Il fascino che nel mio immaginario ha suscitato la trama della Bella e la Bestia, penso non possa essere paragonabile a fantasie indotte da altre fiabe e, forse per questo, non sono mai riuscito a staccarmi da questo tipo di metal gotico con il cantato femminile misto a growl. Gli Epica sono un esempio perfetto di questo prodotto di metal sinfonico, ma attirano simpatie ed antipatie in modo così radicale che sono costretto a impostare la recensione come un libro game, scegliete voi da dove partire e in quale categoria vi riconoscete.
Capitolo 1: per i fans del gruppo e segretamente innamorati della singer Simone Simons (se non ti rivedi in questa definizione, vai al secondo capitolo).
È il disco della svolta degli Epica, dove acquisiscono consapevolezza delle loro potenzialità e si rivelano al mondo musicale metallaro. Simone si ammala dopo le registrazioni di una infezione MRSA che tiene in ansia i suoi fans, ma fortunatamente recupera la buona salute e ci ammalia ancora oggi con la sua chioma rossa. Ingresso decisivo in questo disco è la produzione della Nuclear Blast che, grazie al mestiere e alla qualità, riesce ad esaltare il suono del gruppo. La voce da mezzo soprano si sposa alla perfezione con il growl di Mark Jansen e, rispetto al recente passato, le composizioni sono più articolate e sinfoniche. Un lungo disco che è un lungo viaggio, forse non raggiunge gli apici degli album successivi, ma tienici comunque per mano Simone e andiamo a visitare insieme il tuo mondo fantastico. Voto: 7.5
Capitolo 2: per chi è saturo del genere e lo trova anche vittima di un crescente decadimento (se non ti rivedi in questa definizione, passa oltre).
Segaioli di tutto il mondo unitevi! Arrapati dalle latitudini più disparate, lasciate stare i Lacuna Coil e dirigetevi da queste parti a sbavare! I furbi della Nuclear Blast hanno vinto ancora una volta, spogliano Simone Simons di ogni reticenza e la convincono ad essere la paladina sexy del gothic metal con questo album. La ricetta è semplice: banale growl di Mark Jansen (compagno peraltro della Simons, in seguito mollato per Oliver Palotai - tastierista dei Kamelot nda); cori e intermezzi orchestrali a profusione; testi falsamente impegnati e riff scontati come sottofondo che allungano il brodo oltre i 70 minuti. Aggiungete copertina, packaging, fumo negli occhi a profusione ed il gioco è fatto! Qualche buona canzone, ma se dovete andare a fantasticare sul mondo gotico, forse su youporn troverete qualcosa di meglio. Voto: 5
Capitolo 3: per chi non si spiega il successo degli Epica e comunque non disprezza il genere (se non ti rivedi in questa definizione, ascolta gli Evanescence).
L'originalità non alberga in questo gruppo, già il nome non brilla per inventiva tanto che si è ispirato ad un disco dei Kamelot. Nonostante il mio amore per i Kamelot, non mi sembrano così seminali da dover rinominare addirittura un gruppo con un loro disco, comunque non è questo il punto di cui voglio discutere. Il centro del dibattito è che "The Divine Conspiracy" sciorina le carte vincenti e perdenti della band. Se la voce lirica e cristallina di Simone Simons è la migliore cosa che è capitata al gothic metal sinfonico nell'ultimo decennio, c'è da dire che alcune canzoni hanno una struttura banale anche rispetto ai Nightwish (ed è tutto dire nda). Allo stesso tempo gli Epica cadono in tutte le tentazioni possibili che fanno sbandare il disco: cori, orchestrazioni, atmosfere orientali, ballad commerciali e sfuriate death metal. Insomma se è vero il detto che nel più ci sta il meno, la band ha deciso di giocare a carte scoperte ed il risultato è caotico, ma per certi versi più genuino di tanti gruppi artefatti del genere.
Per questo il disco attira attenzione ed affetto, magari i capolavori formali arriveranno più avanti, però qui c'è la voglia di buttar dentro tutti gli ingredienti. Assaggiate e non resterete delusi.
Voto: 7.5
Voto: 7.5
Canzone top: "Never Enough"
Momento top: scelgo tra le numerose alternanze growl/soprano/coro, quelle presenti in "Living a Lie"
Canzone flop: "Feels of Damnation"
Dati: 13 canzoni, 76 minuti
Anno: 2007
Etichetta: Nuclear Blast