"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

30 lug 2018

I MIGLIORI 10 ALBUM LIVE DEL METAL: "THE ORIGIN OF THE FECES" (TYPE O NEGATIVE)


CAPITOLO 6: “THE ORIGIN OF THE FECES” (1992) 

Deep Purple, Judas Priest, Motorhead, Iron Maiden, Ozzy Osbourne, Slayer: questi i nomi che abbiamo incontrato nella puntate precedenti della nostra rassegna sui migliori live-album del metal. Ecco che adesso ci imbatteremo invece in un monicker che, messo a confronto con i gloriosi artisti appena elencati, è a dir poco un pugno nell’occhio: i Type O Negative. Niente meno che i Type O Negative di quel guascone di Peter Steele, che ebbe l’idea balzana di dare alle stampe un truffaldino finto live-album, proprio quel “The Origin of the Feces” di cui oggi parleremo. 

28 lug 2018

MINISTRY: LIVE AT KENTISH TOWN FORUM, LONDON - 21/07/2018


Essere contro Donald Trump ormai non fa più notizia: tutti sono contro Trump. E certo io non posso esimermi dal far parte del coro. Per quanto sia sempre stato critico nei confronti dell’operato di ogni Presidente degli Stati Uniti (repubblicano o democratico che sia, l'inquilino della Casa Bianca rimane pur sempre una marionetta nelle mani dei poteri forti che stanno dietro al capitalismo mondiale), con Trump in particolare mi sono trovato clamorosamente in disaccordo ogni volta che egli ha detto o fatto qualcosa. 

Per questo motivo non mi spiace affatto trascorrere una serata ferocemente anti-trumpista, sebbene il motivo principale per cui mi trovo qui stasera al Kentish Town Forum sia la musica: quella dei Ministry

26 lug 2018

RETROSPETTIVA SUI BLUE ÖYSTER CULT (1/3)




I più amati? No, non lo si può di certo affermare.

I più influenti? Neppure; quest’etichetta spetta di diritto a Iommy & co.

Allora i più popolari?! Menchemeno. I Deep Purple e i Led Zeppelin, da questo punto di vista, li hanno surclassati…

E allora come li possiamo definire, e che ruolo hanno avuto nella storia del Rock e del proto-metal, i Blue Öyster Cult?

24 lug 2018

DIECI ALBUM PER CAPIRE IL POST-INDUSTRIAL: PSYCHIC TV, "FORCE THE HAND OF CHANCE"


Prima puntata: Psychic TV 

Anno 1981: Mission is terminated. Mille furono i motivi per cui la missione dei Throbbing Gristle, inventori dell'industrial music, fu considerata compiuta: dissidi interni, certamente, ma anche ragioni di carattere “ideologico”. Se il movimento industriale era nato come corrente di rottura culturale, come medium espressivo estremo volto a scioccare l’ascoltatore e risvegliarlo dal torpore del “pensiero unico” di una società alienante e conformista, sarebbe stato un controsenso, un vero tradimento delle intenzioni delle origini, trasformare la Rivoluzione in Istituzione, adagiarsi nei cliché, divenire prevedibili. E così i fautori di quella stessa rivoluzione si separarono, continuando ad esprimere la propria creatività in progetti assolutamente degni di nota: Chris Carter e Cosey Fanni Tutti (uniti anche sentimentalmente) avrebbero battuto la via della techno-trance con il monicker Chris and Cosey (poi mutato in Carter/Tutti); Peter Christopherson, coadiuvato da John Balance, avrebbe dato vita ai Coil, continuando a portare alto il vessillo dell’industrial; Genesis P-Orridge, invece, avrebbe messo in piedi i terribili Psychic TV, esperienza multimediale che, pur radicandosi fortemente nei presupposti filosofici del movimento industriale, lo negava ferocemente nelle modalità espressive.

22 lug 2018

METAL E DINTORNI: MA COSA DIAVOLO E' IL NEO-PROGRESSIVE?


Nel 1991 Steven Wilson debuttava discograficamente con “On the Sunday of Life”. Il musicista inglese si muoveva dietro al monicker Porcupine Tree, che solo successivamente avrebbe rappresentato una band vera e propria: il debutto dei Porcospini non era altro che una raccolta di registrazioni di gioventù di Wilson che, facendosi carico di tutti gli strumenti, si muoveva in modo naïf fra psichedelia, cantautorato, rock sui generis e, tutto sommato, poco prog.

Nello stesso periodo Vegard Sverre Tveitan, in arte Ihsahn, metteva su con il compare Samoth quella che poi sarebbe divenuta una delle realtà più leggendarie del black metal: gli Emperor. Certo, i Nostri si sarebbero distinti fin da subito per una spiccata propensione sinfonica e, se vogliamo, progressiva, tuttavia ciò addolciva di poco una proposta che, nonostante l’impiego di tastiere, rimaneva decisamente estrema.

20 lug 2018

IL CORO DI DOLORE DI JON OLIVA



Il dolore di Jon Oliva ha assunto proporzioni fuori controllo. Jon Oliva ad un certo punto, come in molti sanno, non si trova più a suo agio dentro i Savatage, e apre dei progetti paralleli, rimanendo comunque anche ad operare nei Savatage, lasciando come una ferita aperta. Allo stesso tempo ne apre altre, e senza mai chiuderle.

18 lug 2018

18 LUGLIO 1988: TRENT'ANNI FA MORIVA NICO, NOSTRA SACERDOTESSA DELLE TENEBRE


18 luglio 1988: esattamente trenta anni fa moriva Christa Paffgen, in arte Nico. Si trovava ad Ibiza: nelle prime ore del pomeriggio del 17 luglio usciva di casa per andare a comprare della marijuana, il giorno dopo si sarebbe trovata su un lettino di ospedale uccisa da una emorragia cerebrale. 

