Non vi preoccupate, non stiamo parlando di “C..c..c..c....Contessa” dei Decibel, capitatati da un terrificante Enrico Ruggeri con il ciuffo e gli occhiali glamour. Qualcosa di spaventoso, ma non così tanto. Nello stesso periodo in cui i Decibel avrebbero voluto impazzare, nel mondo metal prendeva forma ben altro mito grazie ai Venom: la Contessa Bathory.
Questo popolare
personaggio ha un particolare alone di maledizione. No, non parlo del
sadismo e delle efferatezze di cui si rese responsabile protetta
dalla ricchezza e dal potere militare.
La vera maledizione è l'impressionante teoria di cover raccapriccianti di una canzone che,
in verità, già di per sé ha il suo momento migliore nel riff di
apertura. Dopo pochi secondi di illusioni epiche ci pensa Cronos, con
la voce da tacchino idrofobo, a rendere il tutto più sgraziato che
maestoso, e Abaddon lo accompagna con il suo virtuosismo batteristico
da marcatempo di galere. Ma la vena interpretativa dei Venom era
quella e va apprezzata proprio su questo piano.
Si tratta di una sorta di
vampira, dedita alla stregoneria, che torturava e uccideva serve o
giovani donne dei dintorni allo scopo di placare i suoi istinti
sadici e anche di guadagnarsi l'eterna giovinezza. La leggenda vuole
che ad un certo punto si fosse convinta che le abluzioni nel sangue
delle vergini avessero un effetto rigenerante. O forse era un rito
che significava solo, simbolicamente, come la crudeltà e la
dissacrazione nella magia nera facciano punteggio nel chiedere favori
materiali alla sorte, come appunto la preservazione della bellezza.
Quorthon sancisce il
culto del personaggio e ci chiama addirittura il gruppo col nome di
Bathory, e le dedica un brano di "Under the Sign of the Black Mark",
cioè “Woman of Dark Desiders”, in stile Venom ma più corposo e
morboso.
Arrivano infine di Cradle
of Filth e le dedicano “Cruelty and the Beast”, con tanto di
copertina a raffigurare il suo famoso bagno rigenerante nel sangue
umano.
I Venom, a dir la verità,
raccontano la storia a modo loro. La Contessa attirava sì le giovani
del luogo con sontuosi banchetti, ma più che altro le assumeva come
servitù o dame di compagnia, il che voleva dire per molte vitto
sicuro e alloggio comodo, lontano dalle carestie, o prospettive di
carriera nel mondo nobiliare. Il sangue con cui si lavava aveva una
funzione rigenerante, ma ovviamente nel delirio o nell'ossessione
della Bathory, che non compiva sistematicamente atrocità a questo
fine, ma per sadismo.
I Tormentor (connazionali
della Bathory e con Attila Csihar in formazione) nel 1989 pubblicano
un brano black in pieno stile “quorthoniano” (e in futuro stile
mayhemiano data la voce) intitolato alla Contessa, dal testo però
pedestre e con alcuni punti non chiari: le fanciulle erano torturate
a morte, “ma erano comunque soddisfatte” (mah).
I Countess sfornano un
brano black con un'introduzione malinconica fuori registro e fuori
tema, con un fastidioso piano sintetico in evidenza. Nel testo è
sempre riportata la pratica del lavacro purificatore a base di
sangue, venendo a mancare il quale la Contessa, imprigionata per i
suoi delitti, muore (come per un rapido invecchiamento, più che di
stenti). In realtà sopravvisse a lungo nella sua cella (ricavata
nella sua stessa stanza murata, gli arresti domiciliari dell'epoca),
dove riceveva il cibo attraverso una grata. Idem per i Darkwell con "Elisabetha" e i Ghost con "Elizabeth".
Più interessante il
profilo fatto dai Kamelot, che la ritraggono come una donna
ossessionata dalla sua vanità, gradualmente preda della follia. La
Bathory è una specie di strega di Biancaneve, che interroga lo
specchio sul segreto dell'eterna bellezza, e ne ricava quello che già
aleggia nella sua testa, l'idea di compiere i peccati più efferati
per trarne un vantaggio materiale ed esclusivo. Come tutti coloro che
hanno venduto l'anima per “un frammento della verità”, in
questo caso il segreto della giovinezza. Comprenderà la verità in
una visione completa quando capirà di essere condannata a veder
comunque disintegrarsi quel “frammento di verità” con il fatale
invecchiamento e, forse, con la dannazione. Scaricata dal diavolo e
condannata da Dio.
I Sunn O))) si piazzano
alle 3 di notte a un passaggio a livello di Pisa S.Rossore e
registrano dopo qualche minuto di attesa il passaggio del rapido
Torino-Napoli, ultimo treno della notte, vendendoci poi il tutto come
un geniale brano ispirato alla contessa Bathory.
