Sarpsborg. Un’amena cittadina di
50.000 abitanti a sud di Oslo. Non so a quanti metallari questa località possa
dire qualcosa. Molto probabilmente è invece familiare ai blacksters più
incalliti. Il 28 febbraio del 1990
questa città infatti vide una delle più importanti esibizioni dal vivo dei Mayhem; l’esibizione che ben cinque
anni più tardi andrà a finire sul celeberrimo live-bootleg “Dawn of the Black Hearts”, chiacchieratissimo
per riportare in copertina la foto del corpo di Dead appena suicidatosi e immortalato da Euronymous con in bella
evidenza le cervella spappolate uscite dal cranio sfondato.
Ma tornando al concerto di
Sarpsborg: chi stava dietro alla sua organizzazione? Chi ebbe l’idea di dare
visibilità a una band che, all'epoca, non aveva all’attivo neppure un full lenght pubblicato?
Ebbene, il mastermind dell’operazione è stato uno dei personaggi
più importanti del mondo musicale norvegese: Jon Kristiansen. Alias Metalion.
A cura di Morningrise
Metalion è il fondatore di quella
che è stata la più celebre fanzine norvegese dedita al metal estremo, cioè la Slayer magazine, il cui primo numero
risale addirittura al 1985!
Voler conoscere a fondo il Black norvegese, la sua genesi, le sue caratteristiche e i particolari personali dei
suoi protagonisti, vuol dire prima di tutto avere a che fare con Jon.
Classe ’67, praticamente coetaneo
di Euronymous (i due si passavano appena 10 mesi), Jon si appassionò, ancora
ragazzino, al metal estremo dei vari Bathory, Celtic Frost e, soprattutto,
Venom, con una particolare venerazione per il “Black Metal” (1982) del Veleno di Newcastle.
Ora potete immaginare come a
Sarpsborg, nel 1982, non ci fosse questa marea di adolescenti che ascoltassero
metal. Jon infatti era solo, letteralmente solo, a coltivare la sua passione! E
ce lo dice lui stesso: Questo è il sangue che scorre nelle mie vene…questo è il
mio destino…non ci sono alternative, solo devozione totale! Queste parole di
Jon ci fanno capire come già allora, appena quindicenne, abbia sposato la causa
del metal estremo e di come questa propensione gli venisse dal profondo del suo Io, in
maniera totalmente spontanea.
Me l’immagino lì, durante il
lungo inverno, chiuso nella sua cameretta a cantare a squarciagola “Countess
Bathory” e a prefigurarsi qualche azione concreta per poter diffondere in
Norvegia l’amore per queste nuove sonorità…
Ma, concretamente appunto, come fare? Metalion
racconta di come l’unico modo per conoscersi tra metallari fosse ai concerti;
concerti di quelle band rock/heavy che andavano per la maggiore all’epoca,
ovviamente. Motorhead in primis. Ci si riconosceva davanti al palco, attraverso le toppe con i loghi delle band
cucite sulle giacche di pelle. Era in quel contesto che ci si avvicinava e
si scambiavano le prime battute. E fu così che Jon conobbe Øystein Aarseth, proprio ad
un concerto dei Motorhead. Si “annusarono”, si parlarono. Divennero amici. Capirono
di poter collaborare, uniti dalla passione per il metal estremo. Assieme incisero
addirittura una demo di dodici minuti, sotto il monicker Checker Patrol, dal titolo “Metalion in the Park”, nel quale Jon,
pur non essendo né un cantante né un musicista, presterà la sua voce per la
title track.
Ma, come detto, il colpo di genio
di Kristiansen fu la creazione della fanzine "Slayer" che riuscì a creare
un’attenzione, in Norvegia e all’estero, davvero notevole sui nuovi gruppi prot-black
che stavano spuntando come funghi. I Mayhem ovviamente furono i primi della lista. Dopo la
registrazione della demo “Pure Fucking Armageddon” (1986) diventarono di fatto
i leader della nascente scena. Perché? Perché, come ci conferma Metalion: PFA
era molto più estremo di qualsiasi cosa; il sound era davvero primitivo e brutale.
Non potevi ascoltare nulla di più estremo….
Se PFA aprì la strada, l’EP
capolavoro “Deathcrush” (1987) la pavimentò. Ormai i Mayhem erano un nome in
tutto l’underground norvegese.
E se i Mayhem erano i leader della scena,
Euronymous era il loro profeta. Era colui
che aveva dato uno standard di estremismo cui confrontarsi.
Se lo stile cominciava a
definirsi, ciò che ancora mancava era l’immagine, il look. Ancora una volta Metalion fu
il testimone oculare del cambiamento esteriore di Aarseth e soci che agli inizi si vestivano
semplicemente com’erano: capelli neri, giacche di pelle, vestiti neri. Del
tutto normale.
Ma ben presto anche questo
cambiò: Euronymous cominciò a interessarsi al make-up e soprattutto al corpse paint.
