E sono forse questi cinque anni di assenza degli Slayer dalla scena metal che mi creano un corposo ‘effetto nostalgia’. E questo nonostante, non lo nascondo, sia stato un critico piuttosto aspro della produzione degli Slayer dal dopo-Seasons in the Abyss.
Forse per la troppa perfezione (e
scusate l’orrenda locuzione) di quei primi 5 dischi, sublimati con quello che,
assieme a “Live After Death” dei Maiden, è il mio disco dal vivo preferito di
sempre: “Decade of Aggression”.
Oggi, 27 settembre, “Divine
Intervention” compie 30 anni. E fu da quell’uscita in poi che ebbi la
sensazione che i Nostri volessero solo picchiare già duro, con tanto mestiere e
altalenante ispirazione. Con classe e capacità indubbie ma senza più quella scintilla
creatrice unica che aveva ispirato tutta la produzione di quella prima
decade di vita.
E invece.
Invece l’ottimo “Repentless” (il disco) mi ha spinto ad andare a riascoltare un passato che non ascoltavo da tanto, troppo, tempo. E, chissà se filtrato da quella nostalgia di cui sopra, oggi capisco quanto, all’epoca ancora troppo giovane e immaturo, mi sbagliassi. O, quantomeno, mi sbagliassi su “Divine Intervention”. Che, bando alle ciance, è un album spettacolare. Ok non cera Lombardo: e allora? Chi se ne accorge? Il buon Bostaph ci dà dentro di brutto dimostrando già allora, a ‘soli’ 30 anni, di avere la stoffa per diventare un batterista-modello per il thrash metal mondiale. Nei 36 minuti di durata, si alternano sezioni cadenzate ad altre tirat(issim)e, brani più articolati (la title track, “213”) a stilettate sparatissime, sfocianti nell’HC (“Dittohead”, “Sex. Murder. Art.”) che andranno ad anticipare quell’”Undisputed Attitude” (1996) che avrebbe ben palesato le influenze di King e soci.
Al netto di una produzione rivedibile, quindi, D.I. è un album che è ciò che doveva essere. Una degnissima prosecuzione di una carriera senza, almeno fino al a quel 1994, passi falsi.
Il disco diede vita, poi, alla
loro prima home video, denominata “Live Intrusion”, pubblicata
nell’ottobre del 1995 e che “cattura” i Nostri, con una qualità di immagine in
linea con le tecnologie di allora, durante lo show del marzo precedente a Mesa
(Arizona), ultima tappa del tour di promozione di Divine.
Il contenuto della videocassetta
è coerente con le caratteristiche dell’album: veloce, diretto, senza fronzoli.
Appena 58 minuti di show, che diventano 70 con cinque c.d. Funny Moments,
intermezzi in cui i quattro sono ripresi durante situazioni divertenti, e
soprattutto divertite: in aereo, in pullman, in albergo, in giro per la strada.
Quattro giovani che bevono (tanto), cazzeggiano (ancor di più) e hanno
comportamenti non propriamente polite (si possono pure ammirare le
chiappe di Araya che le mostra urbi et orbi dalla finestra della camera
d’albergo).
Sul palco, nulla da dire: la
solita macchina da guerra, capace di macinare alla velocità della luce e con la
consueta padronanza tecnica, tutti gli highlights di una carriera, già allora, unica e
inimitabile. Ad eccezione, ahinoi, di “Show No Mercy”, non si tralascia nulla:
se, ovviamente, “Reign in Blood” e l’ultimo nato sono i due dischi maggiormente
‘saccheggiati’ nella scaletta, c’è spazio anche per il mitico EP “Haunting
the Chapel” (“Captor of Sin” e “Chemical Warfare”), “Hell Awaits”
(title track + “At Dawn They Sleep”), “South of Heaven” (title track +
“Mandatory Suicide”) e l’immancabile “War Ensemble” da Seasons. Da
segnalare l’intervento sul palco dei machineheadiani Rob Flynn alla voce e Chris Kontos alla
batteria in occasione della cover dei Venom, “Witching Hour”.
Insomma, questo trentennale ci
pare un’ottima occasione per celebrare contemporaneamente l’album e il live. A
maggior ragione per il fatto che, giusto qualche giorno fa, Araya/King/Holt/Bostaph
si sono esibiti in Illinois, per la celebre rimpatriata estemporanea
annunciata lo scorso febbraio, nell’ambito del Riot Fest (e bisseranno
dopodomani in Kentucky al Louder Than Life festival).
King assicura che questa breve
reunion non prevederà ulteriori registrazioni e/o tour. Ma mai mettere limiti
alla provvidenza. Chissà che il ritrovarsi di nuovo sul palco dopo 5 anni non
gli faccia tornare la fregola di resuscitare l’Assassino…
Link per il concerto: iononcero_live Intrusion (Slayer)
A cura di Morningrise