Per un under 20 concepire un mondo senza cellulari, senza connessione internet e senza CD non dev’essere impresa facile.
Per noi over 40 che un periodo con tutte queste “mancanze”
l’abbiamo vissuto è più semplice immaginarsi come, intorno alla metà degli anni
ottanta, l’unico modo possibile per tenersi in contatto tra amici che vivevano
distanti fosse la corrispondenza per
posta. Cartacea, non
elettronica. Ma con la posta i giovani metalheads svedesi dell’epoca non si
scambiavano solo lettere…si scambiavano demo
musicali in formato musicassetta.
Che bellezza…immaginatevi un giovane e isolato metallaro che sa di dover
ricevere una nuova demo-tape…al centro
della sua vita c’è la figura del postino e quanta adrenalina quando
arriva nella buca delle lettere quello che stava aspettando!
E’ un piccolo manipolo di giovani quello che sta al centro
dell’abnorme fenomeno del tape-trading. Una decina. E tra di
essi quattro/cinque particolarmente attivi e “affamati” di nuove sonorità con
un sogno in testa: collegare, mettere in
contatto, creare una scena metal in Svezia. Chi sono? Nomi che di lì a
breve avrebbero rivoluzionato la musica estrema non solo in Svezia ma nel mondo
intero: Nicke Andersson, Tomas Lindberg,
Fred Estby, Kristian Wåhlin, Orvar
Säfström. Se questi nomi non vi dicono nulla, continuate a leggerci e saprete di
che calibro saranno le band cui daranno vita questi signori…
L’affascinante fenomeno del tape
trading è legato a doppio filo con quello, parallelo
e complementare, del proliferare delle fanzine. Questo perché esse, oltre a
dare spazio ovviamente ai nomi internazionali della musica estrema che andavano
per la maggiore, trattavano anche le demos dei gruppi emergenti.
Le ‘zines più lette e seguite in
Svezia in realtà, almeno a metà anni ottanta, non erano svedesi. Furono
l’inglese Metal Forces e le norvegesi
Morbid Mag e Slayer Mag del mitico Metalion. Che erano quelle più professionali,
sia da un punto di vista di scrittura che da un punto di vista grafico. Ma dove
reperirle? Il veicolo più importante per i giovani metalhead svedesi era una piccola
stanzetta di una squallida via di Stoccolma: l’Heavy Sound. Quello che
l’Helvete di Euronymous avrebbe
rappresentato per il futuro Black norvegese l’Heavy Sound lo fu per il Death
svedese. In questo piccolo locale infatti era possibile reperire, oltre a
dischi rock ed heavy metal, anche i dischi più estremi del momento
(prevalentemente thrash ma anche proto-death), le demos dei gruppi locali e,
altra cosa fondamentale, leggere le succitate fanzine estere; in bacheca era
inoltre possibile pubblicare e reperire annunci di band che cercavano musicisti
e cantanti. Naturale quindi che esso rappresentò il luogo di incontro di tutti
i giovani, non solo di Stoccolma, che avrebbero portato alla nascita dei gruppi
più importanti del nascituro SDM (fu attraverso l’Heavy Sound ad esempio che
vennero in contatto Nicke Andersson e Ulf
Cederlund).
Metal Forces e Slayer Meg
contribuirono a diffondere la voglia di musica estrema in Svezia, dando la
possibilità della conoscenza delle scene degli altri paesi. La conseguenza fu
un fisiologico effetto emulativo,
tanto che le ‘zines cominciarono a proliferare. Paradossalmente (ma neanche poi
tanto viste le premesse del nostro primo post) il sottobosco dei gruppi death
metal venne portato alla luce da ‘zines punk, ancor prima che metal (celebre il
reportage della fanzine punk Banan #7
di un concerto dell’ottobre ’87 dei Morbid). Va detto che le prime ‘zine di
musica estrema a nascere in Svezia, in confronto a quelle danesi e norvegesi, erano
davvero vaghe, molto più approssimative e ingenue, nei contenuti come nella
forma. E incentrate per lo più su generi come thrash e hardcore. Spassosissimi
i nomi dati a queste riviste (alcune annunciate e pubblicizzate ma che non
videro neppure mai l’uscita di un numero 1…), ma ad approfondire quest’aspetto
divagheremmo ancor più di quanto non abbiamo fatto. Quello che ci interessa è sottolineare
come tutto questo fervore dimostrava una cosa: che l’underground svedese della musica estrema emetteva dei primi vagiti,
chiari e udibili. E contagiosi.