Ispirato da Alice Cooper? Dai Kiss? Da King Diamond? No…lo stile a cui rifarsi
per il giovane Euronymous fu quello dei...Sarcofago,
speed/thrash/proto-black metal band brasiliana che proprio in quel 1987 diede
alle stampe il suo primo full lenght, divenuto cult, “I.N.R.I.”!! Øystein ne
parlò a lungo con Jon, come lui stesso racconta: Era ossessionato dai
Sarcofago. Perché indossavano un sacco
di borchie e il corpse paint. Diceva che ogni band voleva fosse così, perché
era davvero contrario alla moda del death metal che arrivava dagli States e
dalla Svezia. I gruppi death suonavano dal vivo indossando delle tute da
jogging e lui era davvero contrario a questo genere di cose.
E da quel momento in poi Euronymous
cominciò ad adottare il make up e le borchie, imponendolo come modello per
tutti. Ancora Jon: I ragazzi che suonavano nei Darkthrone e negli Immortal
ascoltavano del normalissimo death metal, ed Euronymous, grazie alla sua grande
capacità di influenzare le persone che gli gravitavano attorno, gli ha mostrato
cosa fosse davvero il black metal, come sarebbero dovute andare le cose, e loro lo hanno seguito. Se guardi il
primo album dei Darkthrone e lo paragoni con il secondo, puoi vedere che
quest’ultimo, “A Blaze in the Northern Sky”, sia stato influenzato da
Euronymous. Quel disco è il primo album di black metal norvegese dopo "Deathcrush" ad aver avuto un gran successo ed un’enorme influenza sul resto
della scena. Poi arrivarono gli Immortal, che erano un gruppo death metal che
aveva cambiato stile diventando black metal, anche loro sotto l’influenza di
Euronynous. La stessa cosa è successa agli Emperor: avevano un gruppo che si
chiamava Thou Shalt Suffer che faceva death metal, poi cambiarono nome in
Emperor per fare black metal.
Tutta la scena norvegese si basava su Euronymous.
Li convinceva di cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Diceva sempre quello che
pensava, del seguire i propri istinti a quello che era veramente il black metal
come il corpsepaint e le borchie, adorare la morte ed essere estremi. E’ questo
ciò che diceva a tutti.
Al nostro Metalion brillano gli
occhi a rivangare quel periodo in cui la scena black si stava iniziando a
formare in un piccolo ma attivo nucleo di persone fortemente ispirate e dedite
al progetto, intorno alla figura centrale di Euronymous e ai suoi Mayhem. Epici
i suoi racconti su tutti quei ragazzini non ancora maggiorenni che di lì a
pochi anni avrebbero creato l’ultima
vera scena originale della musica estrema. Ragazzini che si vedevano a casa
ora di uno ora dell’altro, e poi uscivano a bersi una birra e a parlare di
musica, di ribellione, delle cose non gradite, di ciò che gli stava stretto
dell’apparentemente perfetta e idilliaca società norvegese. Cose della vita
quotidiana che tutti noi abbiamo fatto in gioventù. Solo che i protagonisti di
cui ci racconta Jon sono coloro che sarebbero andati a formare gli Emperor, gli
Immortal, i Darkthrone. E i Mayhem: Hellhammer, Manheim, Dead, Necrobutcher. E
ovviamente lui, Euronymous. Metalion li conosceva tutti, li aiutò a prendere coscienza di sé come
gruppo, come persone accomunate da uno scopo: quello di creare, come detto, una scena
originale. Andando oltre quello che Venom, Bathory, Slayer avevano brillantemente
creato nella metà degli ottanta. E oltre anche al death metal di stampo floridiano, loro vero
“avversario”, considerato “moderato”, degenerato, suonato da fighette in scarpe
da ginnastica e pantaloni da jogging.
Kristiansand, Bergen, Telemark, Hamar…da
tutte le città della Norvegia i fan di questo nuovo terrificante suono
prendevano contatti con Oslo, per lettera o per telefono. Ragazzi che però si potevano
conoscere di persona solo ai concerti, quando qualche gruppo mainstream, come
accennato sopra, veniva a fare uno show live in qualche grande città. E così
avvenne anche per un certo Varg Vikernes. Eh si, perché Jon fu testimone anche
dell’incontro tra il Conte e Aarseth: Varg non lo conosceva ancora nessuno, ma
eccolo lì, arrivare ad Oslo, con una band già pronta (i Burzum ovviamente, NdR) e
con un disco già bell’è preparato (l'omonimo debut album, NdR)…
Euronymous lo ascolta. E ne
rimane estasiato, perché è estremo ed originale. I due diventano immediatamente
amici. E fu la Storia.
Questi ragazzi poco più che
ventenni crearono qualcosa che il mondo della musica non aveva mai conosciuto,
e cioè la scena più estrema di sempre
(e il prodotto musicale norvegese più conosciuto ed esportato nel mondo
intero...)
Chissà se tutto questo senza Jon "Metalion" Kristiansen e la sua "Slayer magazine" (strumento catalizzatore, e al tempo stesso propagatore, della nascente scena Black Metal) sarebbe mai accaduto...