Il gruppo Nightmare AD
parte dalla capitale cambogiana Phnom Penh e si inoltra in un viaggio
nella giungla della provincia di Kandal, per raggiungere lo studio di
registrazione della Yab Moung Records. Quest'etichetta è attualmente
il motore del metal cambogiano. Ma perché questo pellegrinaggio
anti-tecnologico, portandosi dietro, - presumo – centinaia di
chilometri di prolunga per far arrivare la corrente nel folto della
giungla?
Non so dare una risposta
definitiva, ma o è un retaggio o un rito cambogiano arcaico se si
pensa che anche la rivoluzione socialista che porta
all'organizzazione della Cambogia Democratica prevedeva il reflusso
dalle città alla campagna. I capi dei Khmer Rossi
avevano infatti teorizzato che l'equilibrio del socialismo stesse
nella cultura contadina, e per contro il suo principale nemico fosse
invece la cultura cittadina. Per questo i cittadini furono deportati
sistematicamente in comuni agricole e spogliati naturalmente dei
loro averi. Coloro che portavano segni inequivocabili di corruzione
cittadina (tipo una qualifica culturale, un mestiere non manuale)
erano malvisti e rieducati, spesso direttamente dalla vita alla
morte. Il progetto di Pol-Pot subì nel tempo un'evoluzione coerente
con la fede nella sua bontà sostanziale: vedendo che i cambogiani
non erano entusiasti del socialismo, anche per l'estremo
impoverimento, concluse che il paradiso socialista non era cosa per
moltitudini, per masse, ma era tutt'al più sostenibile per una élite
di rieducati e di militanti, diciamo meno della metà della
popolazione cambogiana dell'epoca. E infatti l'altra metà abbondante fu falciata. L'idea di arrivo era
geniale: una società con pochi potenti militarizzati che fanno
lavorare delle masse malnutrite, non numerosissime perché non c'era
abbastanza cibo.
Euronymous per esempio si
compiaceva di questi esperimenti sociali basati sullo sterminio
dell'uomo medio, e pontificava su quanto essi coincidessero con la
sua idea di “male al comando”. Non so se i Khmer rossi
avrebbero graziato Euronymous in quanto alfiere del socialismo, fatto
sta che i musicisti in generale non riscuotevano molto successo in
quell'ambiente.
I Nightmare AD forse
vedono in questo loro viaggio un pellegrinaggio in memoria di quel
disumano e visionario laboratorio sociale. L'intro è infatti Dentro
la distopia, perché distopia era nel senso più letterale del
termine, un “luogo” incompatibile con la vita, sia per
l'inasprimento delle condizioni di base, che per l'organizzazione che
le rendeva ulteriormente competitive in nome della presunta adesione
a un ideale di collettivismo ed egualitarismo. Il breve EP, almeno dai
titoli, sembra in effetti una narrazione di un processo di
cambiamento sociale, che inizia con una crisi economica e prosegue
poi con una guerra civile, per condurre quindi ad una riforma
radicale e violenta. Buon thrash-core, voce growl.
L'hardcore è in voga,
così come un genere che qui chiamano “khmer”, ovvero come se
dicessimo “musica italiana”, di cui non comprendiamo così a
primo impatto la peculiarità (Vartey Ganiva, Young Dragons). Diciamo
che esiste una qualche tradizione rock e punk, e crediamo di intuire
che qui la radice del metal sia punkeggiante, come del resto in parte
fu anche per noi. L'hardcore sembra un punk consapevole, che comincia
a variare ritmiche, ad annoiarsi delle strutture semplici, a far
emergere le individualità in forma di assoli, etc. Questo il profilo
degli Sliten6ix, che vediamo scatenarsi in live-videos dentro quello
che pare un container adibito a sala di registrazione, con tanto di
pubblico che poga. Non escluderei che questi siano gli studios della
Yab Moung.
A Phnom Penh invece ci si
trova, come tutti sanno, da “Oscar all'angolo”, locale che ospita
i festival di musica rock locale, ma non solo, l'Otres Market, lo
Stage Bar. Posti che ricordano quei centri sociali minimi, con il
palco e l'arena ricavati in uno spazio che nessun geometra del
catasto riterrebbe accettabile. I Doch Chkae si
esibiscono in tutti questi posti, e ci offrono anche un video
interessante in cui si intuisce un parallelo sociale tra l'uomo e i
cani da combattimento tenuti in cattività. Un metalcore coerente con
le magliette sfoggiate dai nostri, Suicidal Tendencies e Slayer del
periodo “Diabolus”.
Nel complesso, lo
khmer-metal non sembra al momento offrire spunti di grande
originalità stilistica o lirica, ma ne apprezziamo l'esistenza.
Forse tutto questo correre a piedi nudi nel ventre della giungla non
è proprio il massimo per far attecchire una scena metal, così come
chiudersi dentro ai container per pogare.
Deve esserci qualcosa di comune alla base della cultura cambogiana, che spinge alla ricerca del disagio. Forse il popolo cambogiano avrebbe comunque realizzato l'idea di ritornare alla natura selvaggia in odio alla città. D'altra parte quello che non ci è chiaro è se poi chi va a incidere per la Yab Moung ritorna indietro, o viene definitivamente inghiottito dalla giungla cambogiana.
Deve esserci qualcosa di comune alla base della cultura cambogiana, che spinge alla ricerca del disagio. Forse il popolo cambogiano avrebbe comunque realizzato l'idea di ritornare alla natura selvaggia in odio alla città. D'altra parte quello che non ci è chiaro è se poi chi va a incidere per la Yab Moung ritorna indietro, o viene definitivamente inghiottito dalla giungla cambogiana.
Pol-Pot è morto da uomo libero
nel '98, senza rinnegare nulla, addirittura attribuendosi un
genocidio di dimensioni maggiori di quello che poi fu effettivamente
stimato. Credeva di aver fatto di più, pazienza. Pare che le sue
ultime parole prima di morire siano state : ah beh, sempre meglio
dei millantatori norvegesi.