E vediamoli allora questi vagiti chiari e udibili. Ecco la nostra personalissima classifica (in ordine temporale) delle prime 5 demos dello SDM! Dimostrazioni musicali
brevissime ma talmente intense e importanti nei contenuti da risultare già
decisive….
1- MORBID: “DECEMBER MOON” (Dicembre 1987)
Questa demo probabilmente passerà alla storia come
quella-su-cui-canta-Dead-prima-di-andare-in-Norvegia. Il che ci sta, posta la
caratura del personaggio. Ma in realtà le qualità di Pelle, all’epoca appena
diciottenne, non erano eccelse. La sua voce era già magnetica, malata,
disturbante ma ancora molto immatura (insomma, coi Mayhem farà molto meglio).
Ma i Morbid sono molto di più. Innanzitutto sono…la forma
embrionale dei futuri Entombed (e
scusate se è poco…). In questa seminale band della capitale militavano infatti
Ulf Cederlund e L.G. Petrov (al drum kit). Ma soprattutto la line up poteva
contare sul fenomenale John Hågstrom, chitarrista di grande tecnica e inventiva.
4 canzoni per meno di 18 minuti. Ma quanto da dire! Le
influenze dei Metallica sono evidenti (soprattutto nei primi due pezzi, “My dark
subconscious” e “Wings of funeral”) ma sono ravvisabili anche i primi
imbastardimenti col death, così come una fredda aura malvagia proto-black,
dettata soprattutto dalla voce mefistofelica di Ohlin, che nella conclusiva,
sensazionale, “Disgusting semla” si cimenterà in una luciferina cantilena
fanciullesca da far accapponare la pelle. Purtroppo sia Ohlin che Hågstrom usciranno dalla band e dopo un
secondo demo, “Last supper” i Morbid si scioglieranno.
2- GROTESQUE: “RIPPED
FROM THE CROSS” (Novembre 1988)
Se pensate a una copertina di un disco che vi ha colpito
particolarmente, così…di getto, sarà molto probabile che essa sia opera di Kristian Wåhlin. In arte Necrolord.
Ma se è vero che il buon Kristian passerà alla Storia del Metal per i suoi
meravigliosi disegni, va anche ricordato ai più che egli è un multistrumentista
di livello. E questo non è soltanto riscontrabile coi suoi Liers in Wait. Prima
di essi, Wåhlin fu
l’artefice dei grandissimi Grotesque, band di Göteborg dedita ad una musica
violentissima. Quello che fa di RFTC un demo da ascoltare, seppur
caratterizzato da un’approssimazione nella registrazione alquanto evidente, è
da un lato il riffing particolare di Kristian che, ispirato sì dal thrash
tedesco, riusciva a metterci dentro anche tante idee originali. Tanto da allungare
anche la durata dei brani (17’ per 3 sole canzoni). E il secondo elemento
distintivo era un certo Tomas “Tompa” Lindberg
alla voce (anche se allora, appena 16enne, si faceva chiamare Goatspell)…si si, proprio il futuro
singer degli At the Gates. Le sue
urla demoniache che paiono provenire direttamente dagli infernali gironi
danteschi, danno al tutto un’aura spettrale di grande fascino. Con questo e
altre violentissime demo, i Grotesque si fecero una reputazione di ferro in
tutta la Svezia arrivando a incidere anche un EP.
3- NIHILIST: “ONLY
SHREDS REMAIN” (Dicembre 1988)
Tiù is megl che uan. O forse no? Forse lo SDM non avrebbe mai
potuto contare su due “campioni” come Entombed e Unleashed, se due personalità
ingombranti come Nicke Andersson e Johnny Hedlund non fossero entrati in collisione di rotta. Se invece fossero andati
d’amore e d’accordo, al posto di queste due fondamentali band, ne avremmo avuta
una sola…ma che band! I Nihilist praticamente furono proprio gli Entombed+Hedlund.
