Parleremo di Paul Di'Anno e della maledizione dei vecchi Maiden. Qui non è soltanto l'annosa questione dell’artista che non riesce a staccarsi dal passato: l'ex cantante di una band gloriosa non deve necessariamente rimanerne schiavo a vita (basti pensare ad Ozzy che integra tranquillamente nel suo repertorio brani dei vecchi Sabbath, senza per questo essere ricordato come “quello che cantava nei Black Sabbath”). Qui si tratta di un personaggio dalla vitalità straordinaria, il quale, nonostante non abbia sicuramente sbancato, continua tutt'oggi a fondare gruppi, a produrre materiale. Un tipo che, spinto dall’incontenibile bisogno di stare sul palco, calca la scena oltre cento volte in due anni, a costo di farsi notare dalla Previdenza Sociale inglese che gli stava nel frattempo erogando una pensione di inabilità lavorativa.
La costante di tutta la carriera di Di'Anno (almeno fino alla svolta recente) è la ripetizione di tre classici in croce dei primi Iron Maiden, con un’evoluzione che con il trascorrere del tempo finisce per somigliare a quella del computer Hal2000 di "2001: Odissea nello Spazio", quando gli staccano l'alimentazione mentre ripete “Giro-Girotondo”. Una rivendicazione delle versioni originali sempre più lontane dalle versioni originali, che lo avvelena e lo ingolfa, fino quasi a seppellirlo...
A dimostrazione di quanto sia coriacea l’ossessione per quei vecchi brani, si trovano in rete alcune chicche straordinarie. Un concertino acustico con uno sfondo ispirato a "Star Wars" in cui Paul si esibisce in versioni acustiche di "Strange World" (che era già praticamente tale) e poi di "Wrathchild" e "Running Free" (ma perché??). Le versioni consistono in Paul che canta in maniera uguale a sempre, ma con le chitarre acustiche al posto di quelle elettriche.
La maledizione dei vecchi Maiden comprende poi il filone degli aneddoti, ormai parte di uno sport internazionale della serie: “Facciamo incazzare Paul al concerto”. Per esempio in una occasione il Nostro dice “adesso vi suono un pezzo dei vecchi Maiden…”, e una stolta dalla platea esclama “mi fanno schifo i Maiden!”. “E a me fai schifo tu”, risponde laconicamente Paul, che, questo va detto, ha sempre la battuta pronta (anche perché ormai non credo passi concerto senza episodi del genere...), dopo di che la offende anche in italiano. Altro concerto, un tizio invoca Bruce Dickinson e lui preparatissimo dice: ”Credi di essere spiritoso, amico? Eccolo lì, ogni volta c’è qualche frocio di merda, ogni volta ci dev’essere il finocchio della situazione!”. Ma l’episodio migliore è un video che ci mostra un tipo evidentemente inebetito da chissà cosa, che invoca Briuce Dickinson (con accento slavo). Al che Paul lo punta e il tipo cerca di spiegarsi: “Briuce Dickinson ist vocaliste du…”, ma si rende conto fuori tempo massimo di non aver avuto un’uscita felice. Paul lo offenderà e minaccerà per minuti e minuti, anche dopo aver attaccato il pezzo successivo “Running Free”.
La cosa buffa di questi video è che apprendiamo l’esistenza di alcuni bizzarri tipi umani: per esempio una tipa che va ad un concerto di Paul Di'Anno, incazzandosi non poco quando Paul fa uno dei suoi classici del periodo Iron Maiden. Potremmo anche pensare che costei sia una fan sfegatata del Di'Anno extra-Maiden e che sia andata lì sperando in una scaletta no-Maiden (ma questa è fantascienza...). Oppure c’è il tipo che va ad un concerto di Paul Di'Anno e forse si aspetta che a un certo punto questo gigantesco e pittoresco scalda-pubblico si faccia da parte per far entrare Dickinson, il vero cantante. Dopo di che si rende conto, al decimo insulto di Paul, che in effetti siamo in un club che al massimo contiene cento persone e che il biglietto costava meno della birra. Quindi no, non ha avuto a prezzo stracciato un biglietto per un concerto dei Maiden, lo hanno preso per il culo...