Ho sempre visto la morte di Nico come un evento beffardo: colei che era la Sacerdotessa delle Tenebre, l’iniziatrice dell’epopea gothic-rock, trovò la morte in una banale caduta da bicicletta, nella ridente ed assolata isola di Ibiza. 

16 lug 2018

ANATOMIA DEL BLACK METAL: IL CORPO DI MORGAN E L'ANIMA DI KING OV HELL



Nell'analisi di un movimento musicale, è sempre interessante, a movimento ormai in corso, magari maturo o nella fase “post”, come è il Black Metal, chiedersi in che cosa consista essenzialmente il genere.

Fin dall'inizio infatti può essere che un genere sia connotato da cifre stilistiche precise, ma che queste cifre possano dare origine a soluzioni tra loro diversissime: basti pensare che nessuno, in piena esplosione black metal, questionava sul fatto che fosse black metal "Deathcrush", ma lo fosse anche "Stormblast" dei Dimmu Borgir o i dischi per tastiera di Mortiis

14 lug 2018

"CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO"...NEL CUORE DELLA SPOSA MORENTE!



“Amore è il fatto che tu sia per me il coltello con cui frugo dentro me stesso”. 

Da questa frase che Kafka scrive a Milena, lo scrittore David Grossman riprende il titolo per un suo libro che ho appena finito di leggere e che mi ha fatto approfondire il mio rapporto con i dischi dei My Dying Bride

12 lug 2018

EYEHATEGOD: LIVE AT UNDERWORLD, LONDON - 05/07/2018


In tempi in cui il depressive black metal ancora doveva nascere, c’era chi cantava “in nome della sofferenza”. Costoro erano gli Eyehategod, che sarebbero passati alla storia come una pietra angolare dello sludge, ma che in un’epoca in cui le etichette non erano poi così importanti, si imponevano fra i più efficaci alfieri del disagio nel baldanzoso mondo del metal degli anni novanta. 

Cos’è poi lo sludge? La versione sudista del doom?? La versione “fangosa” del metal??? Ma fatemi il piacere! Come sotto-genere ha davvero poco senso lo sludge, quando nei fatti gli Eyehategod erano decisamente avanti nei tempi: lenti, sporchi, slabbrati, dilanianti, dissonanti, anni prima che si imponesse il post-hardcore come genere a sé stante. Perché dunque perderseli visto che passano in città un tranquillo giovedì sera? 

10 lug 2018

VIAGGIO NEL METAL ASIATICO - LA VOCE SOTTOTRACCIA DELLA MONGOLIA




Il primo passo nel metal dell’estremo oriente lo muoviamo dalla Mongolia. 

Perché proprio dalla Mongolia? Per nessun motivo.

8 lug 2018

NICK CAVE: GUIDA PRATICA PER METALLARI


Concludiamo con Nick Cave la nostra trilogia di retrospettive dedicate ad artisti non-metal che hanno saputo fare breccia nei cuori del popolo metallico. Nei capitoli precedenti abbiamo visto come The Cure e Depeche Mode siano stati capaci di influenzare molte band metal, soprattutto in ambito doom e gothic. Discorso diverso va fatto per Nick Cave, cantautore “fuori dai generi” che non conta molti discepoli diretti dalle nostre parti. 

Sebbene non esista il “Nick Cave dell’heavy metal”, incontriamo molti esempi di come il cantante australiano abbia saputo insinuarsi nell’universo metal (un caso lampante è “Best Friend Money Can Buy” dei Tiamat). Ma, più in generale, è l’aggettivo "caveiano" che ritroviamo ogni volta che qualcuno vuole cimentarsi in ballate oscure e dal forte potere visionario. Il mondo artistico di Cave, del resto, presenta molti tratti in comune con quello del metal, e per questo merita di essere approfondito anche nella sede “profana” di questo blog, al metal consacrato. 

6 lug 2018

UNA SETTIMANA IN COMPAGNIA DI YNGWIE - Puntata n.3: "THE SEVENTH SIGN"



Se ne dovete avere uno e uno solo, dopo il periodo dei grandi classici di inizio carriera, ecco qui il mio consiglio: “The Seventh Sign”. Il  nono album del re svedese leopardato Yngwie Malmsteen, uscito nel 1994, ha qualcosa in più degli altri. Non si tratta di dividerci nelle solite diatribe tra detrattori e tifosi, ma di analizzare questo disco con oggettività, come abbiamo fatto nelle precedenti recensioni dedicate allo spocchioso chitarrista.

4 lug 2018

UNA SETTIMANA IN COMPAGNIA DI YNGWIE - Puntata n.2: "PERPETUAL FLAME"


Troppo ghiotta l’occasione: è il primo disco con una combinazione che mi ha incuriosito fin da subito, ovvero lo spocchioso svedese delle sei corde insieme a Tim “Ripper” Owens. Nel 2008 dopo innumerevoli cantanti è il momento, con “Perpetual flame”, del debutto alla corte del Re Leopardato di uno dei turnisti per eccellenza della storia metallara.  

2 lug 2018

UNA SETTIMANA IN COMPAGNIA DI YNGWIE - Puntata n.1: "ALCHEMY"



Come quando bevi un caffè al bar dopo le elezioni politiche e nessuno ha votato Berlusconi; come quando senti casino ed entri in classe, ma non è stato mai quello che indichi; come quando parli di Metal e nessuno ammette di ascoltare Malmsteen.

Noi invece lo ascoltiamo. E con attenzione.

Proprio avantieri il guitar hero di Stoccolma ha compiuto 55 anni. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicargli un'intera settimana di post, con una Retrospettiva ragionata, una guida attraverso una serie di dischi (quelli dopo i classici), partendo da “Alchemy” (1999).