"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

21 nov 2016

JON KRISTIANSEN, L'"INSIDER" DEL BLACK METAL



Sarpsborg. Un’amena cittadina di 50.000 abitanti a sud di Oslo. Non so a quanti metallari questa località possa dire qualcosa. Molto probabilmente è invece familiare ai blacksters più incalliti. Il 28 febbraio del 1990 questa città infatti vide una delle più importanti esibizioni dal vivo dei Mayhem; l’esibizione che ben cinque anni più tardi andrà a finire sul celeberrimo live-bootleg “Dawn of the Black Hearts”, chiacchieratissimo per riportare in copertina la foto del corpo di Dead appena suicidatosi e immortalato da Euronymous con in bella evidenza le cervella spappolate uscite dal cranio sfondato.

Ma tornando al concerto di Sarpsborg: chi stava dietro alla sua organizzazione? Chi ebbe l’idea di dare visibilità a una band che, all'epoca, non aveva all’attivo neppure un full lenght pubblicato? 

Ebbene, il mastermind dell’operazione è stato uno dei personaggi più importanti del mondo musicale norvegese: Jon Kristiansen. Alias Metalion.

A cura di Morningrise

Metalion è il fondatore di quella che è stata la più celebre fanzine norvegese dedita al metal estremo, cioè la Slayer magazine, il cui primo numero risale addirittura al 1985!

Voler conoscere a fondo il Black norvegese, la sua genesi, le sue caratteristiche e i particolari personali dei suoi protagonisti, vuol dire prima di tutto avere a che fare con Jon.
Classe ’67, praticamente coetaneo di Euronymous (i due si passavano appena 10 mesi), Jon si appassionò, ancora ragazzino, al metal estremo dei vari Bathory, Celtic Frost e, soprattutto, Venom, con una particolare venerazione per il “Black Metal” (1982) del Veleno di Newcastle.

Ora potete immaginare come a Sarpsborg, nel 1982, non ci fosse questa marea di adolescenti che ascoltassero metal. Jon infatti era solo, letteralmente solo, a coltivare la sua passione! E ce lo dice lui stesso: Questo è il sangue che scorre nelle mie vene…questo è il mio destino…non ci sono alternative, solo devozione totale! Queste parole di Jon ci fanno capire come già allora, appena quindicenne, abbia sposato la causa del metal estremo e di come questa propensione gli venisse dal profondo del suo Io, in maniera totalmente spontanea. 
Me l’immagino lì, durante il lungo inverno, chiuso nella sua cameretta a cantare a squarciagola “Countess Bathory” e a prefigurarsi qualche azione concreta per poter diffondere in Norvegia l’amore per queste nuove sonorità…

Ma, concretamente appunto, come fare? Metalion racconta di come l’unico modo per conoscersi tra metallari fosse ai concerti; concerti di quelle band rock/heavy che andavano per la maggiore all’epoca, ovviamente. Motorhead in primis. Ci si riconosceva davanti al palco, attraverso le toppe con i loghi delle band cucite sulle giacche di pelle. Era in quel contesto che ci si avvicinava e si scambiavano le prime battute. E fu così che Jon conobbe Øystein Aarseth, proprio ad un concerto dei Motorhead. Si “annusarono”, si parlarono. Divennero amici. Capirono di poter collaborare, uniti dalla passione per il metal estremo. Assieme incisero addirittura una demo di dodici minuti, sotto il monicker Checker Patrol, dal titolo “Metalion in the Park”, nel quale Jon, pur non essendo né un cantante né un musicista, presterà la sua voce per la title track.

Ma, come detto, il colpo di genio di Kristiansen fu la creazione della fanzine "Slayer" che riuscì a creare un’attenzione, in Norvegia e all’estero, davvero notevole sui nuovi gruppi prot-black che stavano spuntando come funghi. I Mayhem ovviamente furono i primi della lista. Dopo la registrazione della demo “Pure Fucking Armageddon” (1986) diventarono di fatto i leader della nascente scena. Perché? Perché, come ci conferma Metalion: PFA era molto più estremo di qualsiasi cosa; il sound era davvero primitivo e brutale. Non potevi ascoltare nulla di più estremo….
Se PFA aprì la strada, l’EP capolavoro “Deathcrush” (1987) la pavimentò. Ormai i Mayhem erano un nome in tutto l’underground norvegese. 
E se i Mayhem erano i leader della scena, Euronymous era il loro profeta. Era colui che aveva dato uno standard di estremismo cui confrontarsi.

