LE RISPOSTE DI KILLER BOB (basso) e FRANK BOOTH (chitarra) DELLA BAND CADAVERIA AGGIUNGONO MATERIALE DI RIFLESSIONE NELLA RUBRICA DEDICATA ALLE INTERVISTE SULLO STATO DEL METAL ITALIANO
MM: In Italia siete una delle realtà più interessanti , fin dai primissimi album. Cosa è cambiato dalla prima parte della vostra carriera a oggi?
Frank Booth: sicuramente l'affiatamento sia in fase di composizione e arrangiamento sia nella preparazione dei live. I ruoli di ciascun elemento sono più definiti degli inizi e c'è anche una maggiore apertura a varie influenze.
Frank Booth: sicuramente l'affiatamento sia in fase di composizione e arrangiamento sia nella preparazione dei live. I ruoli di ciascun elemento sono più definiti degli inizi e c'è anche una maggiore apertura a varie influenze.
MM: A volte si accusa il genere metal di evolversi poco, ma chi prova a farlo è spesso visto come traditore. Quale pensate sia la soluzione giusta?
FB: personalmente non mi pongo mai barriere troppo strette quando scrivo o arrangio. Certo, i connotati principali di un genere vanno mantenuti, ma detesto le "forzature eccessive di stile". Mi auguro che il brano piaccia al pubblico, ma non me lo pongo come obbiettivo... deve piacere a me.
MM: In Italia il fenomeno metal resta un mondo underground o poco conosciuto, perché secondo te?
FB: credo sia il risultato di due fattori : 1. demografico. Siamo un paese relativamente piccolo, una piccola percentuale di ascoltatori di Metal su 60 Millioni di cittadini non crea introiti sufficienti ad uscire dall'underground. La medesima percentuale, negli USA, dove sono 360 Millioni, genera altri incassi. 2. psicologico. Siamo una popolazione che si sfoga apertamente e a prescindere, non teniamo dentro, ci sfoghiamo pubblicamente, quindi abbiamo meno bisogno di una valvola di sfogo rispetto ai paesi nordici più "silenziosi" in pubblico, ma con la medesima rabbia repressa. Abbiamo anche un clima che ci rende meno "arrabbiati"... ma la politica compensa bene.
MM: Questa rubrica tratta l'evoluzione del metal italiano negli ultimi trent'anni, riesci a stilare una playlist dei dischi nostrani più importanti?
Killer Bob: Credo che quelli più importanti siano quelli che ci hanno fatto conoscere all'estero, sia in passato (Death SS, Necrodeath, Bulldozer, Opera IX) sia in tempi più recenti (Lacuna Coil, Theatres Des Vampires, Rhapsody of Fire, Labyrinth). Mentre scrivo mi rendo conto che in effetti è difficile fare una lista perché, al di là dei gusti personali, ci sono molte valide band in Italia!
MM: Quanto pensi che la città o il paese dove vivi influenzi la vostra musica e i testi? C'è qualche peculiarità geografica che determina le vostre composizioni?
FB: non sono influenzato dal luogo dove vivo e non lo sarei anche se fossi in un altro luogo completamente diverso.
MM: Quanto hanno influito i nuovi modi digitali di comunicare e il marketing via web nella vostra musica?
KB: Tantissimo! Ora è molto più facile fare arrivare la nostra musica in tutto il mondo, non ci sono più barriere. Se da un lato la distribuzione digitale ha favorito la pirateria, dall'altro lato ha aumentato il bacino d'utenza in modo sopropositato.
MM: Quali opere della letteratura, cinema o teatro hanno determinato la vostra crescita ? Si riflettono queste influenze nella musica o nei testi del gruppo?
KB: Basti dire che i nomi d'arte di tutti i componenti dei Cadaveria, a parte Cadaveria stessa, sono presi in prestito dagli antagonisti dei film di David Lynch. Cadaveria è una grande appassionata di cinema, così come Marçelo Santos e, occupandosi dei nostri video clip, è naturale che le loro influenze in questo campo si riflettano sul risultato finale. Alcuni testi poi sono ispirati ad opere letterarie o cinematografiche dei più svariati tipi.
MM: La dimensione live è stato un punto cardine della vostra carriera, ma quali emozioni provate a salire sul palco . Hai tre aneddoti che ti sono rimasti nella memoria e che ci vuoi raccontare?
FB: la cosa curiosa è che al primo vero approccio avevamo quasi deciso che saremmo stati un gruppo da studio e non avremmo fatto live. Per fortuna non è stato così, all'inizio c'era meno affiatamento tra noi e prima di salire sul palco mi sentivo nervoso, oggi invece mi sento emozionato ed è ben diverso. Per me suonare al Marquee a Londra è stata un'emozione speciale, ho diversi album live di vari grandi artisti registrati in quella venue, ricordo anche il pubblico di Cagliari che, essendo decisamente caloroso, mi ha fatto volare il monitor giù dal palco dopo le prime due note, al Transilvania di Milano l'unica mia esperienza negativa... ho suonato con la febbre alta e quando abbiamo dovuto fare un bis ho creduto che sarei svenuto sul palco
MM: Chiudiamo con una richiesta di anticipazione dei vostri progetti futuri, cosa bolle in pentola? Qualche piccola anticipazione?
KB: Al momento di scrivere, aprile 2015, siamo in procinto di affrontare un tour per la promozione del nostro ultimo album "Silence", faremo alcune date in Italia e altre in Messico, dove andiamo sempre forte. Nel frattempo stiamo pianificando altri live in giro per il mondo ma finora è presto per dare dei dettagli.
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