L'ingresso dei Cannibal Corpse sul palco è sempre un evento denso di emozioni e carisma, visto che da qualche anno non li ho più apprezzati live, ho deciso di gustarmi dal divano del mio salotto il loro concerto durante lo scorso HellFest e condividere le mie impressioni nella rubrica "Io NON c'ero".
Massiccia presenza scenica, sonorità perfetta e quadrata fin dal primo momento e quella sensazione di tecnica messa al servizio della brutalità. Come se il miglior chirurgo del mondo si mettesse ad operare a cuore aperto un bue già morto, come se un macellaio vivisezionasse le budella di un cinghiale con un bisturi di cristallo, ecco quello che percepisco.
Mi colpisce a livello scenografico il collo di Corpsegrinder, secondo me per cingerlo nella sua interezza servono minimo sei mani adulte perché ha una circonferenza impressionante e quando canta si gonfia a dismisura. Sopra quel collo si nasconde una persona buona secondo me, affascinata dall'estremo e forse perversa in alcune abitudini, però non cattiva. Credo che questo valga per tutti i componenti del gruppo, sono gente che ha fatto della brutalità sonora una ragione di vita, ma non è perfida dentro.
Apprezzano proprio la massiccia potenza della loro musica e, noi con loro, percepiamo la concretezza della proposta. A volte ci annoiamo forse, però sappiamo cosa chiedergli e cosa aspettarci. Professionisti dell'estremo anche dal vivo, ci perdoneranno qualche sbadiglio nella performance e se approfittiamo per alzarci ad andare in bagno.
Lo stile e il carisma dei Cannibal Corpse sono una sicurezza nei festival, nelle loro uscite discografiche, nella compattezza e nella voglia di schiacciare l'audience. Io sono stato sempre uno di quelli che sosteneva come la mancanza di Chris Barnes alla voce avesse appiattito il loro sound, però con il tempo mi sono affezionato al vecchio George Fisher e al suo collo taurino.
In molti casi ho sempre il dubbio che si inventi le parole dei testi sostituendo grugniti, anche perché chi se ne accorgerebbe in fondo?
Non sbagliano un colpo, dicono poche parole al pubblico, faranno in tutto sette passi complessivi sul palco, ma li amiamo anche per questo e forniscono una scaletta che non si può dire varia, però di qualità e sono una icona da stimare.
Da sottolineare il finale con "Hammer Smashed Face" e "Devoured by Vermin" da guerriglia urbana, timore di persone che si allontanano e la stessa ripresa diventa mossa a testimoniare il caos.
È un periodo in cui ho bisogno di certezze nella vita e i Cannibal Corpse lo sono e lo saranno, grazie alla loro immutabile brutalità vivo più tranquillo.
Setlist
Scourge of Iron
Demented Aggression
Evisceration Plague Stripped
Raped and Strangled
Kill or Become
Sadistic Embodiment
Icepick Lobotomy
I Cum Blood
Make Them Suffer
A Skull Full of Maggots
Hammer Smashed Face