Quel che mi fa più male è che credo che Paul capisca bene tutti questi tristi equivoci, che sono come una sua nemesi: girano il dito nella piaga con una fantasia sarcastica che non finisce mai. Ma non è tutto fantozziano, anzi. La parte peggiore di questa maledizione, come per i giocatori d’azzardo, è che ogni tanto qualcosa va anche a segno e alimenta l’insana rivendicazione. Quando Di'Anno va in tour con una band appena formata e senza materiale proprio, un talent-scout non proprio espertissimo di metal gli fa un bel contratto corposo convinto che le varie "Phantom of the Opera", "Killers" ecc. siano pezzi appena sfornati. E questo, dicevo, è ancora peggio, perché alimenta l’idea di rivalsa. Rivalsa per essere stato rapinato del successo dei Maiden, anche se questo è esploso dopo il suo allontanamento. Lui non si sente “il primo cantante dei Maiden”, ma “quello originale”, anche se poi la sua vena interpretativa e compositiva nulla hanno avuto a che vedere con i Maiden, né passati né a venire. Avrà pensato: "Ok, riprendiamo da dove mi hanno scaricato i Maiden, che se ne sono andati via godendosi la fama che gli ho costruito io, e vediamo se allora è facile diventare famosi".
Se il paragone con Dickinson non ha senso, il problema è che proprio lui lo alimenta. Non ama Dickinson (lo indica come il propotipo dei cantanti impostati e senza sentimento) e simpatizza per Blaze Bayley, ma solo in apparenza: Paul sostiene infatti di essere accomunato a Blaze per una maggiore affinità stilistica, ma è chiaro che non si tratta altro che della classica regola de "il nemico del mio nemico è mio amico". Anzi, verrebbe da fare un’osservazione opposta: Paul ridicolizza i sostenitori di Bruce dicendo “I don’t sing Opera” o “I’m no Ballerina”: battute con cui vorrebbe esaltare la differenza di approccio che lo distingue da Dickinson, cioè un cantato sporco e “casuale”, non studiato ma incisivo, “de core”, e una presenza scenica classica, scarna e frontale. Ovvero – lui dice – “I sing punk metal”, ed è qui che non torna assolutamente il discorso. Una delle ragioni per cui Paul è amato dai fan dei Maiden è la sua voce con note tremule e calde, un approccio spontaneistico ma non sciatto, e anzi capace di spaziare dall’aggressivo all’ammiccante, passando dal malinconico. Probabilmente, allenandosi, avrebbe raggiunto un approccio simile, anche perché brani come "Phantom of the Opera" andavano in quella direzione.
Ciò che Paul ha fatto dopo i Maiden non è affatto del punk, ma del rock metallico bello robusto e dal taglio commerciale. Il punkeggio è venuto dopo come scusa per mascherare un calo di prestazione imbarazzante, parallelamente ad una trasformazione fisica sempre più preoccupante. Aspetto da killer della Fratellanza Ariana, immobilità sul palco tranne un’apertura alare imponente, egli usava leccarsi nervosamente le labbra tra un verso e l’altro, ma con aria più stanca che incazzata. L’impatto scenico stava diventando quello di un meganoide: i replicanti umani che divenivano giganteschi mostri conservando alcune fattezze originali e che erano mossi a combattere da qualche rancore verso il genere umano che li aveva messi da parte o sminuiti.
Il capo dei meganoidi, Don Zauker, è un gigante che di umano ha soltanto il cervello chiuso in una specie di teca cranica trasparente e si esprime con vibrazioni inintellegibili e monotone. La versione di "Charlotte the Harlot" con i sottotitoli fonetici (anch’essa visibile in rete), ricordava le interpretazioni del grandissimo Lorenz (il cantante romagnolo emulo di Elvis, reso famoso in Mai dire TV), o il più classico Alberto Sordi.
Sembrava un po’ la fine, ed invece no! Con gli Architecz of Chaoz Di'Anno rinasce. Costretto a cantare seduto (pare momentaneamente) per un’artrosi al ginocchio (cosa verosimile visto il peso), ha però recuperato padronanza nella voce. Noi crediamo che questo dipenda dal fatto che canta finalmente roba nuova, che può rendere sua così come crede. E dimostra di saperlo fare bene. Noi crediamo questo perché, come si vede in un live disponibile sul Tubo, quando rispolvera i soliti classici Maiden, improvvisamente ritorna approssimativo e svociato. Quando fa “il cantante originale dei Maiden” non si può sentiree e lui stesso in un certo senso è il primo a non sopportarsi. In una intervista ebbe a dichiarare che il suo ritiro dalle scene andava inteso nel senso che avrebbe smesso di cantare “quella merda dei Maiden”. E anche nel suddetto live, al momento di partire con "Wrathchild", dice “Ora vi suoniamo un brano delle Spice Girls”.
Se mai riuscirà davvero a scrollarsi di dosso questo astio nei confronti del se stesso per il fatto che non è divenuto famosissimo con i Maiden (biografia compresa) e lascerà perdere quel vecchio materiale che ormai è la sua zavorra artistica, potremo seguirlo con entusiasmo. Io vi presento intanto Di'Anno come il cantante degli Architectz of Chaos...
A cura del Dottore