Il mondo del metal da sempre recepisce di seconda mano e cucina in varia salsa personaggi e storie della fantasia, dalle saghe epiche classiche a quelle fantascientifiche. Uno dei personaggi ricorrenti in questo ultimo tipo di storie è il cyborg, creatura fabbricata da altri uomini, che però non è costituito soltanto da parti meccaniche, ma anche da parti organiche. Il cervello del cyborg è impostato in maniera che non sia consapevole del suo ruolo, o meglio che lo trovi “naturale”, non umiliante. Ma se il cervello è anche umano, ad un certo punto svilupperà una consapevolezza critica che lo condurrà a volere una propria identità, e quindi a non tollerare più di essere subordinato alla volontà degli uomini.
I cyborg si ribellano tutti: da Blade Runner ai cartoon d'epoca Kyashan e Starzinger, ai meganoidi di Daitarn 3.
Il cyborg è anche una
metafora: l'uomo che acquisisce consapevolezza, sia in chiave
comunista (consapevolezza di essere sfruttato, la coscienza di classe
proletaria), sia in chiave superomistica (la consapevolezza di una
propria superiorità individuale, che lo fa ribellare in maniera
solitaria a qualsiasi sistema in quanto ad esso superiore). Un
esempio di cyborg metal è Iron Man, in verità una sorta di aborto
sperimentale che si ritrova a vivere da uomo in un corpo d'acciaio,
che non gli consente agilità ed espressione emotiva. Potrebbe essere
una metafora di una malattia, di una condizione sociale, qualcosa di
acquisito però, che toglie la plasticità e la fluidità ad una
persona, irrigidita in un guscio anonimo.
Altri esempi di cyborg
metal potrebbero essere "Mantronic" degli Wasp e "Psychotron" dei
Megadeth. Ce ne saranno altri, ma questi due ce li ho come due
sassolini nella scarpa.
Gli Wasp piazzano "Mantronic", e all'epoca il film di riferimento era Terminator, al
punto che a qualcuno è venuto in mente di montare un video con scene
del film e il brano in questione. Però che c'entra l'immagine del
cyborg in un disco che parla di chitarre, sesso, ribellione e rock?
Sarà mica un modo di descrivere il centauro, metà uomo e metà
motocicletta? Plausibile. Però il centauro appunto è metà e metà,
e quindi non vive un dramma, se mai si “fonde” con la sua parte
meccanica come se fosse una parte del suo organismo. Ricordiamo a tal
proposito che invece Blackie Lawless descrisse, con vena comica, un
altro ibrido problematico, l'uomo-animale, il manimal. In quel caso
egli descrive il dramma dell'istintualità di un uomo dagli istinti
ingabbiati, che per esprimersi deve trasgredire, quando invece
semplicemente esprime la propria natura. Dicevo tragicomico perché
in realtà non si parlava dei massimi sistemi ma solo del sottotitolo
“Manimal: I fuck like a beast”.
Se il centauro invece si
sente problematico in groppa al suo cavallo di ferro, che scenda...
Non ha senso certamente un centauro low-rider come figura tragica
rispetto alla sua fusione con la moto, anzi: è da lì che gli viene
l'emancipazione, la libertà.
Parliamo allora davvero
di un cyborg inteso come metafora dell'uomo moderno, l'uomo
tecnologico? Ma non direi, perché egli afferma che una delle
mutazioni che lo affligge, o di cui va fiero, vai a sapere, sono le
“palle d'acciaio, perle meccaniche”. Ci fa piacere, ma allora
dove sta la tragedia se addirittura c'è stata una miglioria? C'è
un uomo, metà macchina e metà carne e ossa, che va a duemila sulla
corsia di sorpasso, sta impazzendo e andando alla deriva, rivendica
di aver fatto il suo dovere ma di sanguinare. D'altra parte, per sua
stessa ammissione: “sanguina ma non sente dolore”. Non soffre
quindi, è solo lamentoso in maniera indisponente. E ci ammonisce,
come se ci avessimo capito qualcosa in chi è e cosa vuole: “attenti,
perché ciò che desiderate potrebbe avverarsi”. Questa frase è un
pallino di Blackie, la mette in bocca anche alla zingara di “The Crimson Idol”, quando mette in guardia il protagonista che se
esprime il desiderio di avere successo, rischia poi di averlo davvero
(con tutte le conseguenze nefaste che al momento non può prevedere).
Mantronic è quindi un
essere umano fuori controllo che soffre e mette in guardia gli altri:
sì, ma da cosa? Qualcosa che riguarda la parte “artificiale”
del suo essere? Qualcosa di sé che egli ha modificato per poi
rimanerne per sempre condizionato? Stiamo al solito parlando di
tossicodipendenza in maniera cifrata?
Nel tentativo
fallimentare di parlare di androidi si rilanciano i Megadeth
all'apice del successo commerciale, con “Countdown to Extinction”.
Disco discreto, forse un passo commerciale più lungo della gamba
artistica, perché alla fine non tutte le canzoni sono memorabili, e
la voce di Mustaine è indigesta come il fritto del giorno prima.
Siamo quindi al limite, sul ciglio dello sputtanamento, evitato dalla
voce sgraziata..."Psychotron" è una canzone veloce veloce, potremmo
dire un riempitivo, che arriva troppo presto al ritornello, un
ritornello semplice semplice.
Questo essere bio-tronico
(che poi basterebbe dire bionico) chi sarebbe? Cosa ci racconta
Mustaine? E' una specie di Predator, un essere con parti organiche e
parti meccaniche, si specifica “non un cyborg”, dall'attitudine
ciecamente aggressiva mediante armi da fuoco. Non è dato saperne di
più, entra in scena senza esprimersi, ce lo presenta Mustaine da
fuori ma bisogna tirargli fuori le parole con le pinze. Avrà un
cervello umano, quindi in un corpo biomeccanico: va beh, sai che
trovata... ma perché non possiamo chiamarlo cyborg? Perché adesso
che scrivo non posso indicare questo brano come “il pezzo dei
Megadeth su un cyborg”? Cosa me lo impedisce? Perché Mustaine ci
lascia questo divieto misterioso senza darci uno straccio di
dettaglio su questo tizio?
Una povertà
d'immaginazione da brividi. Ma insomma, perché non racconti del
tizio che ti saluta sempre all'angolo della strada, della tipa che a
scuola la dava a tutti, insomma cose che sai, vita vissuta, almeno
qualche dettaglio divertente ti verrà in mente (e infatti per
esempio "High Speed Dirt "parla di quanto si butta col paracadute). Ma
per quale motivo uno deve andare a tirare in ballo psicotroni se poi
non ha la minima idea di cosa fargli fare?!
Blackie e Mustaine, due
compagni di giochi con in mano dei robottini e non sanno inventare
una storia, mettere in scena una guerra in cui magari uno ha un'arma
speciale, insomma cose così. Un robot si lamenta delle sue palle
d'acciaio; l'altro spara a raffica senza proferire parola.
Mustaine fa forse ancora
più rabbia, perché esce da un immaginario in cui più volte ha
descritto personaggi metà uomo e metà mostro; la stessa mascotte è
uno scheletro con parti di metallo (Rattlehead). Il mondo dei
Megadeth ad un certo punto si avvicina a temi di fantascienza o di
tecnologie impazzite, per poi atterrare d'emergenza su psychotron.
Un genere che fa
dell'immaginazione il suo vanto non può sbatterci in faccia due
robot con le pile scariche.
Ci dicono più i Ricchi e
Poveri sull'amore che gli Wasp e i Megadeth messi insieme sugli
androidi.