La morte del fondatore di Ikea Ingvar Kamprad, occorsa il gennaio
scorso, ci ha come suggerito di chiudere la nostra rubrica Legno: una rassegna che, in verità, potrebbe andare avanti
all'infinito, perché il "legno",
le band legnose, sempre vi sono state
nel metal e sempre vi saranno.
Potremmo addirittura affermare
che il metal, inizialmente, si è differenziato dall'hard-rock in quanto sua
variante più dura, solida, legnosa: una corazza che ha conferito forza a quel sound che si stava imponendo nel corso
degli anni settanta, ma che al tempo stesso lo irrigidiva, lo bloccava, lo
rendeva più legato nei suoi movimenti.
I Black Sabbath rispetto a Led
Zeppelin e Deep Purple, i Judas Priest rispetto a Rainbow ed Uriah Heep erano più legnosi. Ma Black Sabbath e Judas Priest sono
stati troppo creativi ed innovativi per rientrare nella categoria del mero
legno, che rimane una categoria popolata da gente dura, sia di scorza che di
comprendonio. Per questo, all'apice di questa piramide di legno, simbolicamente come a voler chiudere un ciclo,
poniamo quella band che più di ogni altra ha rappresentato il momento di snodo
concettuale e stilistico in cui il legno ha iniziato a prevalere sulla
creatività: gli Accept.
Gli Accept sono un gruppo
tedesco e la Germania, si è visto, è la patria del legno per eccellenza. Non è un caso che la Germania si sia rivelata
fortissima sul versante dell'elettronica in senso ampio, dai Kraftwerk, fino alla techno, passando dall’industrial
e dalle sonorità electro-goth ed EBM: ritmi secchi, voci robotiche, geometrie
spigolose, il gelo dei sintetizzatori, l'oscurità dei club sotto terra. La Germania, al tempo stesso, può vantare una
grande tradizione rock, a partire proprio dalle band dedite al kraut-rock,
dalle cui sperimentazioni il rock, guarda caso, mosse verso l'elettronica.
Strano a credersi, sono esistiti anche dei freakettoni
tedeschi. Esiste anche l'hard-rock in Germania (leggasi: Scorpions) ed ovviamente il metal, molto metal, sia attivo che
passivo, come sappiamo benissimo: tanti gruppi, tantissimi fan, e non è un caso che il più grande festival metal europeo (il
famigerato Wacken) si svolga oggi in
Germania. Del resto il tedesco è meno sofisticato di quel che sembra: trinca
tanta birra e in molte cose conserva i tratti del barbaro che ben si confanno
con il metal. Metal quadrato, tosto, solido: metal di legno, metal "tagliato con l'accetta".
E i più legnosi di tutti, appunto, sono gli Accept.
Sia chiaro: a noi piacciono
molto gli Accept, a cui riconosciamo immensi meriti. E chi ci legge sa che far
parte della categoria dei legnosi non
è un male in sé. Gli Accept, oltre ad essere portatori di un sound energico ed affilato, con grandi
intuizioni melodiche, hanno la capacità di inventare grandi ritornelli e sull'anthem hanno costruito una carriera,
forti ovviamente di musicisti cazzuti, Wolf
Hoffmann in prima fila.
Gli Accept, in un certo senso,
sono degli AC/DC più veloci e
taglienti; dei Judas Priest in salsa
teutonica, meno epici e melodici, ma non meno granitici: album come "Restless and Wild", "Balls to the Wall" e "Metal Heart" sono pietre miliari
del metal tutto che non possono
mancare nella collezione di nessun metallaro degno di tal nome. Ma non giriamo
intorno alle cose: gli Accept hanno avuto Udo
Dirkschneider, la quintessenza del
legno.
Abbiamo un infinito rispetto
per questo piccolo-grande eroe del Metal
(con la M maiuscola) e piango ancora al pensiero di quella grande serata in cui
ebbi modo di vederlo dal vivo (in veste solista): un uomo che quella sera dette
tutto se stesso ai propri fan, che
darebbe il massimo anche se si dovesse trovare davanti a venti persone, uno che
crede nel metal più di ogni altro, uno che sul metal ha consacrato la vita e
che per il metal morirebbe. Ma lasciatemelo dire: quanto è di legno Udo!
