mi
preparo un caffè, accendo il mio PC e continuo a battere i miei
pezzi frenando i conati di vomito.
Prima del giorno, simbolicamente parlando, prima che la vita inizi il
suo corso, mentre ancora il mondo dorme, Metal Mirror opera
nell'oscurità e nell'oscurità genera riflessioni.