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27 dic 2017

BESTIARIO METALLICO - CAPRE E CAPRONI



La capra è immediatamente associata a qualcosa di genericamente negativo. Ignorante, indolente e sporca, è il più vituperato tra gli animali della fattoria. Il maiale trova almeno una sua dignità negativa nel suo essere parossisticamente sporco, e chi viene come tale apostrofato magari ne sorride. Invece l'offesa “Capra!”, così come la ripete Sgarbi, risuona senza pietà alcuna.

Eppure, specie per chi ascolta metal estremo, la capra è animale di tutto rispetto (simbolico). A mio
parere la sua peculiarità risiede in questa facies sorniona, con corna ma anche barbetta, quasi a suggerire una malizia associata ad una certa auto-ironia. Ribelle ma senescente, maligna ma buffa, è un'icona diabolica da sagra.

Sono ben 155 i gruppi metal che includono “goat” nel loro nome, senza contare le varianti in altre lingue. Per capire quale sia il richiamo della capra nel metal, esistono i Vuohi (capra in finlandese) che annunciano “The rising era of the goat” nel demo del 2010. Abbiamo ben due gruppi che ritengono di doversi chiamare Ziege (capra in tedesco), pur essendo uno polacco e l'altro norvegese.

Gli americani Capra Hircus tentarono addirittura di lanciare il genere, con il demo “Goat metal assault” del 2002, ma si sciolsero troppo presto. I Semen de Cabra, dalla Colombia, si tuffano felicemente nell'explotation sessuale dell'immagine della capra.

Proprio dai nomi si può facilmente risalire agli attributi che la capra ha nell'immaginario metal. La capra è menzionata tra le “tematiche” di 32 gruppi su Metal Archives, come tale o con l'espressione “goat worship”, a indicare verosimilmente il satanismo più naturistico e primordiale, a consumare riteniamo quelle che sono indicate come “goat perversion”.

Ben 95 etichette includono “capra” nel loro nome, dalla Vecchio cadavere di capra della Malesia alla Ciucciacapre messicana, passando dalla rampante Goat Vulva Production in Germania, e schivando se possibile la peruviana Goat Ejaculation.

Il primo grande gruppo a introdurre la capra come icona centrale di un disco fu, va detto, gli Impaled Nazarene, che tra serietà e facezia intitolano i primi EP "Goat Perversion" e "Sadogoat". Più tardi aprono “Ugra Karma” con il brano-lampo “Goatized”, cioè come dire Incaprato. E insistono poi con la proclamazione della “legge del capro del caos”.

Da una parte abbiamo quindi una serie di nessi di tipo sessuale, con pratiche più o meno proibite dalle scritture, o genericamente animalesche. Dall'altra significati teologici, quali il sovvertimento dell'ordine cosmico e il principio del caos, la “legge” della non-legge.

La capra del resto presta anche il volto ad una icona alchemica, che sintetizza la Grande Opera di trasmutazione del piombo in oro, e quindi simbolicamente la scoperta della luce nel buio, del valore delle cose all'interno di una natura apparentemente spoglia.
Il Baphomet, quella specie di capra ermafrodita che ostende strumenti e emblemi di sapienza esoterica, è spesso al centro di testi e rappresentazioni del mondo metal.

Naturalmente, se togliamo di mezzo la lettura alchemica e limitiamo il tutto ad un satanismo grezzo “punk”, rimane solo la chiave di lettura della liberazione degli istinti animali attraverso la distruzione, la contaminazione e il sovvertimento delle leggi e delle barriere dell'etica dominante.

Spulciamo i nomi dei gruppi a questo punto, partendo dai soprannomi che gli artisti amano darsi. In 29 scelgono di chiamarsi semplicemente “Capra”. Vari gli epiteti “satanici”: infernale, empio, marcio, impuro, selvaggio. Vari gli accostamenti dissacratori, dai più classici fino a “Vescovo caprone”. Si nota un'ambivalenza sadomaso: esiste, per dire il “distruttore di capre”, così come il “capro distruttore”. Da una parte quindi c'è chi si vanta, nel nomignolo, di atti aggressivi di qualsiasi tipo contro le capre, dall'altra attributi bellicosi delle capre stesse: “Goat artillery”, “Goat Commando”, “Goat terrorist”, e finanche Capra Maestro d'Armi. Due premi: il più disgustoso “goat smegma”, e il più fantasioso, il malese Morboso Martello Caprino, forse metafora fallica.

Andiamo ai nomi dei gruppi. Anche in questo caso epiteti dispregiativi, atti di violenza (i picchia-capre, i lancia-capre) accostamenti blasfemi (fino a Goat Synagogue). Rassegna infinita di immagini sessuali o solo scabrose, fino al volutamente ridicolo: gli Australiani esagerano con Black Goat Anal Vomit, l'italia si fa onore con “Goat vomit noise”, ma coi finlandesi non c'è davvero confronto.... “Goat's ass trumpet”. Menzione a parte per la fantasia ai Capra Disidratata, che fanno grindcore, ma soprattutto a quegli americani che, senza alcuna spiegazione che mai potrà suonarmi accettabile, scelgono di fondare un gruppo dal nome “Capra di merda”. Così, diretti e insensati.

Rimangono simbolismi caprini inspiegabili, come la Capra Gonfia produzioni, americana, o tutta una serie di gruppi di stoner-metal che evidentemente vedono nella capra significati alternativi, non allineati al filone mistico-satanico-panteistico che è imperante. La capra che fluttua, la capra che esplode, la capra acida, il monsone della capra, il fiume della capra...

Ci dispiace che sia poco utilizzata l'immagine del “capro espiatorio”, in cui la capra è una sorta di Cristo animale, che prende su di sé i mali del mondo per salvarlo dalla seduzione degli angeli caduti. E' questa, riteniamo, la figurazione più interessante della capra. Il capro è impuro, ha in sé lo sporco del mondo, i peccati che in lui sono stati inoculati dai demoni, dagli angeli caduti. Esso va quindi allontanato dalla comunità e poi gettato da una rupe. Con esso la società si spurga dei suoi peccati. Dal punto di vista cristiano il capro è un'anticipazione del sacrificio di Cristo. Di conseguenza, il capro satanico sarà simbolo dell'uomo che non vive come impura la propria umanità, e non ha bisogno di mondarsi per potersi sentire accettato da un Creatore.
Ovviamente il tutto può essere anche risolto in una chiave satanica “interna” alla religione, ovvero nella celebrazione dell'impuro e dell'empio, ma questo è appunto un satanismo “letterale” che non realizza alcuna vera contrapposizione.
Ricordiamo la trattazione del tema del capro espiatorio da parte dei Tiamat in “Scapegoat” da Clouds, che gioca appunto sull'emancipazione titanico-satanica giocata dalla legge mortale imposta, che gioca sull'equivoco satanico.

Scarsi sono anche i nomi che richiamano alla mistica della Capra. L'unico che mi viene in mente su due piedi, dal mio archivio caprino personale, sono i Goatmoon, che elevano la capra al rango di lupo. Una luna “panica”, nel senso di Pan, non che fa paura. Una luna specchio della natura umana, pregna di bestialità così come di desiderio ed elevazione, il tutto senza doversi mondare da nulla. Anzi, la spiritualità che affonda le sue radici nel fango. Le corna che puntano al cielo mentre la barbetta sguazza nella melma.

A cura del Dottore