Lasciamo perdere l'aspetto
fisico (che certo meriterebbe un approfondimento, ma preferiamo non infierire):
Udo è grottesco non solo come persona, ma anche e soprattutto come artista. Dal
punto di vista del canto è un'esagerazione di Brian Johnson, una parodia enfatica di Rob Halford. Entrambi questi modelli non hanno certo un impeccabile
physique du role da sfoggiare: l'ex
cantante degli AC/DC, con la sua voce da Paperino e la coppola da pensionato, è
una goffa progenie dei mitici front-man
dell'hard-rock degli anni settanta (Robert
Plant in testa); aveva tuttavia il pregio di allinearsi al fare gigionesco
del rock scanzonato della band...e poi, in fondo, stava accanto ad uno vestito da scolaro e con le corna
da diavoletto in testa. Il grande Halford (quasi migliorato in vecchiaia,
forte di un cranio rasato, pizzo appuntito ed occhiali da sole a goccia)
nemmeno lui era una bellezza da giovane, ma anch'egli svolgeva (e tuttora
svolge) alla perfezione il suo ruolo: ossia dirottare il focus dell'attenzione
via lontano dalla sfera del sex appeal
(ancora centrale in molte incarnazioni del rock settantiano ed ottantiano). Del
resto il metal si sarebbe distinto fin dalle origini per il disprezzo verso
certe smancerie, preferendo occuparsi di altro.
Il metal degli Accept, per
quanto conservi un lato divertente (mentre non ha niente di seducente) è in
realtà assai serio, persino drammatico, come spesso sono i toni di Udo,
nonostante la sua prestanza da nano da
giardino e gli occhi spiritati lo spingano continuamente negli abissi del
grottesco. Insomma, un Danny De Vito
che, invece di prediligere il cinema comico, avesse preteso di recitare in
ruoli seri o avventurosi dove invece sarebbe servito un "fisico
bestiale".
Ma il bello della realtà è che
spesso supera l'immaginazione. E dunque Udo
è Udo, e gli Accept si sono imposti con Udo come front-man (difficile immaginarli senza di lui, finché è accaduto
nuovamente l'impossibile, ossia Mark
Tornillo, fra l'incredulità di tutti, ha preso posizione dietro al
microfono, senza però saper scalzare, nell'immaginario collettivo, il fantasma
del singer storico della band).
In realtà non si capisce quale
sia stata la causa e quale l'effetto. Ossia:
gli Accept sono gli Accept grazie ad Udo, oppure Udo è Udo grazie agli Accept?
Perdonateci: lo capiamo benissimo che questi sono discorsi oziosi, come parlare
dei difetti del volto di Robert De Niro
o Al Pacino innanzi alla loro
bravura attoriale.
Resta il fatto che il valore
effettivo degli Accept può essere apprezzato solo dal popolo metal (e nemmeno
tutto), mentre il mondo esterno potrà forse un giorno apprezzarli solo
esclusivamente come fenomeno trash, sempre che qualche buontempone un giorno
posterà uno spezzone di un loro video su YouTube, Facebook o Instagram e, clic
dopo clic, i Nostri si ritaglieranno un loro spazietto nel mare vastum della rete.
I giovani rideranno di loro, gli intellettuali se ne serviranno per qualche
battuta sagace in qualche brillante discussione, ma mai gli Accept verranno
capiti artisticamente, come è capitato a Burzum
o Mayhem, sdoganati come fenomeno di
gossip e poi solo successivamente
apprezzati come artisti.
Ed è questo il senso supremo
del Legno: il Legno, in realtà, non è solo una condizione fisica ed esistenziale
(ossia essere spigolosi, duri, rigidi, goffi, pesanti, legati nei movimenti,
nel corpo come nello spirito), ma è anche e soprattutto una condizione
sociologica. E per sociologico intendiamo che il "tema artistico" è
irrilevante (per questo non abbiamo mai disprezzato i nostri eroi di legno), mentre diviene centrale
quello del posto occupato in società: essere di legno, principalmente, significa essere snobbati dai circoli
intellettuali, ignorati dai giovani, non risultare interessanti per i tanti
curiosi che possono gravitare nel mondo del rock in modo più o meno distratto,
tanto meno per le ragazze.
Essere
di legno è, in definitiva, un concetto relativo: perché se domani
qualche genio della comunicazione
deciderà, in un momento di noia, o per puro opportunismo, o anche ispirato da contingenze
fortuite, che ascoltare gli Accept è cosa
figa, e che Udo è almeno divertente (come successo con gli Immortal, diventati mitici per le nuove
generazioni dopo che sono divenuti popolari per le loro pose buffe quanto seriose
– il classico trash involontario, virtù
in via di estinzione…), anche gli Accept smetteranno per magia di essere di legno…
Ma
cazzo, ce ne vuole di astrazione e capacità comunicativa per far sì che gli Accept
non sembrino di legno...