"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

9 giu 2016

IO NON C'ERO: LIVE DEGLI IN FLAMES - ROCK AM RING 2015


Quanto sono diventati cool gli In Flames?
Dai tempi in cui compravo "Lunar Strain" in un piccolo negozio di musica ne è passata di acqua sotto i ponti, ma per questi svedesi non sembra essere maturata una crescita sonora, quanto nel look. In altre parole c'è qualcosa che non mi convince nel loro mondo, ma non voglio sbagliare o affrettare il giudizio, perciò mi sintonizzo sul palco del Rock Am Ring per vedere dal mio salotto la loro performance dello scorso anno.

Live Report - In Flames, Rock Am Ring, 7 giugno 2015

Un dato è sicuro: sono diventati un gruppo alla moda.
Abbigliamento da perfetti nerd con cappellino, chiodo di ordinanza con toppe immancabili dei Motorhead, capelli lunghi e barba cotonata. Gli In Flames hanno stile, onestamente sono gli amici con cui vorrei uscire a bere una birra in centro o fare una serata oggi.
Lo stesso logo che campeggia dietro il palco ricorda una evoluzione fumettistica del loro death metal in scarpe All Star bianche, quasi a testimoniare il loro essere cool.

La partenza con "Only For The Weak" da "Clayman" è coinvolgente, ma la sensazione è quella di essere ad un party in spiaggia dove si gioca a fare gli estremi, a far innoridire le fighe in bikini con qualche growl, ma in realtà se c'è da picchiare duro veramente, meglio rivolgersi altrove.
Come quel marito che fa il duro con la moglie, quasi prendendola in giro, perché ha paura del temporale fuori e la stringe a sé da vero uomo. Fin quando però alla prima innocua finestra che sbatte dopo un tuono, scappa in pigiama a gambe levate: "Aiutooooo qui è l'apocalisse!".
Così sembrano oggi gli In Flames, brutali e duri per gente che non conosce cosa significa essere estremi.

Impiegati con i capelli verdi in una meravigliosa città della Svezia, gente erasmus appena laureata in scienze della formazione, ragazze a cui piace questa elettricità edulcorata, ecco chi ascolta oggi gli In Flames. Screaming for the masses per gente che poga con il sorriso, musica per persone che vivono in città con un ottimo welfare e non sanno cosa significa il disagio, pensando che il ritardo della metropolitana sia il vero cruccio della società contemporanea.

Il gruppo è piacevole, ormai non c'è neanche più da confrontarli con gli albori primordiali insieme ai Dark Tranquillity, gli In Flames creati da Jesper Stromblad non esistono più, non c'è traccia nella scaletta e ora sono un gruppo carino per un metal a metà tra Killswitch Engage e Linkin Park.
C'è da dire che, pur premesso tutto questo, sanno sempre scrivere ritornelli con un bel gusto melodico, hanno ogni tanto alcuni momenti puramente swedish metal che apprezzo e, senza fare il bacchettone, gli inserti elettronici al limite della dance Music malata, sono ormai l'unica variazione accettabile sul tema.
Cosa ci aspettiamo ormai da un gruppo che strizza l'occhio ai Korn o ai Papa Roach? Il passato non esiste più, questi sono gli In Flames e forse lo sono sempre stati, perché in fondo hanno intrapreso quasi subito questa strada. Una strada lastricata di scarpe da tennis, sorrisi, scopate, ma anche tante facce cupe dei disgraziati della musica estrema che, da un angolo oscuro, li continuano a fissare astiosi.

Adesso scusate, ma devo prepararmi per un party mascherato, in cui i maschi si vestono da lupi e le ragazze si tingono le unghie di nero e fanno le streghe; dopo mezzanotte arrivano gli In Flames fanno tre pezzi e poi, bevendo sangria, firmano autografi e scattano selfie con il pubblico. 

Setlist:
Only for the WeakPlay
Everything's Gone
Bullet Ride
Where the Dead Ships Dwell
Paralyzed
Alias
Deliver Us
Cloud Connected
The Quiet Place
Delight and Angers
The Mirror's Truth
Take This Life
My Sweet Shadow

Per vedere il concerto clicca su IoNONcero/InFlames