Ci sono brani che fanno la storia del metal. Altri che non la fanno.
Poi c'è una terza categoria, ovvero brani che non hanno diritto di cittadinanza.
Va precisato che non si tratta di canzoni “brutte” in quanto mal suonate o composte, né di canzoni riempitive e scialbe messe lì tanto per far numero, i cosiddetti “filler”. Non si tratta neanche, per capirci meglio, di canzoni mal riuscite in quanto parte di un intero disco stilisticamente controverso. Si tratta di quei brani su cui per lo più abbiamo taciuto, glissato, e non è escluso che alcuni siano anche stati accettati passivamente, con un sorriso di circostanza, per l'imbarazzo di non riuscire a capire come il proprio artista abbia concepito qualcosa di così inclassificabile.
Sono quindi esclusi da questa classifica tutti gli album già bocciati dal pubblico, e tutte le fasi sputtanate o degenerate della storia di gruppi più o meno famosi. Voglio dire, non siamo qui ad infierire su luoghi comuni tipo il periodo Blaze degli Iron Maiden, o sul nuovo corso dei Metallica, o su cantonate tipo “Fight for the rock” dei Savatage.
Non pensiate che questi brani abbiano fatto correre seri rischi agli autori; anzi, ci può scappare anche qualcosa di successo.
Non siamo neanche qui a sparare sulla croce rossa, facendo quindi le pulci a gruppetti alle prime armi, o a lavori magari seminali ma dai limiti tecnici e stilistici dovuti all'età, all'ingenuità o alle pecche della registrazione. Soprattutto, ed è questa la cosa più importante, abbiamo scelto arbitrariamente ma tra gruppi che rientrano nei nostri preferiti, nei nostri primi amori, che almeno per un po' sono stati i nostri idoli.
Si può essere indisponenti suonando coi piedi così come suonando in maniera che più raffinata non si può. Si può esserlo per la composizione scalcinata così come invece per il “tono morale” generale. Si può esserlo infine come lo è una barzelletta insipida, che un nostro amico ci vuole raccontare a tutti i costi, o un aneddoto privo di mordente, o un tipo non simpatico che tuttavia si saluta con affettata cordialità.
Eccovi quindi in ordine sparso:
Helloween – Reptile
Annihilator – Kraf Dinner
Tiamat - A pocket size sun
Dream Theater - Lie
Mercyful Fate - Mission Destroy Aliens
Manowar - Pleasure Slave
Judas Priest & Iron Maiden - Invader (s)
Death SS – Devil's Rage
WASP e Megadeth - Mantronic e Psychotron
Venom – Sons of Satan
Scorpions - Wind of Change
Blind Guardian - Frutto del Buio
Accadeva, per alcuni di questi brani, che ti venisse voglia di prendere un coltellino ed estrarli come un corpo estraneo dal disco. Cancellarne con un pennarello il titolo. Nell'impossibilità di fare ciò, ci si limitava a duplicare in cassetta il vinile saltando il pezzo, e cercando di evitare di parlarne con gli amici metallari.
Silenzi pesanti, che hanno attraversato anni, con l'idea che ci fosse questo imbarazzo condiviso, che forse mai c'è stato. E che ora, speriamo, riporteremo alla luce.
A cura del Dottore