La capra è immediatamente associata a qualcosa di genericamente negativo. Ignorante, indolente e sporca, è il più vituperato tra gli animali della fattoria. Il maiale trova almeno una sua dignità negativa nel suo essere parossisticamente sporco, e chi viene come tale apostrofato magari ne sorride. Invece l'offesa “Capra!”, così come la ripete Sgarbi, risuona senza pietà alcuna.
Eppure, specie per chi
ascolta metal estremo, la capra è animale di tutto rispetto
(simbolico). A mio
parere la sua peculiarità risiede in questa
facies sorniona, con corna ma anche barbetta, quasi a suggerire una
malizia associata ad una certa auto-ironia. Ribelle ma senescente,
maligna ma buffa, è un'icona diabolica da sagra.
Sono ben 155 i gruppi
metal che includono “goat” nel loro nome, senza contare le
varianti in altre lingue. Per capire quale sia il richiamo della
capra nel metal, esistono i Vuohi (capra in finlandese) che
annunciano “The rising era of the goat” nel demo del 2010.
Abbiamo ben due gruppi che ritengono di doversi chiamare Ziege (capra
in tedesco), pur essendo uno polacco e l'altro norvegese.
Gli americani Capra
Hircus tentarono addirittura di lanciare il genere, con il demo “Goat
metal assault” del 2002, ma si sciolsero troppo presto. I Semen de
Cabra, dalla Colombia, si tuffano felicemente nell'explotation
sessuale dell'immagine della capra.
Proprio dai nomi si può
facilmente risalire agli attributi che la capra ha nell'immaginario
metal. La capra è menzionata tra le “tematiche” di 32 gruppi su
Metal Archives, come tale o con l'espressione “goat worship”, a
indicare verosimilmente il satanismo più naturistico e primordiale,
a consumare riteniamo quelle che sono indicate come “goat
perversion”.
Ben 95 etichette
includono “capra” nel loro nome, dalla Vecchio cadavere di
capra della Malesia alla Ciucciacapre messicana, passando
dalla rampante Goat Vulva Production in Germania, e schivando se
possibile la peruviana Goat Ejaculation.
Il primo grande gruppo a
introdurre la capra come icona centrale di un disco fu, va detto, gli
Impaled Nazarene, che tra serietà e facezia intitolano i primi EP "Goat Perversion" e "Sadogoat". Più tardi aprono “Ugra Karma” con il
brano-lampo “Goatized”, cioè come dire Incaprato. E
insistono poi con la proclamazione della “legge del capro del
caos”.
Da una parte abbiamo
quindi una serie di nessi di tipo sessuale, con pratiche più o meno
proibite dalle scritture, o genericamente animalesche. Dall'altra
significati teologici, quali il sovvertimento dell'ordine cosmico e
il principio del caos, la “legge” della non-legge.
La capra del resto presta
anche il volto ad una icona alchemica, che sintetizza la Grande Opera
di trasmutazione del piombo in oro, e quindi simbolicamente la
scoperta della luce nel buio, del valore delle cose all'interno di
una natura apparentemente spoglia.
Il Baphomet, quella specie di capra ermafrodita che ostende strumenti e emblemi di sapienza esoterica, è spesso al centro di testi e rappresentazioni del mondo metal.
Il Baphomet, quella specie di capra ermafrodita che ostende strumenti e emblemi di sapienza esoterica, è spesso al centro di testi e rappresentazioni del mondo metal.
Naturalmente, se togliamo
di mezzo la lettura alchemica e limitiamo il tutto ad un satanismo
grezzo “punk”, rimane solo la chiave di lettura della liberazione
degli istinti animali attraverso la distruzione, la contaminazione e
il sovvertimento delle leggi e delle barriere dell'etica dominante.