Ben altre soddisfazioni
ci danno i Forever Slave, soldati gotici che provano a raccontare una
storia, forse un concept, con un brano esplicitamente intitolato alla
Contessa, gli altri senza una chiara attinenza, in cui compare una certa
Ophelia. I nostri hanno anche scritto un testo parallelo, dal titolo "Dust and Dreams", in cui parrebbero alludere alla storia della
Contessa. In ogni caso, in entrambi ripetono una formula in latino da
rabbrividire “nunc et in hora mortis nostrae ora pronovis
sanguisque gratia plena”..testo che ha l'onore di esser preso
per il culo su un forum dedicato alle traduzione di canzoni in
latino, e non è da poco direi. Per chi volesse approfondire i
Forever Slave e il loro latino, insistete con “The Circle of Tenebra”. Ragazzi, parlando sul serio, se volete proprio usare il
latino, almeno chiedete consulenza a Di Donato.
Dulcis in fundo, i Cradle
of Filth, che iniziano la serie dei titoli basati su giochi di parole
“Cruelty and the Beast” / “Beauty and the Beast”...e
questo non era neanche malvagio, peraltro, se si pensa a quelli dopo.
Un intero disco sulla Bathory, ma si riuscirà a esprimere qualcosa
di più? - perché a pensare che uno dei testi migliori rimane
quello dei Venom vengono i brividi.
E invece, una piacevole
sorpresa. Il graforroico Dani Filth stende un bel racconto, incurante
del fatto che poi per far entrare tutto il testo nel pezzo debba
starnazzarlo alla velocità di un telecronista. Un racconto barocco,
di immagini che si aprono e si chiudono svelando pezzo per pezzo una
storia originale, esaltata nella sua componente sessuale. Come non
rimanere incantati dall'immagine della contessa che sta nella torre
“con le finestre
spalancate contro il cielo mestruale”
Qualche aggiunta curiosa
alla solita storia trita e ritrita. La Bathory sarebbe stata
sostituita al neonato deforme partorito da una nobildonna, e la madre
naturale rapita e data in pasto ai lupi, mentre il Signore del
Castello, per festeggiare la paternità, dava un'orgia. La
contessina, molestata da un prete, si lascia sedurre dalle promesse
della magia nera, e inizia così il suo percorso verso l'ossessione
per il dominio sulla morte. L'eterna bellezza, poi semplicemente il
possesso della vita altrui, mentre i segni della decadenza fisica e
morale la rendono sempre più smaniosa e fuori controllo. La morte la
ripagherà beffarda, preannunciandosi in forma di strega che getta
una maledizione a cascata sulle fortune dei Bathory, e quindi
sull'impunità della Contessa.
Suggestiva la scena del dialogo con lo specchio, che ribadisce anche una rilettura
bathoriana della favola di Biancaneve, con la matrigna identificabile
nella Contessa.
Complessivamente, una
storia di sangue: l'esplosione della sessualità distorta con il
sangue mestruale, a 13 anni, fino all'impazzimento definitivo con lo
sfuggire del sangue stesso nella menopausa, preludio alla rovina
delle sorti.
A questo punto voglio
però togliermi un sassolino. Non ho mai capito perché, con tanti
brani, dischi, nomi di gruppi addirittura dedicati a questa stronza,
nessuno abbia invece degnato di considerazione quello che fu il suo
collaboratore più stretto, complice morale e materiale di molti suoi
crimini, il servitore nano Ficzò. Una specie di Gobbo di Notre Dame
ma cattivo, secondo me un personaggio spendibilissimo, ripugnante,
con la possibilità di costruirgli dietro chissà quali risvolti. Che
fosse lui il vero figlio della madre putativa della Bathory, il nato
deforme che fu occultato, ma nessuno ebbe il coraggio di uccidere ?
Anche perché la caratura
morale e mentale della Bathory è veramente bassa, per quanto possa
innalzarla poeticamente Dani Filth. Una folle che parlava con lo
specchio, parlava coi lupi come iniziò a fare anche San Francesco
dopo aver preso una botta in testa in guerra, e credeva di poter
vivere in eterno con unguenti e pozioni. Se fosse vissuta oggi,
adesso sarebbe in tribunale a deporre contro Wanna Marchi,
lamentandosi di aver comprato dal Mago do Nascimento inutili filtri
d'amore o numeri del lotto. In più, dalle raffigurazioni ufficiali
(non le modelle dei Cradle of Filth), parrebbe anche un mezzo cesso.
Quindi ragazzi, scegliamo
meglio i nostri miti e avanti con canzoni dedicate a Ficzò.
A cura del Dottore