La storia dei Royal Hunt è una Trilogia, ovvero tre capitoli diversi di una stessa storia, una storia di persone permalose, capolavori e flop, camicie e occhiali da sole.
I tre periodi possono facilmente essere suddivisi in base ai principali cantanti che si sono affiancati accanto al tastierista mastermind André Andersen. Non mi sento infatti di considerare la storia del gruppo prima dell'arrivo di DC Cooper, perché segnalare, per onore di cronaca, la presenza nei primi due album di Henrik Brockmann alla voce sarebbe utile come approfondire la storia dei Dream Theater prima di James LaBrie.
Pronti dunque, slacciate i primi due bottoni della camicia, si parte!
Pronti dunque, slacciate i primi due bottoni della camicia, si parte!
Atto Primo - André e DC: così vicini così lontani
(1995-1997 e dal 2011 ad oggi)
Da una parte c'è: André Andersen.
(1995-1997 e dal 2011 ad oggi)
Da una parte c'è: André Andersen.
Ha studiato pianoforte da quando aveva 5 anni, non brilla in simpatia anche perché è un mix di sangue regale danese-moscovita e leggenda vuole che, all'età di 13 anni, ha scoperto l'esistenza di un nuovo genere, oltre la musica classica, grazie a "In Rock" dei Deep Purple.
Da quel momento in poi ha iniziato a combinare questi due mondi così lontani e così vicini: sinfonie classiche nella musica heavy, panna sopra la roccia, ricami di pizzo nei pantaloni di pelle. André accosta Mozart e Paganini a Rick Wakeman e Jon Lord, ma mentre i suoi amichetti giocano ancora con i soldatini decide che è tempo di andare!
Raccoglie le sue camicie e decide che tutto è troppo banale per lui, la Danimarca lo attende. Nel 1984 si trasferisce a Copenaghen e costruisce il suo studio dove compone 24 ore su 24 mescolando musica classica, spocchia progressive e hard rock.
Nel frattempo, dall'altra parte dell'Oceano, c'è: DC Cooper.
Raccoglie le sue camicie e decide che tutto è troppo banale per lui, la Danimarca lo attende. Nel 1984 si trasferisce a Copenaghen e costruisce il suo studio dove compone 24 ore su 24 mescolando musica classica, spocchia progressive e hard rock.
Nel frattempo, dall'altra parte dell'Oceano, c'è: DC Cooper.
Nasce in Pennsylvania e si forma con diverse band locali a Pittsburgh, ma soprattutto accanto al rinomato insegnante di opera Charlotte Coleman.
A metà anni Novanta arriva l'occasione della vita: Rob Halford lascia e i Judas Priest cercano un sostituto. Iniziano le audizioni e DC piace, pian piano arriva tra i finalisti insieme a Tim Owens e la determinazione di Ripper convince però Tipton & soci, ma l'abilità vocale di Cooper non è passata inosservata nell'ambiente. Fioccano proposte e, dopo aver soppesato attentamente tutte le offerte, ha deciso di partire!
Immagino la scena a casa Cooper dopo la delusione del rifiuto dei Judas: "Dove vai DC è Natale! Mangia qualcosa con noi!" - "No madre no! Troverò la mia via in Europa! Quello che mi è stato tolto dai Judas, tornerà sotto altre forme! Adesso passami il pettine e gli occhiali da sole che devo scappare all'aeroporto!"
Immagino la scena a casa Cooper dopo la delusione del rifiuto dei Judas: "Dove vai DC è Natale! Mangia qualcosa con noi!" - "No madre no! Troverò la mia via in Europa! Quello che mi è stato tolto dai Judas, tornerà sotto altre forme! Adesso passami il pettine e gli occhiali da sole che devo scappare all'aeroporto!"
Le cronache raccontano infatti di un volo datato 26 dicembre per la Danimarca con un solo scopo: incontrare i Royal Hunt. L'urgenza era data dall'imminente tour giapponese che doveva iniziare a sole tre settimane di distanza: fu colpo di fulmine e lì nacquero i Royal Hunt era-Cooper.
In questo periodo c'è da segnalare un intervallo di 13 anni, lo spazio che intercorre tra i primi due lavori "Moving Target", "Paradox" e i successivi usciti dopo la Reunion nel 2011.
La qualità è eccelsa e sono ad oggi i migliori momenti in tutta la carriera del gruppo, quando l'orchestrazione si fonde con la splendida voce e tutto il gruppo segue una direzione comune e originale. Il dato rilevante è infatti la peculiarità del suono Royal Hunt con DC rispetto agli altri vocalist, ma soprattutto rispetto al panorama del power e del progressive.
Sapete cosa hanno di bello questi Royal Hunt?
La forza orchestrale con quel clavicembalo degno delle corti medievali, pur mantenendo tutto lo spirito power, Timo Tolkki aveva intuito qualcosa in "The Fourth Dimension", ma copierà ai limiti del plagio nei successivi album degli Stratovarius come "Episode" e "Visions". Oppure Staropoli dei Rhapsody quante volte si sarà addormentato sulle note di "Moving Target"?
Andersen se non decide di umiliare la chitarra in un ruolo da sottofondo, riesce sempre a comporre grande musica e ha la sinfonia dentro. È una persona che non posso immaginare senza una camicia pregiata e ricamata, il pelo del petto che esce fulvo tra i bottoni aperti e i capelli sempre perfetti in questo atteggiamento barocco dentro.
In un genere dove le banalità sono il pericolo maggiore, i nostri danesi si affermano come un gruppo originale grazie a questa predilezione sinfonica e, anche se passano molti anni, quando inizia "Show Me How To Live" si riconosce subito il loro trademark lasciato dalle ultime note di "Paradox" nel lontano 1997. La magia ritorna immediatamente senza patina di vecchiaia, la Reunion ad oggi risulta tra le più riuscite nel metal e non so cosa faranno in futuro, ma sono fiducioso perché DC e André sono una coppia che ha fatto le fortune di questo gruppo e sembrano non essersi mai lasciati.
Cosa è successo però in quell'intervallo di 13 anni? Come hanno assorbito i Royal Hunt la separazione da una voce così importante? Chi ha sostituito il permaloso Cooper in occhiali da sole?
Non temete per l'analisi degli altri due Atti della Trilogia, Metal Mirror non vi lascerà soli...
Non temete per l'analisi degli altri due Atti della Trilogia, Metal Mirror non vi lascerà soli...
Fine Primo Atto
Pagellone degli Album Royal Hunt con DC Cooper alla voce:
- "Moving Target" (1995): 8
- "Paradox" (1997): 8+
- "Show Me How To Live" (2011): 7/8
- "A Life To Die For" (2013): 7.5