Spulciamo i nomi dei
gruppi a questo punto, partendo dai soprannomi che gli artisti amano
darsi. In 29 scelgono di chiamarsi semplicemente “Capra”. Vari
gli epiteti “satanici”: infernale, empio, marcio, impuro,
selvaggio. Vari gli accostamenti dissacratori, dai più classici fino
a “Vescovo caprone”. Si nota un'ambivalenza sadomaso: esiste, per
dire il “distruttore di capre”, così come il “capro
distruttore”. Da una parte quindi c'è chi si vanta, nel nomignolo,
di atti aggressivi di qualsiasi tipo contro le capre, dall'altra
attributi bellicosi delle capre stesse: “Goat artillery”, “Goat
Commando”, “Goat terrorist”, e finanche Capra Maestro
d'Armi. Due premi: il più disgustoso “goat smegma”, e il più
fantasioso, il malese Morboso Martello Caprino, forse metafora
fallica.
Andiamo ai nomi dei
gruppi. Anche in questo caso epiteti dispregiativi, atti di violenza
(i picchia-capre, i lancia-capre) accostamenti blasfemi (fino a Goat
Synagogue). Rassegna infinita di immagini sessuali o solo scabrose,
fino al volutamente ridicolo: gli Australiani esagerano con Black
Goat Anal Vomit, l'italia si fa onore con “Goat vomit noise”, ma
coi finlandesi non c'è davvero confronto.... “Goat's ass trumpet”.
Menzione a parte per la fantasia ai Capra Disidratata, che
fanno grindcore, ma soprattutto a quegli americani che, senza alcuna
spiegazione che mai potrà suonarmi accettabile, scelgono di fondare
un gruppo dal nome “Capra di merda”. Così, diretti e insensati.
Rimangono simbolismi
caprini inspiegabili, come la Capra Gonfia produzioni,
americana, o tutta una serie di gruppi di stoner-metal che
evidentemente vedono nella capra significati alternativi, non
allineati al filone mistico-satanico-panteistico che è imperante. La
capra che fluttua, la capra che esplode, la capra acida, il monsone
della capra, il fiume della capra...
Ci dispiace che sia poco
utilizzata l'immagine del “capro espiatorio”, in cui la capra è
una sorta di Cristo animale, che prende su di sé i mali del mondo
per salvarlo dalla seduzione degli angeli caduti. E' questa,
riteniamo, la figurazione più interessante della capra. Il capro è
impuro, ha in sé lo sporco del mondo, i peccati che in lui sono
stati inoculati dai demoni, dagli angeli caduti. Esso va quindi
allontanato dalla comunità e poi gettato da una rupe. Con esso la
società si spurga dei suoi peccati. Dal punto di vista cristiano il
capro è un'anticipazione del sacrificio di Cristo. Di conseguenza,
il capro satanico sarà simbolo dell'uomo che non vive come impura la
propria umanità, e non ha bisogno di mondarsi per potersi sentire
accettato da un Creatore.
Ovviamente il tutto può
essere anche risolto in una chiave satanica “interna” alla
religione, ovvero nella celebrazione dell'impuro e dell'empio, ma
questo è appunto un satanismo “letterale” che non realizza
alcuna vera contrapposizione.
Ricordiamo la trattazione
del tema del capro espiatorio da parte dei Tiamat in “Scapegoat”
da Clouds, che gioca appunto sull'emancipazione titanico-satanica
giocata dalla legge mortale imposta, che gioca sull'equivoco
satanico.
Scarsi sono anche i nomi
che richiamano alla mistica della Capra. L'unico che mi viene in
mente su due piedi, dal mio archivio caprino personale, sono i
Goatmoon, che elevano la capra al rango di lupo. Una luna “panica”,
nel senso di Pan, non che fa paura. Una luna specchio della natura
umana, pregna di bestialità così come di desiderio ed elevazione, il
tutto senza doversi mondare da nulla. Anzi, la spiritualità che
affonda le sue radici nel fango. Le corna che puntano al cielo mentre
la barbetta sguazza nella melma.
A cura del Dottore