Se lo stile cominciava a definirsi, ciò che ancora mancava era l’immagine, il look. Ancora una volta Metalion fu il testimone oculare del cambiamento esteriore di Aarseth e soci che agli inizi si vestivano semplicemente com’erano: capelli neri, giacche di pelle, vestiti neri. Del tutto normale.
Ma ben presto anche questo cambiò: Euronymous cominciò a interessarsi al make-up e soprattutto al corpse paint. Ispirato da Alice Cooper? Dai Kiss? Da King Diamond? No…lo stile a cui rifarsi per il giovane Euronymous fu quello dei...Sarcofago, speed/thrash/proto-black metal band brasiliana che proprio in quel 1987 diede alle stampe il suo primo full lenght, divenuto cult, “I.N.R.I.”!! Øystein ne parlò a lungo con Jon, come lui stesso racconta: Era ossessionato dai Sarcofago. Perché indossavano un sacco di borchie e il corpse paint. Diceva che ogni band voleva fosse così, perché era davvero contrario alla moda del death metal che arrivava dagli States e dalla Svezia. I gruppi death suonavano dal vivo indossando delle tute da jogging e lui era davvero contrario a questo genere di cose.
E da quel momento in poi Euronymous cominciò ad adottare il make up e le borchie, imponendolo come modello per tutti. Ancora Jon: I ragazzi che suonavano nei Darkthrone e negli Immortal ascoltavano del normalissimo death metal, ed Euronymous, grazie alla sua grande capacità di influenzare le persone che gli gravitavano attorno, gli ha mostrato cosa fosse davvero il black metal, come sarebbero dovute andare le cose, e loro lo hanno seguito. Se guardi il primo album dei Darkthrone e lo paragoni con il secondo, puoi vedere che quest’ultimo, “A Blaze in the Northern Sky”, sia stato influenzato da Euronymous. Quel disco è il primo album di black metal norvegese dopo "Deathcrush" ad aver avuto un gran successo ed un’enorme influenza sul resto della scena. Poi arrivarono gli Immortal, che erano un gruppo death metal che aveva cambiato stile diventando black metal, anche loro sotto l’influenza di Euronynous. La stessa cosa è successa agli Emperor: avevano un gruppo che si chiamava Thou Shalt Suffer che faceva death metal, poi cambiarono nome in Emperor per fare black metal. 
Tutta la scena norvegese si basava su Euronymous. Li convinceva di cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Diceva sempre quello che pensava, del seguire i propri istinti a quello che era veramente il black metal come il corpsepaint e le borchie, adorare la morte ed essere estremi. E’ questo ciò che diceva a tutti.

Al nostro Metalion brillano gli occhi a rivangare quel periodo in cui la scena black si stava iniziando a formare in un piccolo ma attivo nucleo di persone fortemente ispirate e dedite al progetto, intorno alla figura centrale di Euronymous e ai suoi Mayhem. Epici i suoi racconti su tutti quei ragazzini non ancora maggiorenni che di lì a pochi anni avrebbero creato l’ultima vera scena originale della musica estrema. Ragazzini che si vedevano a casa ora di uno ora dell’altro, e poi uscivano a bersi una birra e a parlare di musica, di ribellione, delle cose non gradite, di ciò che gli stava stretto dell’apparentemente perfetta e idilliaca società norvegese. Cose della vita quotidiana che tutti noi abbiamo fatto in gioventù. Solo che i protagonisti di cui ci racconta Jon sono coloro che sarebbero andati a formare gli Emperor, gli Immortal, i Darkthrone. E i Mayhem: Hellhammer, Manheim, Dead, Necrobutcher. E ovviamente lui, Euronymous. Metalion li conosceva tutti, li aiutò a prendere coscienza di sé come gruppo, come persone accomunate da uno scopo: quello di creare, come detto, una scena originale. Andando oltre quello che Venom, Bathory, Slayer avevano brillantemente creato nella metà degli ottanta. E oltre anche al death metal di stampo floridiano, loro vero “avversario”, considerato “moderato”, degenerato, suonato da fighette in scarpe da ginnastica e pantaloni da jogging.

Kristiansand, Bergen, Telemark, Hamar…da tutte le città della Norvegia i fan di questo nuovo terrificante suono prendevano contatti con Oslo, per lettera o per telefono. Ragazzi che però si potevano conoscere di persona solo ai concerti, quando qualche gruppo mainstream, come accennato sopra, veniva a fare uno show live in qualche grande città. E così avvenne anche per un certo Varg Vikernes. Eh si, perché Jon fu testimone anche dell’incontro tra il Conte e Aarseth: Varg non lo conosceva ancora nessuno, ma eccolo lì, arrivare ad Oslo, con una band già pronta (i Burzum ovviamente, NdR) e con un disco già bell’è preparato (l'omonimo debut album, NdR)
Euronymous lo ascolta. E ne rimane estasiato, perché è estremo ed originale. I due diventano immediatamente amici. E fu la Storia.

Questi ragazzi poco più che ventenni crearono qualcosa che il mondo della musica non aveva mai conosciuto, e cioè la scena più estrema di sempre (e il prodotto musicale norvegese più conosciuto ed esportato nel mondo intero...)

Chissà se tutto questo senza Jon "Metalion" Kristiansen e la sua "Slayer magazine" (strumento catalizzatore, e al tempo stesso propagatore, della nascente scena Black Metal) sarebbe mai accaduto...