E + Leif Cuzner, chitarrista di un’inventiva straordinaria, prematuramente scomparso.
A chi scrive piace forse maggiormente il primo demo dei
Nihilist, quel “Premature Autopsy” che rappresentò uno dei momenti più
importanti dello SDM per intensità e brutalità. Ma è su OSR che la band creerà
quello che potremmo definire “la prima registrazione di purissimo death metal
svedese”. E questo perché fu registrato, a differenza del precedessore, ai
mitici Sunlight Studios. Dieci
minuti devastanti, ma chirurgici, caratterizzati da quel suono così “grasso”
delle chitarre e dalle possenti pennellate di basso di Hedlund: tutti elementi che
sarebbero diventati standard. La complessità strutturale dei brani aumentava
(“Supposed to rot” in questo senso è emblematica) rilucendo brillantemente.
Indietro, dopo OSR, non si poteva tornare…
4- CARNAGE: “INFESTATION OF EVIL” (Novembre 1989)
Se la Finlandia è la Terra dei Laghi per antonomasia, anche
la Svezia non scherza in quanto a specchi lacustri. Nel bel mezzo dello Småland, regione centro-meridionale,
sorge la cittadina di Växjö. Ed è da lì che nacquero i Carnage, il secondo gruppo di Michael Ammot
(il primo erano stati i punk Disaccord). Due sole canzoni per quasi 10 minuti
di musica, a metà strada tra la più grande influenza del giovane Michael, cioè i
Carcass di Bill Steer, e il nascente SDM (in particolare come definito l’anno
precedente dai Nihilist). Con alla batteria l’ottimo Fred Estby, appena fuoriuscito
dai Dismember, e al basso Johnny Dordevic, futuro e fugace cantante degli Entombed, la band acquisirà consapevolezza dei propri mezzi e,
conseguentemente, personalità da vendere. Entrambi i brani, “Torn apart” e la
title track, sono fantastici, ricchi di cambi di tempo e riff tecnici e
ossessivi. Talmente bravi da ottenere un contratto discografico con la
Necrosis, col quale daranno vita al loro unico disco, “Dark Recollections”
(1990), derivativo del sound di Dismember e Entombed ma comunque notevolissimo.
5- NIRVANA 2002: “DISEMBODIED SPIRITS” (Settembre 1990)
Nell’estate del 1988 gli Slayer vengono a suonare in un
locale alla periferia di Stoccolma. Tre ragazzini di Edsbyn, paesello di 4000
anime nella parte settentrionale del paese, si sobbarcano il viaggio per
vederli. Folgorati letteralmente da Araya & co., tornano a Edsbyn e fondano
i Nirvana. Cazzo…c’è un piccolissimo problema di copyright su quel nome. E
allora aggiungiamo un numero, il 2002. Orvar Säfström è il mastermind del progetto
(coadiuvato dall’amico di infanzia, il batterista Erik Qvick) chitarrista e
cantante dotato di una voce splendida. Death metal tosto, dal groove
potentissimo e dai riff chirurgici quello dei Nirvana 2002 che con questo loro
secondo demo di 10 minuti per 3 tracks, sfoderano una classe immensa, non
seguita dal successo che avrebbero meritato. Tanto che dopo appena due anni, peraltro
molto ricchi di attività, si sciolsero…con grande rammarico dei deathsters
svedesi.
Per il nostro insindacabile giudizio quindi, questi sono le migliori cinque demos dello SDM. Importantissime per approcciare i prossimi capitoli, nei quale non parleremo più di demos, ma si passerà (finalmente direte voi!) ai full lenght veri e propri. Le cose si fanno pesanti...
Ma prima un pò di leggerezza...
A cura di Morningrise
(vedi puntate precedenti)
Per il nostro insindacabile giudizio quindi, questi sono le migliori cinque demos dello SDM. Importantissime per approcciare i prossimi capitoli, nei quale non parleremo più di demos, ma si passerà (finalmente direte voi!) ai full lenght veri e propri. Le cose si fanno pesanti...
Ma prima un pò di leggerezza...
A cura di Morningrise
(vedi puntate precedenti)